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"l'impegno" in formato pdf - Istituto per la storia della Resistenza e ...

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Conclusioni<br />

La grande guerra, lenta, monotona, con<br />

caratteristiche non tradizionali aveva <strong>la</strong>sciato<br />

lo scontento generale. Il 10 <strong>per</strong> cento di<br />

coloro che erano partiti non era tornato, <strong>in</strong>tere<br />

generazioni erano state falciate. Solo <strong>in</strong><br />

questo senso «si avvertì che l’Italia esisteva<br />

e che anzi doveva essere una cosa grande<br />

e terribile, se era costata tanto sangue a ogni<br />

più picco<strong>la</strong> comunità, senza risparmiarne<br />

nessuna» 70 . Crescent<strong>in</strong>o si trovò <strong>in</strong> uno stato<br />

di disagio <strong>per</strong> il tributo di sangue, pagato<br />

<strong>per</strong> lo più dai contad<strong>in</strong>i, e <strong>per</strong> le promesse<br />

tradite. Il carovita e <strong>la</strong> disoccupazione<br />

colpirono <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione.<br />

Il fante-contad<strong>in</strong>o, tornato a casa dopo <strong>la</strong><br />

tragica avventura bellica, aveva dimostrato<br />

di sa<strong>per</strong> risolvere problemi pratici e di sopportare<br />

con fatalismo privazioni e <strong>in</strong>certezze.<br />

Aveva obbedito agli ord<strong>in</strong>i ed aveva acquisito<br />

una nuova coscienza, che <strong>in</strong>tendeva far<br />

valere <strong>in</strong> tempo di pace.<br />

In Italia, <strong>la</strong> guerra non aveva soltanto unito,<br />

ma anche diviso e molti, dopo <strong>la</strong> vittoria,<br />

cont<strong>in</strong>uarono a considerar<strong>la</strong> una “<strong>in</strong>utile<br />

strage”. Perciò, <strong>in</strong> seguito a vari stimoli concomitanti,<br />

dall’alto e dal basso, sorsero i monumenti<br />

ai caduti, <strong>in</strong> ricordo del<strong>la</strong> fatica e<br />

del<strong>la</strong> morte del soldato semplice, ma anche<br />

di chi si era opposto o aveva subito <strong>la</strong> guerra.<br />

Marilena Vittone<br />

L’iconografia ufficiale accomunò immag<strong>in</strong>i<br />

e simboli: rocce, bandiere, elmetti, aquile,<br />

armi e statue bronzee (soldati o figure femm<strong>in</strong>ili<br />

piangenti/l’Italia-madre), con epigrafi<br />

circondate di alloro, spesso tutte simili.<br />

I segni di forza e di vittoria si unirono a<br />

parole sacrificali e funebri. Elementi propri<br />

del<strong>la</strong> tradizione religiosa si mesco<strong>la</strong>rono ad<br />

altri estranei e produssero nuovi simboli e<br />

parole d’ord<strong>in</strong>e, che sarebbero stati ripetuti<br />

<strong>per</strong> altri vent’anni. Manipo<strong>la</strong>zione dell’immag<strong>in</strong>ario,<br />

miti comuni, organizzazione del<br />

consenso, ord<strong>in</strong>e gerarchico e “spirito combattentistico<br />

delle tr<strong>in</strong>cee” sarebbero stati<br />

al<strong>la</strong> base di un regime autoritario.<br />

Il neonato fascismo trovò un’occasione<br />

di co<strong>in</strong>volgimento proprio nel<strong>la</strong> grande guerra,<br />

che, tra l’altro, aveva portato all’estremo<br />

<strong>la</strong> contrapposizione tra amico e nemico<br />

con componenti razziste e allo svuotamento<br />

delle istituzioni par<strong>la</strong>mentari.<br />

Nel 1921 si creò una grande mobilitazione<br />

nazionale <strong>per</strong> il Milite ignoto che fu tras<strong>la</strong>to<br />

a Roma nel mese di novembre; fu proprio<br />

Cesare Maria De Vecchi, al<strong>la</strong> Camera, il<br />

re<strong>la</strong>tore del<strong>la</strong> legge.<br />

Per tener desta <strong>la</strong> memoria del conflitto,<br />

<strong>per</strong> diffondere e radicare sentimenti patriottici<br />

e mettere <strong>in</strong> o<strong>per</strong>a un modello cont<strong>in</strong>uo<br />

di mobilitazione di massa, si <strong>in</strong>ventarono i<br />

parchi del<strong>la</strong> rimembranza (dicembre 1922,<br />

primo governo Mussol<strong>in</strong>i) 71 . Nacquero me-<br />

70 A. GIBELLI, op. cit., p. 11. Nel complesso, i soldati caduti furono 650.000 (100.000 di stenti<br />

<strong>in</strong> prigionia); una leva si era <strong>per</strong>duta (7.500 tra i 17 e i 18 anni ); cent<strong>in</strong>aia di migliaia i feriti<br />

e gli <strong>in</strong>validi; poi, c’erano quelli che tornavano vivi, ma “ma<strong>la</strong>ti dentro”.<br />

71 Ancora <strong>la</strong> grande guerra e i suoi strascichi a Crescent<strong>in</strong>o, <strong>in</strong> ASC, Atti del<strong>la</strong> Giunta comunale,<br />

16 aprile 1923: istituita una commissione <strong>per</strong> il viale del<strong>la</strong> Rimembranza «<strong>per</strong>ché <strong>la</strong><br />

comunità deve ricordare i nostri valorosi soldati, che durante <strong>la</strong> grande e vittoriosa guerra<br />

ultima combattutasi, sacrificarono <strong>la</strong> loro vita <strong>per</strong> <strong>la</strong> grandezza dell’Italia». Il 2 ottobre, ad<br />

un ex cappel<strong>la</strong>no militare del battaglione alp<strong>in</strong>o “F<strong>in</strong>estrelle” fu affidato l’<strong>in</strong>carico di bibliotecario<br />

<strong>per</strong> 800 lire mensili. Il 9 dicembre fu decisa <strong>la</strong> vendita del bosco ceduo <strong>in</strong> alcune regioni<br />

comunali al<strong>la</strong> Associazione dei combattenti di Crescent<strong>in</strong>o, «a favore dei componenti bisognosi<br />

del<strong>la</strong> sezione stessa». Il 24 dicembre <strong>la</strong> Giunta contribuì con lire 100 al<strong>la</strong> costruzione<br />

50 l’impegno

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