reale e/o virtuale nelle scene pittoriche del pintoricchio
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La scelta <strong>del</strong>l’organizzazione bidimensionale, che prevede comunque la possibilità di<br />
costruire in seguito un mo<strong>del</strong>lo fotografico interattivo, è motivata dall’intenzione di<br />
privilegiare la condivisione di valori storico-documentari alla ricostruzione artificiale<br />
di spazi virtuali che è possibile fruire nella loro realtà fisica e la cui qualità principale<br />
non può essere colta dalla percezione immediata <strong>del</strong>la spazialità, ma deve essere assaporata<br />
scoprendo poco per volta i tesori segreti custoditi nel cimitero.<br />
L’archivio <strong>del</strong>la memoria non intende sostituirsi al cimitero, ma affiancarlo, integrandone<br />
la visita con la possibilità di seguire percorsi tematici e trovare facilmente informazioni<br />
che permettano al visitatore di leggere valori e riferimenti. Così il museo digitale<br />
<strong>del</strong>la Villetta è allo stesso tempo un racconto <strong>del</strong>la storia civica recente e un invito<br />
aperto ad arricchire un archivio in perenne costruzione.<br />
Il museo digitale non intende simulare lo spazio <strong>reale</strong>, ma restituire alla conoscenza<br />
comune le informazioni e le relazioni che spiegano le architetture <strong>del</strong>l’Ottagono e da<br />
queste si dipanano, raccontando fatti e persone <strong>del</strong>la storia civica e come documento<br />
accessibile dalla rete esso può diventare un biglietto da visita <strong>del</strong>la città e <strong>del</strong>la sua<br />
storia. La rappresentazione digitale sullo schermo diventa così, come lo è il disegno,<br />
lo strumento per la visualizzazione di uno spazio mentale all’interno <strong>del</strong> quale ognuno<br />
può ricostruire le molteplici relazioni <strong>del</strong>la memoria e il continuo riflesso tra la città<br />
dei morti e quella dei vivi, come restituzione di un rilievo complesso di un bene culturale<br />
nel quale la qualità esula dall’architettura che ne raccoglie i riferimenti.<br />
Note<br />
L'archivio <strong>del</strong>la memoria<br />
1 Il museo digitale è il frutto <strong>del</strong>la rielaborazione di progetti di studio e ricerca condotti da Università<br />
di Parma, Dipartimento di Ingegneria, Civile <strong>del</strong>l’Ambiente, <strong>del</strong> Territorio e Architettura,<br />
Dipartimento di Chimica, Dipartimento di Storia e Istituto d’Arte Paolo Toschi (schedatura<br />
artistica curata da Giancarlo Gonizzi per ADE spa), condotti e coordinati per conto <strong>del</strong><br />
Comune di Parma dal dott. Gabriele Righi. Il progetto esecutivo è stato sviluppato da Erika<br />
Alberti e Donatella Bontempi, che hanno portato avanti i rilievi e gli studi di Cecilia Tedeschi,<br />
Carmen Nuzzo, Stefano Alfieri, Silvia Ombellini, Federica Ottoni, Elisa Adorni e Simone Riccardi<br />
(dottorandi e dottori di ricerca), la struttura informatica è opera <strong>del</strong>l’ing Giacomo Rabaglia<br />
di It City Spa.