reale e/o virtuale nelle scene pittoriche del pintoricchio
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L’Università nel Centro Storico di Napoli<br />
tore, che prima avevano ospitato il Collegio Massimo dei Gesuiti. Tale trasformazione<br />
comportò un fecondo riordinamento degli istituti, con il conseguente aumento di alcune<br />
cattedre (matematica) e l’introduzione di nuove discipline (diritto di natura e<br />
<strong>del</strong>le genti). Si crearono nuove facoltà (Lettere e Scienze naturali) e si impiantarono<br />
le prime cliniche 63 .<br />
Un successivo sviluppo <strong>del</strong>l’Università di Napoli si ebbe con Giuseppe Bonaparte e<br />
con il suo successore Gioacchino Murat che istituirono la “Scuola di applicazione degli<br />
ingegneri di ponti e strade” che si insediò nel vicino complesso di Santa Maria<br />
Donnaròmita 64 .<br />
Un’altra istituzione a carattere educativo fu il “2° Reale Educandato” presso il convento<br />
dei Santissimi Marcellino e Festo. Proprio in tale complesso, è da ricordare il<br />
pregevole intervento, <strong>del</strong> 1772, di Luigi Vanvitelli: l’Oratorio <strong>del</strong>la Scala Santa.<br />
Intervento minore ma degno di menzione è, inoltre, il “vandalico arrotondamento”<br />
<strong>del</strong>l’angolo nord-est <strong>del</strong>la chiesa di San Pietro a Majella per agevolare il traffico sulla<br />
piazzetta (1838) 65 .<br />
Gli interventi per il risanamento dei quartieri di Porto, Pendino, Mercato e Vicaria 66 ,<br />
e le conseguenti opere per l’apertura di corso Umberto I, di ampliamento di via Mezzocannone<br />
e di sistemazione <strong>del</strong>la “citta<strong>del</strong>la universitaria”, trasformarono notevolmente,<br />
nel modo che tuttora vediamo, questa zona.<br />
L’apertura <strong>del</strong> corso Umberto I, infatti, rappresentò l’occasione per risistemare l’area<br />
universitaria che dal 1777 si era andata ad insediare, come si è detto, nel vicino con-