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Periodico elettronico di informazione motociclistica<br />

PRoVE nEWS <strong>Moto</strong>GP DAKAR SPoRt<br />

la Dakar e la parte oscura<br />

della nostra passione<br />

di Piero Batini | negli ultimi anni mi è parso di assistere ad una<br />

crescente consapevolezza, da parte dei partecipanti alla Dakar, della<br />

presenza del rischio in questa corsa appassionante da cui mi sono<br />

allontanato per poi riavvicinarmi<br />

Non è mai facile affrontare<br />

la parte oscura<br />

della nostra passione.<br />

troppo spesso questa è dipinta<br />

dei colori dell’entusiasmo, con<br />

quella pos<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à intransigente<br />

che accende i toni più vividi e<br />

tende a cancellare le tonal<strong>it</strong>à<br />

meno avvincenti. La Dakar è<br />

una lunga storia di passione e<br />

di entusiasmi, ma è anche la<br />

storia triste di decine di tristissime<br />

vicende. La morte è l’altra<br />

facciata di uno sport rischioso,<br />

è l’emblema del rischio nella<br />

sua forma più acuta ed esemplare,<br />

ed anche, spesso, la più<br />

trascurata poichè non valutata,<br />

sottovalutata o r<strong>it</strong>enuta un<br />

evento del tutto fortu<strong>it</strong>o, quindi<br />

ingestibile. Dalla sua prima<br />

edizione la Dakar ha iniziato a<br />

contare i suoi morti. nel 1979 fu<br />

Patrick Dodin, caduto mentre<br />

tentava di allacciarsi il casco<br />

per prendere il via della tappa<br />

Agadez - tahoua. il 1° gennaio<br />

2012 è la volta di Jorge Andrés<br />

Martinez Boero, padre di una<br />

bambina di due anni, e figlio<br />

d’arte, del Campione nazionale<br />

1982 turismo-Strada. Per una<br />

42<br />

Dakar sono morti piloti, copiloti, meccanici, giornalisti, cantanti,<br />

spettatori. M<strong>it</strong>i, personaggi indimenticabili o ai quali si era legati<br />

da un affetto al di là della relazione di ruolo, come Fabrizio Meoni.<br />

Sono morti mentre pilotavano, colp<strong>it</strong>i dalla pallottola di una disputa<br />

dissennata, come Charles Cabanne, o saltati in aria, come Laurent<br />

Gueguén, su una vecchia mina depos<strong>it</strong>ata per uccidere, ma<br />

in un’altra epoca non potuta cancellare completamente, travolti<br />

da un auto o da una moto in corsa. Quando un fatto luttuoso colpisce<br />

un evento sportivo, e non solo sportivo, certo, il mondo pare<br />

dividersi in più fazioni. C’è chi aggiorna il triste record, chi si sente<br />

immediatamente in dovere di condannare, chi chiama in causa il<br />

destino, chi si riferisce a circostanze del tutto fortu<strong>it</strong>e, quasi estranee<br />

all’evento, chi si preoccupa di ammantare quest’ultimo di fatalismo<br />

e chi di enfatizzarne luoghi ormai divenuti comuni, come<br />

il lapidario “lo spettacolo va avanti”. il Sud America è più sicuro<br />

dell’Africa, si diceva e si dice, ma nel 2009 Pascal terry fu trovato<br />

privo di v<strong>it</strong>a tre giorni dopo essere scomparso, in Argentina. Una<br />

mostruos<strong>it</strong>à incredibile, somma di circostanze paradossali, ma<br />

che ha prodotto lo stesso, infausto es<strong>it</strong>o di un incidente di guida,<br />

di corsa. Ho dovuto passare in rassegna parecchi di questi eventi,<br />

sempre troppi quando sono più di zero, ed ogni volta ho reag<strong>it</strong>o<br />

allo stesso modo, incapace di reagire, inebet<strong>it</strong>o dalla mostruos<strong>it</strong>à<br />

del contrasto passione-morte. incapace anche di assumere una<br />

posizione al riguardo, di intraprendere un’azione diretta tesa a lenire<br />

la tristezza. negli ultimi anni mi è parso di assistere ad una<br />

crescente consapevolezza, da parte dei partecipanti alla Dakar,<br />

della presenza del rischio in questa corsa appassionante. Prima<br />

cap<strong>it</strong>ava anche di pensare che ci fosse una sorta di rifiuto, soprattutto<br />

da parte dei piloti, di r<strong>it</strong>enere la disgrazia un fatto possibile,<br />

o una possibil<strong>it</strong>à che diventasse un destino proprio. E d’altro canto<br />

non mi sono mai sent<strong>it</strong>o di accusare nessuno, in nessun modo,<br />

di leggerezza o di abuso di coraggio. non per superficial<strong>it</strong>à, ma<br />

semplicemente perchè emettere un verdetto così grave è di per sè<br />

un abuso, per gli uomini di questa terra. Dalla Dakar mi sono allontanato,<br />

per poi tornarvi, spinto, respinto e di nuovo attratto dalla<br />

passione per questa avventura per molti versi straordinaria, e non<br />

solo perchè fuori dall’ordinario. Quando morì Richard Sainct, Fabrizio<br />

Meoni disse che il suo amico era morto mentre faceva quello<br />

che gli piaceva. Mi ci è voluto del tempo per pensare che non era<br />

una ragione, una spiegazione, ma semplicemente la definizione<br />

di una circostanza. Da allora continuo a farmi la stessa domanda,<br />

ogni volta che cap<strong>it</strong>a, e mi rispondo che, tra le mille ragioni che<br />

determinano un fatto come quello del 1° gennaio 2012, del quale<br />

si è riluttanti a parlare, l’unica vera è proprio quella circostanza,<br />

che non modifica la grav<strong>it</strong>à dell’evento e non lo posiziona in altro<br />

luogo che in un’atmosfera di indesiderata ed insopportabile tragedia.<br />

La Dakar è ed è stata una corsa con un alto potenziale di<br />

rischio. oggi lo è meno perchè si è cercato in tutti i modi di correre<br />

verso una sempre maggiore, seppure irraggiungibile sicurezza<br />

23 Gennaio<br />

2012<br />

»»<br />

»<br />

Anno<br />

02<br />

numero<br />

45<br />

<strong>Sport</strong><br />

assoluta. Deve essere accettata,<br />

da parte di chi la vive, anche<br />

a queste condizioni, purchè se<br />

ne sia consapevoli e non si r<strong>it</strong>enga<br />

il pericolo una cosa che<br />

non ci riguarda. o rifiutata, se<br />

non c’è ragione al mondo per<br />

accettare il fatto che porti in sé<br />

la possibil<strong>it</strong>à di un rischio fatale.<br />

non c’è ricerca di morale,<br />

in quello che scrivo, è solo un<br />

pensiero che non mi lascia da<br />

quando ho saputo, e che è rivolto<br />

a tutti i cari di Jorge André<br />

Martinez Boero, che non ho mai<br />

conosciuto ma che condivideva<br />

la nostra stessa passione.<br />

43

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