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"l'impegno" in formato pdf - Istituto per la storia della Resistenza e ...

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to a semplici leggende, “smascherate” <strong>per</strong><br />

così dire come tali, dietro alle quali viene<br />

espressamente rive<strong>la</strong>ta una realtà ben diversa:<br />

«Perché se <strong>la</strong> leggenda è quel<strong>la</strong> del capo<br />

romantico, del proteiforme bandito, <strong>la</strong> realtà<br />

è ben diversa: è quel<strong>la</strong> dell’organizzatore,<br />

dell’uomo che ha es<strong>per</strong>ienza del<strong>la</strong> vita<br />

politica e <strong>la</strong> conoscenza delle masse, del<br />

militante che sa ottenere <strong>la</strong> discipl<strong>in</strong>a, <strong>per</strong>ché<br />

sa esser discipl<strong>in</strong>ato verso i suoi dirigenti»<br />

8 .<br />

In questo passo i caratteri del mito di Moscatelli,<br />

<strong>in</strong>tessuti com’erano di richiami più<br />

o meno diretti a forme di ribellismo popo<strong>la</strong>re,<br />

sono sottoposti a revisione con l’immissione<br />

di contenuti più consoni al<strong>la</strong> mitologia<br />

di partito e al<strong>la</strong> militanza comunista del tempo.<br />

Il Partito comunista si mantenne <strong>in</strong>fatti<br />

Stefano Sa<strong>la</strong><br />

sempre ostile a comportamenti che potessero<br />

strizzare l’occhio a quello che il lessico<br />

comunista def<strong>in</strong>iva come “anarchismo”,<br />

<strong>la</strong> cui categoria raggruppava molte forme di<br />

sovversivismo spontaneista dal sapore popo<strong>la</strong>resco.<br />

La “vigi<strong>la</strong>nza rivoluzionaria” comunista<br />

contro ogni “deviazionismo” all’<strong>in</strong>terno<br />

o a s<strong>in</strong>istra del partito venne mantenuta<br />

alta <strong>per</strong> tutto il <strong>per</strong>iodo resistenziale, <strong>per</strong>s<strong>in</strong>o<br />

nell’estate del ’44, quando i gruppuscoli<br />

comunisti rivoluzionari che nacquero dopo<br />

il crollo del fascismo ai marg<strong>in</strong>i o fuori dal<br />

Pci, posizionandosi <strong>in</strong> quest’ultimo caso al<strong>la</strong><br />

sua s<strong>in</strong>istra, erano tutti stati riassorbiti o<br />

erano <strong>in</strong> via di riassorbimento all’<strong>in</strong>terno del<br />

partito stesso 9 . Grande fustigatore di quelle<br />

es<strong>per</strong>ienze “eretiche” fu, com’è noto, Pietro<br />

Secchia che, se vide nel “s<strong>in</strong>istrismo” -<br />

8 MARE [Gian Carlo Pajetta], op. cit., p. 28.<br />

9 I gruppi più importanti nati <strong>in</strong> quel <strong>per</strong>iodo al<strong>la</strong> s<strong>in</strong>istra del Pci furono il Movimento<br />

comunista d’Italia, meglio conosciuto dal nome del suo giornale, “Bandiera rossa”, e il<br />

Partito comunista <strong>in</strong>tegrale, anch’esso più noto dal nome del<strong>la</strong> sua testata, “Stel<strong>la</strong> rossa”.<br />

Il primo, attivo a Roma e nel Lazio, raggruppò forze eterogenee unite dal<strong>la</strong> critica al<strong>la</strong> politica<br />

ciellenistica del Pci e dal<strong>la</strong> volontà di combattere i nazifascisti: il gruppo - molto radicato nelle<br />

<strong>per</strong>iferie e nelle borgate del<strong>la</strong> capitale, dove manteneva forti legami con una tradizione di<br />

sovversivismo di stampo popo<strong>la</strong>re e “popo<strong>la</strong>no” - si dist<strong>in</strong>se anche <strong>per</strong> l’importantissima<br />

azione militare del<strong>la</strong> formazione partigiana omonima che, con oltre cento caduti accertati,<br />

fu una delle pr<strong>in</strong>cipali organizzazioni politico-militari del<strong>la</strong> <strong>Resistenza</strong> romana. Dopo <strong>la</strong> liberazione<br />

di Roma il movimento si sciolse e <strong>la</strong> maggioranza degli aderenti passò al Pci. “Stel<strong>la</strong><br />

rossa” di Tor<strong>in</strong>o, anch’esso ostile al<strong>la</strong> r<strong>in</strong>unciataria politica unitaria comunista, funzionò da<br />

polo di aggregazione delle istanze c<strong>la</strong>ssiste nate <strong>in</strong> ambiente o<strong>per</strong>aio ai marg<strong>in</strong>i del Pci:<br />

benché non impegnato direttamente nel<strong>la</strong> lotta armata, il gruppo non fu mai pregiudizialmente<br />

“attesista” e avrebbe f<strong>in</strong>ito prima <strong>per</strong> all<strong>in</strong>earsi al Pci durante gli scio<strong>per</strong>i del marzo del<br />

’44 e poi <strong>per</strong> confluirvi al pr<strong>in</strong>cipio del ’45. Decisivo <strong>per</strong> il riassorbimento nel Pci di questi<br />

due gruppi “dissidenti” fu il loro filosovietismo, scudo verso le accuse, partico<strong>la</strong>rmente<br />

<strong>in</strong>famanti, di “trockismo”. Marg<strong>in</strong>ale fu <strong>in</strong>vece l’<strong>in</strong>fluenza del Partito comunista <strong>in</strong>ternazionalista,<br />

che pure stampò a Tor<strong>in</strong>o il giornale “Prometeo”; il gruppo, di ispirazione bordighista,<br />

si segnalò <strong>per</strong> l’equidistanza mantenuta tra il blocco nazifascista e quello anglo-sovietico-americano<br />

- <strong>in</strong> ossequio al giudizio sull’Unione Sovietica ritenuta uno stato capitalista<br />

- e denunciò gli opposti “nazionalismi” estranei agli <strong>in</strong>teressi dei <strong>la</strong>voratori: fu dunque un<br />

gruppo che è possibile ritenere senz’altro “attesista”, che si pronunciò cioè <strong>per</strong> il disimpegno<br />

nel<strong>la</strong> <strong>Resistenza</strong>. Casi diversi sono <strong>in</strong>vece <strong>la</strong> testata mi<strong>la</strong>nese “Bandiera rossa”, da non<br />

confondersi con l’omonima pubblicazione romana, e il giornale “Il Lavoratore”. La prima va<br />

ricondotta al <strong>per</strong>corso politico di Lelio Basso, fondatore del Movimento di unità proletaria<br />

10 l’impegno

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