reale e/o virtuale nelle scene pittoriche del pintoricchio
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Conoscenza è creatività<br />
mercio), posto sul lato meridionale <strong>del</strong>la piazza e adiacente al preesistente palazzo<br />
I.N.C.I.S., posto lungo il margine occidentale <strong>del</strong>la piazza.<br />
Nell’ideazione di questa architettura il Caronia sente nel suo animo la “speciale storicità<br />
<strong>del</strong>l’ambiente” ennese e, ispirandosi alle tradizioni costruttive locali, utilizza materiali<br />
e cromie quali la pietra lavica di Catania, la pietra Sabucina di Caltanissetta e<br />
la pietra Billiemi di Trapani inserendo così la sua opera armonicamente rispetto alle<br />
preesistenze, in continuità innovativa.<br />
L’edificio, un puro ed essenziale volume geometrico in cui la plasticità tridimensionale<br />
<strong>del</strong>le forme è ottenuta per sottrazione, è l’applicazione concreta <strong>del</strong>l’ideale astratto<br />
di classicità, di assoluto, di proporzioni, di matematica e di spirito greco che nobilita<br />
con “l’indefinibile e astratta perfezione <strong>del</strong> puro ritmo, la semplice costruttività che<br />
da sola non sarebbe bellezza” 9 avvicinandosi così, più degli altri edifici da lui progettati,<br />
a “quell’ideale di perfezione metafisica” 10 cui il Caronia aspirava.<br />
Il perfetto dado di pietra è ritmato armonicamente da un’alternanza di pieni e di<br />
vuoti, secondo una sequenza esastila di semicolonne lungo il prospetto principale e<br />
di paraste nei prospetti laterali, il netto taglio orizzontale che segna il volume in prossimità<br />
<strong>del</strong>la sua conclusione risolve egregiamente il coronamento al cielo <strong>del</strong>l’edificio,<br />
rendendo così superflua la presenza di un cornicione marcapiano che avrebbe compromesso<br />
l’unitaria percezione tridimensionale <strong>del</strong>l’insieme.<br />
“Nella logica <strong>del</strong>l’eterno presente è questa, probabilmente, la migliore opera di Caronia,<br />
nella sua coraggiosa intenzione di raggiungere valori assoluti, atemporali, ma ambientati<br />
nella storia attualizzata <strong>del</strong>la sicilianità” 11 operando attivamente su una realtà<br />
esistente e rigenerandone le qualità, e offrendo così ai posteri gli esiti di una valida<br />
sperimentazione progettuale.<br />
La piazza così conclusa e definita costituisce, di fatto, nella sua unitarietà e omogeneità<br />
un <strong>reale</strong> laboratorio progettuale innovativo che, da elementi e nessi noti, rigenera<br />
nuovi sistemi di valori, nuove identità fecondate con continuità creatrice, nuove<br />
forme di qualità che valorizzano il luogo.