reale e/o virtuale nelle scene pittoriche del pintoricchio

Nicola Pisacane
vanni Pipino da Barletta, il complesso di San Pietro a Majella; la chiesa, in origine,
aveva un impianto planimetrico differente da quello attuale: alla navata centrale si affiancavano
solo tre cappelle per lato.
L’età aragonese non porterà, nella zona in esame, notevoli trasformazioni edilizie. La
maggior parte degli interventi registrati sono a carattere civile 43 .
Il palazzo fatto costruire da Artusio Pappacoda presso le rampe San Giovanni Maggiore,
nel 1465, fu affittato al signore Orso de Orsinis, conte di Nola 44 . Sugli interventi
eseguiti su tale fabbrica in questo periodo, la critica è concorde solo sulla costruzione
del piccolo edificio adiacente alla chiesa di San Giovanni Maggiore; altri 45 ,
invece, attribuiscono il portale alla seconda metà del ‘400.
Sullo stesso fronte, salendo la via di Mezzocannone, il Capasso, individua le residenze
della famiglia Caetani, nonché alcune case appartenenti al vicino convento di San
Domenico . Adiacente a tali abitazioni sorgeva la cappella di Santa Maria ad fontanellam
distrutta agli inizi del XVII secolo. Il nome della cappella deriva dalla vicina
fontana “abbeveratora” situata nelle vicinanze. Tale fontana, fatta costruire da Alfonso
d’Aragona, era ornata da una scultura raffigurante, con molta probabilità, Ferrante
d’Aragona 46 . Questa presenza
spiega il toponimo
“Mezzocannone” dove per
cannone, come scrive il Celano,
si intende la “fistola
per dove sgorga l’acqua,
che da noi cannone si
chiama”. Sul fronte opposto,
abbiamo testimonianza
di altre residenze nobiliari:
all’angolo inferiore di via
Mezzocannone, il palazzo
della famiglia d’Alessandro,
nobili del Sedile di Porto;
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L’Università nell’area di Santa
Maria di Costantinopoli nel Centro
Storico di Napoli: lettura sincronica
e diacronica.
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