reale e/o virtuale nelle scene pittoriche del pintoricchio

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3 828 Il valore documentario del materiale iconografico consultato è da considerarsi in relazione al loro grado di iconicità, cioè in funzione della maggiore o minore verosimiglianza dell'immagine rappresentata rispetto al reale denotato. L'immagine ricavata dalla foto d'epoca ha pertanto il grado maggiore di iconicità e costi- tuisce documento di grande attendibilità in quanto traccia della luce lasciata sulla pellicola e memoria di qualcosa che esisteva e che ora non c'è più. In alcuni casi le informazioni deducibili da tale materiale risultano ambigue o addirittura in alcuni casi contraddittorie. Si rende necessario in Analisi grafico-visuali delle trasformazioni urbanistiche dell'area di Porta Napoli a Taranto questi casi valutare le diverse soluzioni possibili e scegliere quella che si ritiene più coerente sulla base anche di una valutazione dell'attendibilità/qualità stessa del materiale iconografico. Si propone, a fine esemplificativo, il caso dell'originario ponte di Porta Napoli, ubicato in posizione diversa rispetto a quello attuale. Il ponte compare in numerose rappresentazioni sia di natura planimetria che in vedute, si è proceduto pertanto col mettere a confronto le diverse immagini del ponte riportate nel materiale iconografico.
Gabriele Rossi, Massimo Leserri nio del secolo, certamente meno significative rispetto a quelle del periodo compreso tra gli inizi e la fine degli anni ‘30, fase quest’ultima senza alcun dubbio che ha maggiormente contribuito a modificare l’assetto urbano del borgo ed in cui si collocano tutti gli interventi del regime fascista. Si conclude con la fase compresa tra gli anni ‘60 e ‘70 della più recente edilizia ed infine con lo stato attuale con la costruzione della sopraelevata e la demolizione delle ingombrati palazzine dell’IACP. Le principali trasformazioni dell’area L’abitato medioevale di Taranto si sviluppa interamente su quella lingua di terra staccata dalla terraferma a costituire un isola che divide i due specchi d’acqua di Mar Piccolo e Mar Grande. Nella seconda metà del ‘500 si allarga e approfondisce il fossato del castello al fine di renderlo navigabile e si crea una batteria avanzata sulla terra ferma. Lo sviluppo urbano della città sino alla fine del ‘700 coincide con quello medioevale/rinascimentale. Con la Restaurazione e lo spegnersi degli interessi mediterranei, la riduzione di Taranto da “piazza di guerra” a “piazza di seconda classe” non giustifica più la militarizzazione di tutta la rada e sembrerebbe finalmente potersi avviare l’espansione della città contenuta sino a quel momento nei limiti del borgo antico 8 . Questo non avviene per i problemi di natura strategica, militare ed economica e l’espansione viene ulteriormente rinviata 9 . Con il trascorrere degli anni, con l’aumento della popolazione e le cattive condizioni igienico-sanitarie, la necessità di espansione della città sulla terra ferma diventa più pressante, ma si dovrà attendere il progetto redatto dall’architetto Conversano incaricato direttamente dal Sottintendente, per porre fine a quasi un ventennio di tentativi non andati in porto 10 . Con l’Unità d’Italia è presentata al nuovo Governo una richiesta di sistemazione urbana; ma si dovrà aspettare la nuova rielaborazione dell’architetto Conversano adottata l’8 luglio 1865 che risolve le incertezze della precedente proposta 11 . 829
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