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sentenza - Linkiesta

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ancora pagargli il rimorchio e pertanto avrebbe dovuto fare qualche viaggio,<br />

impegnandosi comunque a soddisfare la richiesta del suo interlocutore.52<br />

Aurelio PETROCCA, immediatamente dopo, contattava Renato MARTINO ed esordiva<br />

dicendo: ".. .gliel'ho data la risposta... ho chiamato a Castello e gli ho detto che se ne vada da in<br />

mezzo ai coglioni!.. .1/ l'ho chiamato adesso e gli ho detto ma vedi che questo è già il terzo viaggio<br />

che sta facendo!".<br />

Ulteriore elemento di supporto all'ipotesi accusatoria di cui al capo 1) era costituito dal<br />

coinvolgimento nell'importazione di stupefacenti tramite Gioia Tauro,cui si è già fatto<br />

cenno ed in ordine al quale procede altra autorità giudiziaria.<br />

La disponibilità di armi in capo al PETROCCA era, altresì, confermata da un'altra vicenda,<br />

refluita nei capi di imputazione 37) e 38).<br />

In sintesi:<br />

Il 30.12.09, presso l'abitazione di Domenico PETROCCA ignoti perpetravano un furto e,<br />

non essendo presente, Domenico incaricava il fratello Aurelio di seguire la vicenda.<br />

Tale evento dava occasione ad Aurelio PETROCCA ed al fratello Domenico ­<br />

relativamente al quale si è proceduto separatamente - di simulare il furto di tre pistole<br />

regolarmente detenute da quest'ultimo.<br />

Infatti, Domenico PETROCCA, su esplicite indicazioni di Aurelio, in data 08.01.2010<br />

denunciava falsamente ai c.c. di Asso (CO) il furto delle armi indicate espressamente nei<br />

predetti capi 37) e 38), con l'evidente scopo di avere la disponibilità di armi da vendere nel<br />

mercato clandestino o da utilizzare o far utilizzare a terzi liberamente, allontanando da sé<br />

ogni sospetto.<br />

Gli esatti contorni della vicenda sono chiaramente evincibili delle intercettazioni<br />

telefoniche riportate in stralcio dal P.M53 e richiamate dall'ordinanza adottata dal GIP: le<br />

armi di cui era stato dichiarato il furto non erano state rubate, erano ancora nell'abitazione<br />

(" sono salve"), perché erano nascoste nel camino.<br />

Aurelio PETROCCA, già dalle prime battute delle conversazioni con il fratello, cercava di<br />

capire dove fossero detenute le pistole: " ...i cosi.. .. dove sono i discorsi... dove sono?... il fucile<br />

dove è che è?...!... il fucile dov'è? ..!... e le altre?" riferendosi evidentemente alle pistole<br />

legalmente detenute da Domenico.<br />

Quest'ultimo, non intuendo cosa avesse in mente Aurelio, chiedeva al germano di non<br />

preoccuparsi delle armi, che erano ben nascoste, ma piuttosto di verificare i danni scaturiti<br />

dal furto: " ...le altre sopra il fuocone....(termine utilizzato per indicare il camino ndr).. .1 .<br />

lasciale perdere quelle cose.... vai a vedere prima i danni...!... sì... non ti preoccupare... quelli sì ..<br />

quelle sono salve... 1/<br />

Domenico proseguiva la conversazione con la moglie di Aurelio, Annamaria MUSSARI<br />

alla quale, tra l'altro, ripeteva di non possedere né oro né soldi (al contrario di quanto<br />

52 vds trascrizione della conversazione n. 5078 intercettata il 26.10.2009 ore 10.43, intercettata sull'utenza 3284493568 in uso a<br />

Aurelio PETROCCA.<br />

53 Vedo Richiesta P.M. p. 605 e segg;<br />

45<br />

000666

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