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che tutto il suo talento è ancora<br />

a disposizione. La seconda<br />

tappa era, invece, “autentica”.<br />

Lunghissima, con una speciale<br />

velocissima e rischiosa, con<br />

un caldo asfissiante. Lopez ha<br />

aperto la pista per buona parte<br />

della giornata, ha concluso con<br />

un eccezionale quarto posto, è<br />

secondo in classifica generale.<br />

in tre parole: Lopez c’è.<br />

alessando Botturi<br />

Alessando Botturi, 36 anni.<br />

Campione di Rugby, Campione<br />

di Enduro. Un fisico colossale,<br />

la passione per le gare “dure”,<br />

estreme, un carattere calmo,<br />

semplice e determinato.<br />

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Periodico elettronico di informazione motociclistica<br />

PRoVE nEWS <strong>Moto</strong>GP DAKAR SPoRt<br />

il nuovo team Bordone-Ferrari è nato anche, almeno un po’, attorno<br />

al Campione di Lumezzane, che non si capac<strong>it</strong>a ancora della<br />

fortuna che ha avuto, entrare alla Dakar... dalla porta principale.<br />

Dopo due giorni di gara Botturi è il migliore degli <strong>it</strong>aliani, sedicesimo<br />

assoluto, ed anche questo è un fatto a cui stenta a credere.<br />

Per due volte Alessandro ha dovuto imparare a fare qualcosa di<br />

importante, e per due volte è riusc<strong>it</strong>o a farlo bene. nessun dubbio<br />

che cercherà di fare altrettanto la terza volta che riparte da zero.<br />

Botturi è spinto da una passione spropos<strong>it</strong>ata per questa corsa,<br />

è ancora più sognante che “presente”, e si rammarica continuamente<br />

di non essere ancora pronto per questo genere di corse, di<br />

non essere ancora padrone delle necessarie tecniche di navigazione.<br />

Però è contento, attento, umile e determinato come non mai.<br />

Perchè la Dakar gli piace.<br />

Johny aubert<br />

Quello di Johnny Aubert, 31 anni, è il debutto di questa Dakar<br />

che preferisco. Posso avere simpatia per un pilota? Essere tifoso<br />

anche io? Bene: io tifo per Johnny Aubert. Aubert è stata una<br />

grandissim promessa, mancata, del <strong>Moto</strong>cross francese, ed ha<br />

buttato via una carriera, anche per colpa sua. nell’Enduro è arrivato<br />

grazie a Filippo “Pippo” Lamotte, che dice di averlo messo “in<br />

riga”. Ma Pippo scherza, perché non è vero. Johnny si è messo in<br />

riga da solo, è diventato due volte Campione del Mondo ed è uno<br />

dei più forti Piloti, in assoluto, oggi in circolazione. talento a parte,<br />

in Aubert confluiscono due caratteristiche difficili da miscelare:<br />

una calma prossima alla freddezza e l’entusiasmo travolgente. Riuscire<br />

a dare a questa miscela esplosiva un equilibrio controllato<br />

diventa una forza (talento a parte, ancora). Sin da bambino Aubert<br />

ha coltivato un sogno, messogli in testa dal padre: correre alla Dakar.<br />

Per oltre un anno si è avvicinato con circospezione al sogno,<br />

trasformandolo pian piano in una realtà praticabile. Finalmente,<br />

chiuso il Mondiale 2011, Johny è part<strong>it</strong>o per Mattighofem deciso: o<br />

lo lasciavano partecipare alla Dakar o smetteva. Ed eccolo, anche<br />

lui, “dentro” attraverso la porta principale, ufficiale KtM (anche se<br />

con un profilo più basso). nella prima tappa Aubert si è “incartato”<br />

un paio di volte con il trip che non funzionava, nella seconda è<br />

caduto, ha piegato il manubrio ed è rimasto fermo per aggiustare<br />

23 Gennaio<br />

2012<br />

»»<br />

»<br />

Anno<br />

02<br />

numero<br />

45<br />

<strong>Sport</strong><br />

la moto, perdendo una diecina<br />

di posizioni. All’inizio si è innervos<strong>it</strong>o,<br />

perchè sentiva addosso<br />

la pressione del tempo perso,<br />

come il Pilota di Enduro. Poi ci<br />

ha sorriso sù e, come un Campione<br />

consumato, ha imparato<br />

la lezione della pazienza, della<br />

calma necessaria per affrontare<br />

quindici giorni di inferno<br />

con i nervi saldi. Ha cap<strong>it</strong>o anche<br />

quanto sia diverso correre<br />

contro il tempo ad una veloc<strong>it</strong>à<br />

relativamente bassa e passare,<br />

invece, un’intera giornata sempre,<br />

o quasi, lanciato come un<br />

missile.<br />

La Dakar si vince prima di tutto<br />

dentro la testa.<br />

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