"l'impegno" in formato pdf - Istituto per la storia della Resistenza e ...
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to del movimento rivoluzionario e romantico<br />
europeo, Visconti lo sprov<strong>in</strong>cializza e gli<br />
dà un respiro più ampio, sia da un punto di<br />
vista contenutistico, <strong>in</strong>serendo gli eventi<br />
nell’ambito del<strong>la</strong> guerra franco-prussiana,<br />
che da un punto di vista stilistico e culturale,<br />
utilizzando musiche non solo di Verdi, ma<br />
anche di Brückner, costruendo le <strong>in</strong>quadrature<br />
con precisi riferimenti pittorici italiani e<br />
stranieri e soprattutto dando al film <strong>la</strong> struttura<br />
del melodramma, forma d’arte <strong>in</strong> cui<br />
l’Italia eccelle nel panorama artistico <strong>in</strong>ternazionale.<br />
Come si ev<strong>in</strong>ce già dal<strong>la</strong> prima scena, ambientata<br />
<strong>in</strong> teatro durante <strong>la</strong> rappresentazione<br />
de “Il Trovatore” di Giuseppe Verdi e nel<strong>la</strong><br />
quale vengono messi <strong>in</strong> campo tutti gli<br />
<strong>in</strong>gredienti che saranno sviluppati successivamente<br />
(<strong>per</strong>sonaggi e ricostruzione del<br />
clima politico), il film è tutto giocato sul rapporto<br />
tra realtà e f<strong>in</strong>zione, tra <strong>storia</strong> e teatro,<br />
ben simboleggiato da due elementi che <strong>per</strong>corrono<br />
l’<strong>in</strong>tera o<strong>per</strong>a: lo specchio e il velo.<br />
Rappresentazione di una aristocrazia che fa<br />
dell’artificio <strong>la</strong> sua caratteristica dist<strong>in</strong>tiva,<br />
lo specchio è segno dell’autoreferenzialità<br />
di una c<strong>la</strong>sse al<strong>la</strong> quale, <strong>in</strong>capace di farsi<br />
motore di una vera rivoluzione democratica,<br />
non resta altro che guardare se stessa e<br />
il proprio decl<strong>in</strong>o. Il velo che Livia <strong>in</strong>dossa<br />
è <strong>in</strong>vece simbolo del nascondimento del<strong>la</strong><br />
propria natura che <strong>la</strong> donna mette <strong>in</strong> atto<br />
tanto nei confronti degli altri che di se stessa,<br />
f<strong>in</strong>o al momento <strong>in</strong> cui, messa a nudo da<br />
Franz e sve<strong>la</strong>ta al di sotto del<strong>la</strong> f<strong>in</strong>zione <strong>la</strong><br />
verità del<strong>la</strong> sua essenza, è costretta a fare i<br />
conti con <strong>la</strong> propria coscienza e il proprio<br />
tradimento di ogni pr<strong>in</strong>cipio morale.<br />
La mess<strong>in</strong>scena teatrale del film, <strong>la</strong> cura<br />
<strong>per</strong> il dettaglio nelle scenografie, <strong>la</strong> fotografia<br />
che utilizza un diverso colore dom<strong>in</strong>ante<br />
<strong>per</strong> connotare ogni scena arricchendo<strong>la</strong> di<br />
significati, il richiamo al<strong>la</strong> pittura dei macchiaioli<br />
(Fattori e Signor<strong>in</strong>i <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re),<br />
attività dell’<strong>Istituto</strong><br />
<strong>la</strong> recitazione enfatica ed espressionista<br />
degli attori, sono tutti elementi che fanno<br />
di “Senso” un’o<strong>per</strong>a <strong>in</strong> cui il contesto risorgimentale<br />
del<strong>la</strong> vicenda narrata risulta a tratti<br />
sopraffatto dal tono melodrammatico prevalente,<br />
a differenza di ciò che accade ne “Il<br />
Gattopardo” (1963), che va più <strong>in</strong> profondità<br />
nell’analizzare il tema ricorrente del Risorgimento<br />
come rivoluzione mancata.<br />
Come nel romanzo di Giuseppe Tomasi di<br />
Lampedusa da cui è tratto, nel film di Visconti,<br />
molto fedele all’orig<strong>in</strong>ale, spicca <strong>la</strong> mal<strong>in</strong>conica<br />
descrizione di un’aristocrazia fondiaria<br />
reazionaria e conservatrice, rappresentata<br />
da don Fabrizio Sal<strong>in</strong>a (Burt Lancaster),<br />
che vive con smarrimento, <strong>in</strong> una Sicilia ottocentesca<br />
immobile da generazioni, <strong>la</strong> rottura<br />
improvvisa determ<strong>in</strong>ata dall’arrivo dei<br />
garibald<strong>in</strong>i. Il mondo dei proprietari fondiari<br />
siciliani <strong>in</strong> decadenza è <strong>per</strong>ò, come nel<br />
romanzo, messo <strong>in</strong> luce da Visconti nei suoi<br />
aspetti positivi, quali il rispetto <strong>per</strong> riti e tradizioni<br />
seco<strong>la</strong>ri che conservano <strong>in</strong>tatto il<br />
loro fasc<strong>in</strong>o e l’amore <strong>per</strong> <strong>la</strong> cultura e <strong>per</strong> il<br />
valore <strong>in</strong>tr<strong>in</strong>seco del<strong>la</strong> bellezza, che compongono<br />
una visione romantica e poetica dell’esistenza,<br />
<strong>in</strong> contrapposizione netta con i<br />
tratti caratteristici del<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse borghese che<br />
si prepara a subentrare.<br />
Entra <strong>in</strong> gioco <strong>in</strong>fatti ne “Il Gattopardo”,<br />
accanto al concetto di Risorgimento come<br />
rivoluzione tradita, <strong>la</strong> constatazione dell’immutabilità<br />
del potere e del<strong>la</strong> impossibilità di<br />
o<strong>per</strong>are un effettivo e non meramente su<strong>per</strong>ficiale<br />
cambiamento del<strong>la</strong> realtà politica<br />
e sociale del Paese. Il risultato cui approda<br />
il moto risorgimentale, tradito nei suoi <strong>in</strong>tenti<br />
orig<strong>in</strong>ari, non è <strong>in</strong>fatti nient’altro che <strong>la</strong><br />
semplice sostituzione di una struttura di<br />
potere aristocratica con un’analoga struttura<br />
di potere borghese, con l’aggravante<br />
che <strong>la</strong> nuova c<strong>la</strong>sse dirigente mutua da chi<br />
l’ha preceduta solo gli aspetti peggiori, r<strong>in</strong>unciando<br />
<strong>in</strong> nome dell’ascesa sociale e del-<br />
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