reale e/o virtuale nelle scene pittoriche del pintoricchio

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836 L'archivio della memoria L’architettura chiusa del cimitero diventa un archivio della memoria, dove un’infilata di oggetti si contrappone ai percorsi non lineari del ricordo e un insieme di riferimenti individuali racconta le trasformazioni della società contemporanea; molteplici sono quindi le chiavi di lettura del monumento nel suo insieme, nel quale si sedimentano e si mischiano i ricordi della storia civica e nazionale, l’identità sociale delle comunità urbane, innumerevoli riferimenti formali alla città dei vivi, appena fuori del camposanto. La qualità dei monumenti celebra la memoria trasformando il cimitero in un museo vitale che non deve essere lasciato morire, preservandone la continuità d’uso e condividendone la conoscenza con strumenti appropriati. Rilevare il cimitero significa dipanare la matassa di riferimenti che raccontano la storia di una città e i valori di riferimento della sua popolazione; restituire di questa conoscenza implica il ricorso a modelli rappresentativi complessi, capaci di offrire un’immagine efficace non solo degli elementi fisici delle sue architetture, ma anche dei valori astratti che queste ricordano. La difficoltà di restituire la molteplicità delle chiavi di lettura dell’architettura come documento della storia e del costume, trova soddisfazione negli strumenti dell’informatica, con la creazione di un archivio digitale, ovvero di un museo virtuale a struttura bidimensionale, nel quale sia possibile raccogliere le informazioni disponibili, e quindi consultarle secondo percorsi e livelli di approfondimento personali. La risposta è quindi quella di riflettere la memoria costruita nel cimitero fisico nella dimensione virtuale di un museo digitale, capace di estendersi all’infinito, mantenendo le tracce delle continue trasformazioni e assecondare la libera associazione delle immagini mentali con i riferimenti concreti evocati dai monumenti funebri, secondo percorsi personali. Infatti è impossibile dare un ordine logico ai racconti del cimitero, perché il ricordo non segue percorsi lineari e ogni volta rincorre 3 3 Archivio virtuale, concezione.
Michela Rossi in modo diverso le tracce della memoria, inseguendo suggestioni che prendono forma nei segni che il rilievo raccoglie e l’archivio digitale conserva e descrive. Lo sviluppo del progetto adotta un modello espositivo bidimensionale nel quale gli approfondimenti sono anticipati da percorsi emozionali e visivi: i differenti livelli di lettura sono direttamente accessibili dal “cuore” del museo e graficamente ordinati intorno ad esso, con un approccio dinamico di suggestioni costruite con suoni e immagini che introducono una guida a oggetti e personaggi, organizzata in percorsi georeferenziati liberi. Dopo un avvicinamento “emozionale”, la fruizione della conoscenza avviene attraverso la presentazione statica di testi e immagini, che lasciano al “visitatore” il tempo necessario alla consultazione del materiale, costituito da schede descrittive, immagini e riproduzioni di documenti di archivio riferiti agli oggetti e schede biografiche riferite ai defunti, visualizzabile secondo percorsi tematici legati all’arte e alla storia, oltre ad una serie di approfondimenti critici e apparati di vario genere. La struttura informatica è un data-base, simile a quello già utilizzato per la schedatura architettonica delle unità contenute nel cimitero, ma aperto all’inserimento di nuove informazioni da parte del pubblico. 837 4 Archivio virtuale, struttura e interfaccia. 4
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