reale e/o virtuale nelle scene pittoriche del pintoricchio
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Reale e/o Virtuale <strong>nelle</strong> <strong>scene</strong> <strong>pittoriche</strong> <strong>del</strong> Pintoricchio<br />
Difatti un primo piano, posto a circa quattro metri d’altezza, è risolto con un sistema<br />
di arcate profonde che inquadrano i dieci racconti.<br />
“L’opera dipinta acquisisce la sua unità prima ancora d’esser un quadro, nel momento in<br />
cui viene separata dal suo intorno da una cornice. Da quando questa cornice esiste, anche<br />
se si tratta di una cornice architettonica, strettamente legata alle forme <strong>del</strong> monumento,<br />
essa impone al suo contenuto il proprio marchio, gli dà una forma” 3 .<br />
Come nel soffitto <strong>del</strong>la Cappella Sistina anche qui ci troviamo di fronte alla prospettiva<br />
di un unico arco ripetuto lungo le quattro pareti <strong>del</strong>l’aula. Il sistema iterato<br />
è composto da un arco a tutto sesto e da due pilastri dipinti, elemento di raccordo<br />
tra una campata e l’altra è una parasta anch’essa dipinta il cui unico elemento tridimensionale<br />
è il capitello stemmato, anello di congiunzione tra lo spazio <strong>virtuale</strong> e<br />
quello <strong>reale</strong>.<br />
Il punto principale di questa prospettiva, -proiezione sul quadro <strong>del</strong> punto di vistaè<br />
fissato molto in basso per consentire la visione <strong>del</strong>l’intradosso <strong>del</strong>l’arco decorato con<br />
una doppia fila di rombi. La compresenza <strong>del</strong>le diverse prospettive generano illusioni,<br />
<strong>del</strong>usioni e collisioni. L’artista posto di fronte ad una scelta tra la rappresentazione<br />
prospettica e la percezione visiva, quando queste sono in conflitto, fa sempre prevalere<br />
la prospettiva naturalis su quella artificialis. In questi affreschi la prospettiva oltre<br />
ad essere un mezzo per dilatare gli spazi è anche un espediente per comporre <strong>scene</strong><br />
di vita vissute organizzate però in schemi spazialmente complessi, dove il rigore <strong>del</strong>la<br />
proiezione si piega alla volontà <strong>del</strong> pittore per esaltare la storia narrata.<br />
Il Pintoricchio si attiene ad una geometria rigorosa, colloca un’unica retta d’orizzonte<br />
per tutti i dipinti, abilmente posta ad 8,90 m dal pavimento e propone una prospettiva<br />
scientificamente esatta in cui i protagonisti <strong>del</strong>la scena sono minuziosamente<br />
rappresentati. Anche mantenendo la medesima retta d’orizzonte ha dovuto però modificare<br />
di volta in volta la distanza principale per consentire una buona rappresentazione<br />
<strong>del</strong>le architetture immaginate.<br />
La rappresentazione diviene così momento di conoscenza <strong>del</strong>le architetture che definiscono<br />
lo spazio immateriale: esse, rigorosamente restituite fotogrammetricamente,<br />
rivelano una più comprensibile lettura dei manufatti architettonici e tali restituzioni<br />
si configurano come tecnica di rilevamento indiretto.