"l'impegno" in formato pdf - Istituto per la storia della Resistenza e ...
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ci del M<strong>in</strong>culpop (nel caso di eventuali<br />
“simpatie” di quel dicastero <strong>per</strong> specifici<br />
brani).<br />
D’altra parte era proprio il pubblico, anche<br />
quello culturalmente più preparato, a dichiarare<br />
di preferire “il sussurro” delle canzonette<br />
al grido altisonante degli <strong>in</strong>ni programmatici.<br />
Vale, su tutti, l’esempio fornito<br />
dal<strong>la</strong> lettera a<strong>per</strong>ta di Cesare Zavatt<strong>in</strong>i a Raul<br />
Chiodelli, direttore generale dell’Eiar, quando<br />
all’orizzonte dell’Europa m<strong>in</strong>acciosamente<br />
si stavano stagliando le nuvole di<br />
guerra («se fra poco dovremo marciare sulle<br />
Alpi, saremo reggimenti e reggimenti che<br />
marceremo cantando e fischiando C’è un<br />
uomo <strong>in</strong> mezzo al mare»).<br />
«Quando torno a casa, piuttosto stanco<br />
dal <strong>la</strong>voro, e, a<strong>per</strong>ta <strong>la</strong> porta, m’<strong>in</strong>vestono<br />
gli allegri ritmi di Barzizza, mi metto a bal<strong>la</strong>re<br />
il tip-tap. Sul Secolo Sera un collega ha<br />
scritto: “basta con l’amore blu, con l’amore<br />
rosa, con l’amore, l’amore, l’amore...”. Con<br />
tutto il rispetto possibile, temo che il valoroso<br />
collega del Secolo Sera non sia più giovanissimo.<br />
E del resto, quando sente Francesca<br />
Maria, cambi stazione. Sentirà Zavatt<strong>in</strong>i,<br />
<strong>per</strong> esempio, noioso, come tutti i conversatori<br />
del<strong>la</strong> radio. Credo di essere ascoltato<br />
da mia madre so<strong>la</strong>mente, forse <strong>per</strong>ché<br />
<strong>la</strong> mia cara madre si appiso<strong>la</strong> vic<strong>in</strong>o all’apparecchio<br />
come una volta vic<strong>in</strong>o al cam<strong>in</strong>etto.<br />
Evviva <strong>la</strong> canzonetta. Vorrei sentire Bamb<strong>in</strong>a<br />
<strong>in</strong>namorata suonata dall’orchestra<br />
del<strong>la</strong> Sca<strong>la</strong>. Senza retorica, se fra poco dovremo<br />
marciare sulle Alpi, saremo reggimenti<br />
e reggimenti che marceremo cantando e<br />
fischiando C’è un uomo <strong>in</strong> mezzo al mare.<br />
Amore blu, amore rosa, viva <strong>la</strong> luna, il mare<br />
azzurro, il sussurro» 74 .<br />
Conclusione<br />
Gioach<strong>in</strong>o Lanotte<br />
Nonostante i poderosi sforzi compiuti dal<br />
regime - anche attraverso le canzonette - di<br />
realizzare una compenetrazione tra privato<br />
e pubblico, tra <strong>in</strong>dividuo e nazione, tra guerra<br />
e pace, l’«azione quotidiana e metodica»<br />
auspicata dal duce non raggiunse gli esiti<br />
s<strong>per</strong>ati <strong>per</strong>ché andava a scontrarsi con i più<br />
elementari, privati, irresistibili sentimenti e<br />
affetti degli italiani.<br />
In tema di famiglia, ad esempio, il tentativo<br />
di circoscrivere <strong>in</strong> modo netto il suo <strong>per</strong>imetro,<br />
anche se utile <strong>per</strong> impedire una <strong>per</strong>icolosa<br />
democratizzazione del corpo sociale<br />
attraverso l’eventuale connessione fra le<br />
sue parti, f<strong>in</strong>ì <strong>per</strong> rive<strong>la</strong>rsi un’arma a doppio<br />
taglio. Entro quei conf<strong>in</strong>i <strong>in</strong>fatti, presero corpo<br />
le necessità di una sfera del privato che<br />
le pressioni di una socializzazione forzata<br />
avrebbe voluto governare. I pensieri <strong>in</strong>timi,<br />
le avversioni, i vizi («Si fa ma non si dice»,<br />
cantava significativamente Milly), trovavano,<br />
nell’ambito del<strong>la</strong> famiglia, <strong>la</strong> compensazione<br />
al tentativo di costruzione di una identità<br />
comune. Lo spazio del<strong>la</strong> famiglia qu<strong>in</strong>di<br />
diventava piuttosto il luogo dove far <strong>per</strong>severare<br />
le peculiarità degli <strong>in</strong>dividui e sviluppare<br />
eventuali atteggiamenti critici nei confronti<br />
del regime. Contrariamente ai disegni<br />
del fascismo, il nucleo familiare si sarebbe<br />
rive<strong>la</strong>to <strong>per</strong>ciò un ostacolo al<strong>la</strong> costruzione<br />
di una reale società di massa.<br />
Un lucido punto su questo contrasto è<br />
stato fatto da Lucio Vil<strong>la</strong>ri: «La <strong>storia</strong> dell’Italia<br />
fascista è costruita <strong>in</strong>fatti, come è<br />
noto, anche su un conflitto, molto spesso<br />
<strong>in</strong>consapevole o sommerso, tra <strong>la</strong> drammatica<br />
esibizione di un regime bellicoso e au-<br />
74 CESARE ZAVATTINI, Variazione sul tema del<strong>la</strong> “musica leggera e canzoni”, <strong>in</strong> “Radiocorriere”,<br />
n. 8, 19-25 febbraio 1939, p. 7.<br />
74 l’impegno