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26-29 Novembre 2008 Chieti- Pescara - Salute per tutti

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XVIII Congresso Nazionale Società Italiana di Urologia Oncologicastravaso di liquido di irrigazione. Per il resto nessuna reazioneaddominale degna di nota, né mai <strong>per</strong>forazione accidentale dianse intestinali, anche nelle resezioni condotte verso il fondovescicale o la cupola. In alcuni casi si può parlare di vera emicistectomiaendoscopica. L’emorragia sempre modesta, ha richiestotrasfusioni solo ai pazienti già anemizzati in partenza. Non cisiamo fermati di fronte al coinvolgimento (frequente in questicasi) del tratto pre – intramurale degli ureteri, con reni idronefroticio esclusi. Abbiamo adottato sistematicamente la strategia diresezione dell’uretere anche <strong>per</strong> alcuni centimetri fuori della vescica,con re<strong>per</strong>imento endoscopico, difficile, ma alla fine semprepossibile del moncone lontano così resecato, e suo incannulamentocon stent tutore, tenuto anche tre mesi, sulla guida delquale la via escretrice si è ricanalizzata, con risoluzione dei quadridilatativi. Abbiamo altresì considerato di necessità sempre laTURP contemporanea, ove si aveva una vescica colonnare ed unquadro ostruttivo prostatico, certi che questo rende semplicemente<strong>per</strong>fetto il decorso clinico e minzionale di tali pazienti.Risultati: Se la prognosi mediana dei tumori vescicali infiltranti(G3pT3 e G3pT2) è di tre anni, in <strong>tutti</strong> i casi trattati con la TURBradicale bladder sparing associata a chemioterapia, questo termineè stato ampiamente su<strong>per</strong>ato.Discussione: Avevamo iniziato almeno vent’anni orsono a trattarein modo spinto coloro che <strong>per</strong> varie ragioni (età oltre i 75 anni,altre severe patologie coesistenti, rifiuto della cistectomia) nonvennero sottoposti a cistectomia, considerandola una scelta riduttivae selezionata. Oggi la adottiamo come scelta primaria, dandoil ruolo che compete poi alla chemioterapia, la quale, <strong>per</strong> lo più èinvece trascurata quando si pratica la cistectomia d’amblée.Abstract n. 113 POSTER (sessione del 27/11/<strong>2008</strong>,Presentazione poster Miscellanea)SIGNIFICATO CLINICO DELLA FAMILIARITÀ PER CARCI-NOMA ALLA PROSTATA IN UNO SCREENING OPPORTU-NISTICO CON PSA ED ESPLORAZIONE RETTALE IN UNAPOPOLAZIONE SANAIntroini C., Naselli A., Timossi L., Raggio M., Puppo P.Istituto Nazionale <strong>per</strong> la Ricerca sul CancroIntroduzione: La familiarità è un probabile fattore di rischio <strong>per</strong>tumore alla prostata. Nell’ambito di studi epidemiologici e diprogrammi di screening, con biopsie eseguite “for cause” oppure<strong>per</strong> ragioni di studio è risultato un indicatore prognostico dirilevante importanza. Non è invece chiaro il ruolo della familiaritànello screening opportunistico con PSA ed esplorazionerettale che si effettua regolarmente negli ambulatori pubblici.Dal 2005 è iniziato presso il nostro centro un programma dicontrolli <strong>per</strong>iodici con PSA e visita urologia denominato PRO-STACHECK che ha <strong>per</strong>messo di elucidare, almeno nel brevetermine, il significato della familiarità in questo contesto.Materiali e Metodi: La popolazione genovese è stata informatadell’iniziativa dopo diffusione della notizia attraverso i medialocali e ha aderito volontariamente. La selezione dei soggetti èavvenuta tramite un risponditore automatico telefonico checonsentiva alla fine di un <strong>per</strong>corso di domande prestabilite dilasciare un recapito telefonico solo in caso fossero rispettati icriteri di inclusione. Era stato stabilito come limite di arruolamentoil numero di 1500 soggetti con età compresa tra 45 e 65anni, senza precedente storia di i<strong>per</strong>trofia, neoplasia o flogosidella ghiandola. I soggetti inoltre dovevano avere un indice dicomorbidità di Charlson massimo di 2. Il programma prevedeval’attribuzione di categorie di rischio alla prima visita. Sonostati considerati ad alto rischio soggetti con PSA maggiore di 4ng/mL o di 2.5 ng/mL se di età inferiore o uguale a 55 anni ocon esplorazione rettale sospetta; medio rischio soggetti conPSA nei limiti indicati precedentemente e con familiarità pe rtumore alla prostata (almeno un parente consanguineo di 1grado); basso rischio i restanti soggetti. Ai pazienti ad altorischio è stata consigliata la biopsia prostatica, ai pazienti amedio rischio un controllo annuale e ai pazienti a basso rischioun controllo biennale se il PSA era inferiore a 1 ng/mL o annualese maggiore o uguale a 1 ng/mL. In caso di passaggio allacategoria ad alto rischio ad uno dei controlli successivi è statanuovamente indicata la biopsia.Risultati: In totale, nel PROSTACHECK, sono stati arruolati1634 soggetti che hanno avuto una prima visita. 1583 sonostati controllati 1 volta dopo la prima visita e 752 almeno 2volte. 51 pazienti non hanno avuto follow up. La caratteristichesocioeconomiche della popolazione sono sostanzialmentesovrapponibili a quella della popolazione municipale di provenienza.Sono state effettuate 107 biopsie in soggetti ad altorischio (di cui 8 rebiopsie) con 20 diagnosi di carcinoma prostatico(di cui 2 a una rebiopsia). Nessuna delle neoplasia diagnosticateaveva metastasi a distanza. Complessivamente l’incidenzadi carcinoma alla prostata in questa popolazione è statadel 1.2%. Nell’ambito dei 1634 soggetti, 135 (8%) hanno riferitodi avere un familiare di 1 grado con storia di neoplasia prostatica.128 pazienti hanno eseguito il secondo controllo e 117almeno il terzo. In tale contesto sono state eseguite <strong>per</strong> PSAmaggiore di 2.5 ng/mL da 45 a 55 anni o maggiore di 4 da 55a 65 anni,18 biopsie con 2 diagnosi di carcinoma alla prostata.Complessivamente l’incidenza di carcinoma prostatico nel sottogruppocon familiarità è stata del 1.5%.Conclusioni: Nel programma PROSTACHECK, una sorta discreening opportunistico effettuato nell’ambulatorio pubblicodella nostra struttura nell’ambito municipalità genovese, lafamiliarità non ha determinato una diversa incidenza di carcinomadella prostata.Abstract n. 114 POSTER (sessione del 28/11/<strong>2008</strong>,Presentazione poster Miscellanea 2)PUÒ LA FONTE LUCE NBI AUMENTARE LA DETECTIONRATE DI LESIONI DI ALTO GRADO NEL MAPPING VESCI-CALE?Introini C., Naselli A., Raggio M., Timossi L., Puppo P.Istituto Nazionale <strong>per</strong> la Ricerca sul CancroIntroduzione: Le neoplasie vescicali su<strong>per</strong>ficiali di alto gradosono altamente maligne in quanto caratterizzate da una significativatendenza alla progressione e da una bassa sopravvivenzacancro specifica a lungo termine. Dopo un primo episodio dineoplasia vescicale di alto grado è usuale ristadiare il pazientecon una biopsia profonda nella sede della lesione primitiva edeseguire contestuali biopsie random di mucosa vescicale apparentementesana. A completamento si ricorre ad una TAC conMdC e ricostruzione delle vie urinarie. Per migliorare la diagnosidi lesioni neoplastiche non visibili con la strumentazionestandard è stato utilizzato la cistoscopia a fluorescenza. La tecnicaha dei limiti considerevoli, rappresentato principalmentedalla durata del fenomeno della fluorescenza. Limiti secondarisono l’impossibilità a somministrare il farmaco in pazienti conporfiria o allergia al 5 ALA o composti simili. La tecnologia NBIha le stesse caratteristiche di “magnificazione” della tramavascolare della mucosa senza la necessità di ricorrere a instillazionedi farmaci e senza limitazioni di tempo. Abbiamo applicatola tecnologia NBI alla ristazione endoscopica delle neoplasiadi alto grado <strong>per</strong> determinarne l’impatto clinico.Materiali e Metodi: Lo studio è stato condotto dopo approvazionedalla commissione etica locale e dopo aver ottenuto un consensoinformato scritto da ciascun partecipante. 2 a . Selezionedei pazienti. Abbiamo selezionato pazienti con primo episodiodi neoplasia papillare resecata almeno macroscopicamente inmodo completo e poi risultata su<strong>per</strong>ficiale e di alto grado all’esameistologico definitivo.Archivio Italiano di Urologia e Andrologia <strong>2008</strong>, 80, 3, Supplemento 1 101

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