sentenza - Linkiesta

della legittimazione ad agire con l'azione civile nel processo penale in casi analoghi a
quello oggi posto all'attenzione del giudice, ed in particolare alla pronuncia del 20 luglio
2007 con la quale la quinta sezione penale della Suprema Corte avallava la decisione del
giudice di primo grado che, ammettendo la costituzione di parte civile dell'ente locale,
sottolineava come il reato di cui all'art. 416 bis c.p.p. potesse ledere l'immagine dell'ente
territoriale nel cui ambito il delitto era stato commesso.
Proprio ricollegandoci a tale sentenza, si ricava l'ammissibilità della costituzione di parte
civile da parte della F.A.I. Federazione Antiracket Italiana poiché, secondo il
soprammenzionato arresto giurisprudenziale, il delitto attinente la consorteria sotto
accusa lede anche gli interessi di un più delimitato settore della popolazione, quale quello
costituito dall'insieme dei soggetti dediti ad attività imprenditoriali, il cui esercizio risulti
pregiudicato dalla diffusa pratica delle estorsioni e dell'usura.
In particolare, le persone giuridiche e gli enti di fatto sono legittimati a costituirsi parte
civile non soltanto quando il danno riguardi un bene su cui gli stessi vantino un diritto
patrimoniale, ma più in generale quando il danno coincida con la lesione di un diritto
soggettivo, come avviene nel caso in cui offeso sia l'interesse di un'associazione in
riferimento ad una situazione storicamente circostanziata, assunto nello statuto a ragione
stessa della propria esistenza ed azione (si veda, al proposito soprattutto l'art. 3 dello
Statuto della F.A.I. Federazione Antiracket Italiana, allegato alla dichiarazione di
costituzione di parte civile), e con l'effetto che ogni attentato a tale interesse si configura
come lesione della personalità o identità del sodalizio (cfr. Casso Pen., sez. 3, sent. N. 38290
del 3.10.2007, Rv. 238103).
Deve, in ogni caso ammettersi tale costituzione di parte civile nei confronti dei soli
imputati dei reati di cui agli artt. 629 c.p., 644 c.p. e 132 D.L.vo n. 385/93, restandone
totalmente escluse le altre imputazioni e relativi imputati.
Per quanto riguarda la istanza di Augusto Agostino, la costituzione di parte civile può
essere ammessa solamente nei confronti di FILIPPELLI Nicodemo, quale unico imputato
dei reati di cui ai capi nn. 58 e 59 commessi in danno della predetta persona offesa,
restando esclusa nella stessa formulazione accusatoria una partecipazione degli altri
soggetti indicati e, in ogni caso, essendo preclusa al privato ogni azione risarcitoria in
ordine al bene tutelato dalla norma di cui all'art 416 bis c.p.
Nulla quaestio in ordine, invece, all'inammissibilità della costituzione di parte civile delle
curatele del Fallimento Perego Strade SRL in liquidazione e Perego General Contractor
SRL, in persona dei rispettivi curatori, nei riguardi dei soli soggetti ivi menzionati atteso
che, come correttamente evidenziato dalle difese degli imputati indicati, l'art. 240 legge
fallimentare limita il potere di costituirsi parte civile ai soli reati ivi previsti con esclusione,
pertanto, delle altre fattispecie criminose previste dal codice penale e \ o dal altre leggi
speciali.
Inoltre, proprio gli argomenti spesi per l'ammissione dei predetti enti territoriali porta ad
escludere qualsiasi legittimazione da parte della Regione Calabria a costituirsi parte civile
nel presente processo, venendo a mancare il fondamentale dato dell'immediato legame tra
le azione delittuose e l'ambito territoriale in cui si assume essere state commesse,
riguardando infatti solamente, e parzialmente, il suolo lombardo.
000820