reale e/o virtuale nelle scene pittoriche del pintoricchio

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762 dove si conclude in una loggia aperta scandita da semicolonne di ordine composito ed aperture ad arco. Al di sopra del cornicione fortemente aggettante disegnato dalla sovrapposizione delle fasce di dentelli, ovuli e mutuli, l’intero perimetro si conclude con una merlatura medievale alla ghibellina. Elementi di pregio caratterizzano anche gli spazi interni definiti dai raffinati disegni policromi delle pavimentazioni in graniglia, dalle boiserie e dagli infissi in legno di noce finemente intarsiati. Note 1 Sulla figura di Lamont Young si rimanda ad G. ALISIO, Lamont Young. Utopia e realtà nell’urbanistica napoletana dell’Ottocento, Officina Edizioni, Roma 1978. 2 V. CARDONE, Bagnoli nei Campi Flegrei, la periferia anomala di Napoli, Edizioni Cuen, 1989. 3 Sempre sul lungomare di Bagnoli, lungo via Pozzuoli, allo stesso progettista si deve anche il disegno di Villino D’Angerio, del 1924, un’elegante costruzione di tre piani su impianto quadrato, con cornici e rilievi alle finestre e losanghe in facciata. 4 G. A. DELL’UVA, Un’architettura eclettica sul lungomare la Pietra: Villa Pigna, 1927, tesi di laurea in Rilievo dell’Architettura, relatore prof. Antonella Di Luggo, correlatore arch. Adriana Paolillo. Bibliografia ALISIO G., Lamont Young. Utopia e realtà nell’urbanistica napoletana dell’Ottocento, Officina Edizioni, Roma 1978. ALISIO G., VALERIO V., Cartografia napoletana dal 1781 al 1889, Catalogo della mostra, Electa Napoli 1983. CARDONE V., Bagnoli nei Campi Flegrei,la periferia anomala di Napoli, Edizioni Cuen, 1989. Archivio delle Licenze del Comune di Napoli. Archivio privato famiglia D’Argenio. Architetture eclettiche sul lungomare "la Pietra"
OPLONTIS, FABBRICA DELLA CONOSCENZA TRA MATERIALE E IMMAGINARIO di MARIA INES PASCARIELLO Le espressioni grafiche di ogni epoca testimoniano il grande impegno per realizzare il superamento della disomogeneità esistente tra lo spazio rappresentato e lo spazio reale, affidando a mezzi diversi il compito di esprimere quella terza dimensione di cui la superficie dell’immagine è evidentemente priva. In particolare, nel corso di tutta la produzione artistica che precede il Rinascimento, lo spazio è descritto mediante una rappresentazione che è di volta in volta simbolica, ideale o realistica, e che appare sempre caratterizzata e supportata da una serie di splendide intuizioni sulle tecniche di resa spaziale. Affascinanti tentativi di esprimere, attraverso le immagini, la profondità della terza dimensione si possono leggere nelle pitture parietali di epoca romana; infatti, anche se non codificarono vere e proprie regole di rappresentazione dello spazio, gli antichi conobbero certamente i sistemi di riduzione prospettica e se ne avvalsero soprattutto per dipingere scene teatrali o illusionistiche immagini di architettura, che costituiscono una delle espressioni più caratteristiche del II e del IV Stile pompeiano. Dal punto di vista della Scienza della Rappresentazione questo genere pittorico è un esempio di immagine costruita secondo precisi principi prospettici che si fanno sempre più vari e fantasiosi nelle molteplici declinazioni presenti nelle dimore pompeiane. Qui “la pittura è un procedere fragile e leggero che per la sua ritrosia affascina [più dell’architettura], perché riesce a produrre effetti meraviglianti e portentosi, senza appesantire il campo visuale e spaziale. La loro convivenza, in un unico territorio è un evento raro, specialmente quando i due linguaggi corrono paralleli […]” 1 . Accade, anzi, che spesso architettura e pittura interagiscano fra loro, e allora i momenti migliori non sono la fusione delle due arti ma piuttosto consistono in una visione del dipinto che determina un ulteriore aspetto narrativo dell’immagine. L’architettura reale e quella dipinta riescono ad aprire una prospettiva immaginaria dalle molteplici vie, a tracciare un cammino che vive sugli innesti di storie e di vicende tra favola e allegoria: insieme, materiale e immateriale sono in grado di fornire 1 La villa di Poppea ad Oplontis. 1
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