"l'impegno" in formato pdf - Istituto per la storia della Resistenza e ...
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saggi<br />
ORAZIO PAGGI<br />
Dove va <strong>la</strong> s<strong>in</strong>istra? (al c<strong>in</strong>ema)<br />
«Non so se sono una compagna», sussurra<br />
Laura Guidoni a Libero, <strong>in</strong> pieno fermento<br />
sessantott<strong>in</strong>o, ne “Il grande sogno” (2009)<br />
di Michele P<strong>la</strong>cido. Si tratta di un <strong>in</strong>terrogativo<br />
chiave di alcuni film usciti negli ultimi<br />
mesi, che hanno provato a riflettere sul<br />
complesso problema dell’essere comunista<br />
o dell’essere di s<strong>in</strong>istra. Uno sforzo non da<br />
poco, se si tiene presente l’<strong>in</strong>voluzione che<br />
il comunismo ha avuto dopo il 1989 e <strong>la</strong> demonizzazione<br />
che l’ideologia berlusconiana,<br />
pseudoliberale e pseudoliberista, ha fatto<br />
di esso 1 .<br />
Il c<strong>in</strong>ema italiano mostra <strong>per</strong>iodicamente<br />
segni di risveglio politico e civile, ponendosi<br />
<strong>in</strong> l<strong>in</strong>ea diretta con tutta una tradizione c<strong>in</strong>ematografica<br />
che parte dal neorealismo <strong>per</strong><br />
arrivare agli anni sessanta e settanta. Nelle<br />
ultime stagioni si possono ricordare o<strong>per</strong>e<br />
di impatto critico come “Il Divo” (2008), di<br />
Paolo Sorrent<strong>in</strong>o, “Gomorra” (2008), di Mat-<br />
teo Garrone, o “V<strong>in</strong>cere” (2009), di Marco<br />
Bellocchio. Rispetto al<strong>la</strong> carica corrosiva di<br />
queste pellicole, “Baarìa” (2009), di Giuseppe<br />
Tornatore, “Il grande sogno”, di Michele<br />
P<strong>la</strong>cido, “Cosmonauta” (2009), di Susanna<br />
Nicchiarelli, “La prima l<strong>in</strong>ea” (2009), di Renato<br />
De Maria, “Le ombre rosse” (2009), di<br />
Francesco Maselli, puntano ad una rappresentazione<br />
più storicistica, chiedendosi che<br />
cos’era e che cos’è <strong>la</strong> s<strong>in</strong>istra. L’analisi ontologica,<br />
di <strong>per</strong> sé <strong>in</strong>teressante, è <strong>per</strong>ò spesso<br />
<strong>in</strong>ficiata da esigenze di narratività, che <strong>in</strong>vadono<br />
il discorso filosofico-politico. Sono<br />
film che ricercano più <strong>la</strong> spettaco<strong>la</strong>rizzazione<br />
delle immag<strong>in</strong>i che non il rigore realistico.<br />
Merito di questi autori è di aver voluto<br />
dare visibilità all’universo comunista, attraverso<br />
<strong>in</strong>terpretazioni ed ango<strong>la</strong>zioni diverse,<br />
<strong>in</strong> grado di stimo<strong>la</strong>re un serio dibattito<br />
su di esso. In tempo di revisionismi e rimozioni<br />
culturali non è cosa da poco 2 .<br />
1 Una demonizzazione che è stata duramente <strong>la</strong>nciata anche contro il c<strong>in</strong>ema, che ha subito<br />
un attacco senza precedenti dal governo di centrodestra, al punto che Gianni Canova <strong>in</strong> Il<br />
c<strong>in</strong>ema italiano nell’era del cavaliere <strong>in</strong> “MicroMega”, n. 6, 2010, dichiara preoccupato<br />
che «a essere messo sotto accusa non è più solo questo o quel c<strong>in</strong>easta giudicato più o meno<br />
“comunista”, ma è il c<strong>in</strong>ema stesso <strong>in</strong> quanto dispositivo l<strong>in</strong>guistico, estetico e comunicazionale<br />
capace di produrre contemporaneamente spettacolo e cultura».<br />
2 Enrico Terrone nota <strong>in</strong> Vietato sognare, <strong>in</strong> “Segnoc<strong>in</strong>ema”, n. 160, novembre-dicembre<br />
2009, che «un film come Il grande sogno, <strong>per</strong> <strong>la</strong> mera rievocazione del conflitto sociale, <strong>per</strong><br />
il semplice gesto di dargli spazio e di portarlo al<strong>la</strong> luce risulta <strong>in</strong>tollerabile <strong>per</strong> il potere».<br />
a. XXX, n. s., n. 2, dicembre 2010<br />
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