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reale e/o virtuale nelle scene pittoriche del pintoricchio

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Maria Rita Pizzurro<br />

Note<br />

1 H. BRESC, P. DI SALVO, Mulini ad acqua in Sicilia, Palermo 2001.<br />

2 Monte Jato, monte Pagnocco, monti Maya e Pelavet, monte la Pizzuta, creste Mirabella, pizzo<br />

Mirabella, monte Dammusi, monte Signora e monte <strong>del</strong>la Fiera.<br />

3 Abitata in epoca preistorica da popolazioni indigene -che hanno lasciato le loro tracce all’interno<br />

di grotte (si pensi, in particolare, alla grotta di Mirabella) e in numerose necropoli <strong>del</strong><br />

territorio- la Valle <strong>del</strong> fiume Jato fu amministrata, tra il X sec. a.C. ed il IV sec. a.C., da popolazioni<br />

elime, sicane e puniche (particolarmente interessante è, in questo periodo storico, la<br />

fondazione, sul monte Jato, <strong>del</strong>l’antica Jetas, città fortificata, posta in posizione elevata per dominare,<br />

da un versante, la Valle). Nel III secolo a.C., sotto il dominio di Roma, il paesaggio<br />

naturale si ricoprì di dorate distese di campi di grano. Ai romani seguì un breve periodo di dominazione<br />

bizantina di cui non si hanno notizie documentate. La presenza degli arabi -stanziatisi<br />

nel territorio <strong>del</strong>la Valle dall’827- è, invece, testimoniata dalle tracce di numerosi casali<br />

(Balat, Elcumeit, Licheni, Beluin, Salah, Rahaluta, Rahalgadid, Menselsarcun, etc.), e dal fiorire,<br />

nel territorio agrario, di nuove colture supportate da tecniche innovative di coltivazione e<br />

di irrigazione <strong>del</strong> suolo (A.I. LIMA, Atlante storico <strong>del</strong>le città italiane, Sicilia, Mon<strong>reale</strong>, Palermo<br />

1991, p. 11, p. 61). Alla fine <strong>del</strong> XII sec., l’intera Valle era inserita nella Magna Divisa Iati, che<br />

insieme con la Magna Divisa Corilionis e con Kalatatrasi formava il vasto territorio <strong>del</strong>l’Arcivescovato<br />

di Mon<strong>reale</strong>. In questo periodo, popolazioni di diverse etnie (cristiani, arabi, greci) risiedevano<br />

nei casali, nei castelli e nei borghi, aventi forme di matrice araba. Nel XIII secolo,<br />

sotto il regno di Federico II, si assistette a violenti scontri tra angioini, aragonesi, svevi, papato<br />

e baroni feudali per il possesso <strong>del</strong>le terre. Nei secoli successivi, la Valle, di proprietà <strong>del</strong>la diocesi<br />

di Mon<strong>reale</strong>, dovette affrontare alienazioni di feudi, epidemie di peste, saccheggi. Il paesaggio,<br />

particolarmente variegato, si presentava costellato da diverse masserie, molte <strong>del</strong>le quali<br />

edificate sui luoghi dei distrutti casali arabi. Nei pressi di tali architetture rurali -denominate<br />

frequentemente con i nomi dei feudi nei quali erano inserite- erano solitamente presenti, vigneti,<br />

giardini, pozzi e abbeveratoi. Le masserie più ricche di acque erano provviste di mulini<br />

(i due mulini <strong>del</strong>la Chiusa, il mulino <strong>del</strong>la Provvidenza, il mulino Fellamonica, il mulino Jato,<br />

il mulino Giambascio) e di cartiere (cartiera <strong>del</strong>la Chiusa); talvolta erano dotate anche di torre<br />

di avvistamento, come nel caso <strong>del</strong>la Torre Ferrara. Lontano dai grossi centri abitati di Mon<strong>reale</strong>,<br />

Partinico ed Alcamo, fino al 1700, il territorio era ancora poco industrializzato ed urbanizzato<br />

ed attraversato da poche strade e da tortuose mulattiere.<br />

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