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Periodico elettronico di informazione motociclistica<br />
PRoVE nEWS <strong>Moto</strong>GP DAKAR SPoRt<br />
Dakar 2012. la v<strong>it</strong>a dei privati al bivacco<br />
di Piero Batini | La tappa marathon è una delle s<strong>it</strong>uazioni più<br />
affascinanti della Dakar. C’è un’atmosfera di maggiore intim<strong>it</strong>à,<br />
e ogni pilota tira fuori la lista delle operazioni per il tagliando,<br />
preparata dal meccanico che per un giorno non c’è<br />
Il bivacco della tappa marathon<br />
e le “Casse”<br />
La tappa marathon è una<br />
delle s<strong>it</strong>uazioni più affascinanti<br />
della Dakar. i piloti sono arrivati<br />
alla spicciolata, hanno preso<br />
possesso del loro fazzoletto<br />
di terra al bivacco, ed hanno<br />
cominciato a pensare alle loro<br />
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cose come accadeva una volta: da soli. non ci sono i mezzi di assistenza,<br />
gli assistenti, e i decibel di rumore generati dai gruppi<br />
elettrogeni sono crollati. C’è un’atmosfera di maggiore intim<strong>it</strong>à, e<br />
ciascuno dei piloti tira fuori dalla giacca la propria lista delle operazioni<br />
per il tagliando, preparata dal meccanico che per un giorno<br />
non c’è. Ma i “privati” il meccanico spesso non ce l’hanno neanche<br />
gli altri giorni, ed al bivacco della tappa marathon anche i più “privatoni”<br />
fanno un passo avanti, perchè gli ufficiali si rendono conto<br />
“da vicino” di che v<strong>it</strong>a fanno i “barboni”. Qualcuno, beninteso, è<br />
“clochard”, è “privato” per scelta e non per necess<strong>it</strong>à, ed intende<br />
la Dakar solo in questo modo: lui, la sua moto, il suo marsupio. E<br />
la sua Cassa. Da 17 anni, alla Dakar, gli organizzatori trasportano<br />
una “cassa”, dove il Pilota stipa un picolo campionario di essenzial<strong>it</strong>à:<br />
lo spazzolino da denti, la felpa, mutande, 100 grammi di<br />
piume dentro un sacco a pelo, un pistone, la centralina, la pomata<br />
di Fissan, le leve, fasci di fascette, lampadine, v<strong>it</strong>i e bulloni, 125cc<br />
di grappa o di olio degli ulivi di casa sua. All’esterno il numero di<br />
gara, all’interno del coperchio è incollata la lista delle centinaia di<br />
cose, scelte con cura e pensate, sopravissute tra mille all’esclusione<br />
perchè r<strong>it</strong>enute necessarie. il contenuto deve stare tutto in una<br />
cassa delle dimensioni di 80 per 40 centimetri, alte non ricordo<br />
più quanto, che i piloti privati senza assistenza trovano ogni sera<br />
insieme ad una coppia di ruote. Le casse sono trasportate da un<br />
camion, una volta addir<strong>it</strong>tura da un aereo, l’”aereo delle casse”,<br />
autentico epicentro della notte del bivacco. Attorno al camion della<br />
casse, o all’aereo della casse, sono state scr<strong>it</strong>te intere epopee<br />
della Dakar. Al culmine della sua parabola c’erano elettric<strong>it</strong>à, enormi<br />
punti luce, caffè, compressori ed utensili, bottiglie di Pastis, la<br />
pressa, sigarette, tecnici geniali capaci di tagliare, piegare, saldare,<br />
disponibili tutta la notte, perchè non si dormiva mai al camion<br />
(o l’aereo) della Casse. C’erano persino sponsor per quell’aereo,<br />
che vedevano lì l’anima della Dakar, quella vera. E naturalmente<br />
23 Gennaio<br />
2012<br />
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»<br />
Anno<br />
02<br />
numero<br />
45<br />
<strong>Sport</strong><br />
Piloti per tutta la notte, al lavoro<br />
fino all’alba, anche fino a cinque<br />
minuti prima di partire per<br />
la tappa.<br />
Qualche lustro fa dal ventre<br />
dell’aereo scendevano, per<br />
risalire al mattino dopo, miracolosamente<br />
richiuse e coscienziosamente<br />
radunate ai<br />
suoi piedi, centinaia di casse<br />
e di ruote. oggi i “privatoni”, e<br />
conseguentemente le Casse,<br />
sono sulla via dell’estinzione, si<br />
contano sulle d<strong>it</strong>a di un paio di<br />
mani, ed attorno a quelle Casse<br />
non c’è più la stessa atmosfera.Gli<br />
organizzatori pensano<br />
addr<strong>it</strong>tura di abolirle, perchè<br />
sono un costo e perchè, dicono,<br />
i privati ormai preferiscono<br />
spendere qualche soldo di più<br />
ed avere, o condividere, un’assistenza<br />
propriamente detta.<br />
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