sentenza - Linkiesta

Del resto MIGALE si era decisamente autoemarginato: infatti nella conversazione di cui al
prog. 3089 dell'1l.4.2009 MANDALARI, parlando con ASCONE, stigmatizzava il
comportamento che ultimamente stava assumendo il MIGALE poiché era dalla fine di
agosto 2008 che non andava a trovarlo.
MIGALE non era presente a Paderno Dugnano anche perché detenuto fino al 24 novembre
2009.
Alcun dubbio può residuare in ordine alla penale responsabilità dell'imputato,
appartenendo lo stesso al sodalizio di cui al capo 1) con dote di padrino ed avendo
concorso, unitamente allo SCRIVA, nella custodia di armi nella disponibilità
dell'associazione.
2.7 DE MARCO Salvatore 15 (capo 1)
Deve premettersi che DE MARCO Salvatore è deceduto come da certificato di morte
acquisito al fascicolo del dibattimento, di talché nei suoi riguardi deve essere pronunciata
sentenza di non doversi procedere per essere il reato ascrittogli estinto in applicazione
dell'art. 150 codice penale.
Non sussistono, invero, elementi per procedere a un'assoluzione nel merito in ragione
delle valutazioni che seguono.
Anch'egli frequentatore dei famosi "orti", la sua figura emergeva significativamente
quando, il 19.07.2008, giorno del funerale di NOVELA Carmelo, veniva registrata
sull'utenza di MUIA' Francesco la conversazione nr. 1201 ( RIT 2872/08), ove quest'ultimo
chiedeva a DE MARCO se fosse andato a fare le condoglianze alla famiglia del defunto.
L'interlocutore rispondeva che era andato SCRIVA Biagio a porgere le condoglianze per
"tutti", termine con il quale lasciava chiaramente intendere "tutti gli appartenenti alla
locale di Bollate".
Tenuto conto della figura e del ruolo di NOVELLA Carmelo le conversazioni telefoniche
sopra evidenziate testimoniano di certo una intraneità al contesto in cui operava
NOVELLA: non è altrimenti giustificabile l'interesse di DE MARCO e del suo
interlocutore, entrambi originari di Rosarno, dunque di un paese della Piana, per la morte
di un soggetto di Guardavalle, che non può certo definirsi "un paesano".
Il legame con il paese d'origine era particolarmente forte perché si "metteva a
disposizione" quando era arrivato in Lombardia OPPEDISANO Pietro; lo spessore
'ndranghetista di costui emerge con tutta evidenza nell'ambito dell'indagine
"PATRIARCA".
OPPEDISANO Pietro è il nipote di OPPEDISANO Domenico, nuovo Capo del Crimine in
Calabria e partecipava a incontri presso l'agrumeto dello zio nei quali si discuteva di
summit (quello che si era tenuto il 19 agosto 2009 in occasione del matrimonio PELLE/
BARBARO) e degli equilibri della 'ndrangheta in Calabria e nelle sue filiazioni lombarde.
15 Cfr. Rich. PM, p. 1095-1097.
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