"l'impegno" in formato pdf - Istituto per la storia della Resistenza e ...
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Dove va <strong>la</strong> s<strong>in</strong>istra? (al c<strong>in</strong>ema)<br />
sia sta nel contestare l’emarg<strong>in</strong>azione del<strong>la</strong><br />
donna all’<strong>in</strong>terno del partito e nel battersi<br />
<strong>per</strong> una piena uguaglianza dei sessi. È scocciata<br />
nel vedere che i suoi <strong>in</strong>terventi <strong>in</strong> sezione<br />
non sono ascoltati dai coetanei, se<br />
non addirittura sbeffeggiati, come quando<br />
propone di scrivere una lettera a Kruscëv<br />
aff<strong>in</strong>ché <strong>in</strong>vii nello spazio una donna cosmonauta<br />
- le donne vogliono <strong>la</strong> <strong>la</strong>vatrice non<br />
una nave spaziale, le viene causticamente<br />
controbattuto. Ma è ancora più irritata dal<strong>la</strong><br />
passività e subalternità di Marisa, un’amica<br />
di famiglia che le fa da chioccia nel<strong>la</strong> sezione.<br />
Quando Luciana le confida le sue frustrazioni,<br />
questa le risponde che <strong>per</strong> le donne<br />
fare politica è più difficile e che (riferendosi<br />
al putiferio sentimentale scatenato dal<strong>la</strong><br />
ragazza) devono stare attente al<strong>la</strong> loro reputazione,<br />
<strong>per</strong>ché i comportamenti irrego<strong>la</strong>ri e<br />
p<strong>la</strong>teali non sono ammessi. Dietro ad una<br />
morale <strong>per</strong>benista emerge un maschilismo<br />
tradizionale che vorrebbe relegare <strong>la</strong> donna<br />
al c<strong>la</strong>ssico modello di angelo del foco<strong>la</strong>re.<br />
Proprio quello che Luciana non accetta.<br />
Il rigore politico, immorta<strong>la</strong>to dall’immag<strong>in</strong>e<br />
di Marx, Engels e Len<strong>in</strong> su un muro<br />
rosso, davanti al<strong>la</strong> quale si consumano i litigi,<br />
le discussioni, gli scontri nel<strong>la</strong> sezione,<br />
stride con <strong>la</strong> grettezza piccolo borghese degli<br />
iscritti, che si <strong>per</strong>dono <strong>in</strong> beghe da osteria<br />
smarrendo il senso del tempo. Luciana,<br />
con il suo femm<strong>in</strong>ismo ante litteram, scuote<br />
il monolitismo del partito, anticipando le<br />
pulsioni e le <strong>in</strong>quietud<strong>in</strong>i femm<strong>in</strong>ili che lo attraverseranno<br />
a partire dagli anni sessanta.<br />
È parente stretta del<strong>la</strong> Laura di P<strong>la</strong>cido e<br />
del<strong>la</strong> Margherita di Maselli. Donne che testimoniano<br />
un disagio ideologico oltre che<br />
esistenziale. Non hanno paura di guardarsi<br />
dentro, di cogliere le ragioni dell’agire e di<br />
confrontarle con il microcosmo <strong>in</strong> cui si arrabattano.<br />
Sostanzialmente il loro “essere<br />
<strong>per</strong>” (gli altri, <strong>la</strong> lotta, <strong>la</strong> libertà, il comunismo)<br />
è un atto d’accusa al<strong>la</strong> mentalità dog-<br />
matica del<strong>la</strong> società ed all’uso di una metodologia<br />
politica rigida, fissa, conservatrice,<br />
che non sa o non vuole r<strong>in</strong>novarsi. In questi<br />
film, “comuniste”, nell’accezione pura del<br />
term<strong>in</strong>e, sono proprio loro, le donne: forti,<br />
determ<strong>in</strong>ate, etiche nelle scelte. Molto più<br />
degli uom<strong>in</strong>i, prigionieri delle proprie illusioni,<br />
piegati al<strong>la</strong> sconfitta. Luciana, Laura,<br />
Margherita, pur con limiti ed errori, rappresentano<br />
<strong>la</strong> modernità politica ed un monito<br />
a liberarsi di quei pessimismi e piagnistei che<br />
troppe volte hanno <strong>in</strong>chiodato <strong>la</strong> s<strong>in</strong>istra all’<strong>in</strong>azione.<br />
Se, a confronto di Pepp<strong>in</strong>o, figure come<br />
Luciana o Laura si propongono come diversità<br />
dialettica, il suo vero opposto è <strong>per</strong>ò Libero,<br />
uno dei <strong>per</strong>sonaggi de “Il grande sogno”.<br />
Pure lui proviene da una famiglia comunista,<br />
è stato iscritto al Pci, è andato <strong>in</strong><br />
Unione Sovietica. Ma è ormai giunto al<strong>la</strong><br />
consapevolezza che il Pci, fermo nel suo immobilismo,<br />
sia morto. A Laura confida che i<br />
comunisti «vivono al presente, stando al<br />
passato», <strong>la</strong> loro politica poteva andare bene<br />
nel dopoguerra, ora gli obiettivi sono<br />
altri. Libero è oltre <strong>la</strong> dialettica del partito,<br />
guarda avanti, cercando di progettare confusamente<br />
un programma d’azione capace<br />
di coniugare teoria e prassi. In realtà <strong>la</strong> sua<br />
ideologia appare semplicistica, priva di logica,<br />
fatta più di slogan di facile presa che<br />
non di un’ampia e consapevole visione d’<strong>in</strong>sieme.<br />
Molto su<strong>per</strong>ficialmente si limita ad<br />
affermare che l’occupazione dell’università<br />
è il punto di partenza <strong>per</strong> «mettere <strong>in</strong> discussione<br />
<strong>la</strong> società e il sistema capitalistico<br />
nel suo <strong>in</strong>sieme». Non vengono <strong>per</strong>ò enunciati<br />
modalità, strumenti, contenuti <strong>per</strong><br />
dare avvio a tale ribaltamento. Siamo dalle<br />
parti di un ribellismo giovanilistico ist<strong>in</strong>tivo<br />
e passionale, lontano da un atteggiamento<br />
razionalistico. Solo dopo <strong>la</strong> carica di polizia<br />
contro <strong>la</strong> manifestazione pacifica dei<br />
contad<strong>in</strong>i di Avo<strong>la</strong>, Libero prende atto del-<br />
a. XXX, n. s., n. 2, dicembre 2010 83