XVIII Congresso Nazionale Società Italiana di Urologia OncologicaIntroduzione: Numerosi dati epidemiologici suggeriscono che ifattori genetici e quelli ambientali ed alimentari interagiscononel determinismo del rischio di carcinoma della prostata.Il metabolita attivo della vitamina D, 1-25 diidrossi-colecalcitriolo,è un ormone steroideo in grado di regolare l’accrescimentoe la differenziazione di una elevata varietà di celluleattraverso il legame con il recettore specifico VDR. La presenzadi questo recettore è stata documentata sia a livello del tessutoprostatico umano che a livello della linea cellulare prostaticaneoplastica LNCaP. Esistono concrete evidenze a supporto delruolo della vitamina D come regolatore dell’accescimento, delladifferenziazione delle cellule prostatiche e come pro-apoptotico.I recenti studi che hanno dimostrato che la vitamina D puòavere un ruolo nello sviluppo del cancro della prostata hannoevidenziato anche che dei polimorfismi ereditari della regione3’ non trascritta (3’UTR) del gene <strong>per</strong> il recettore della vitaminaD (VDR) sono associati più frequentemente con il rischio ela progressione del cancro prostatico. Scopo dello studio Scopodello studio è stato valutare la prevalenza del polimorfismo delgene VDR caratterizzato dall’enzima di restrizione TaqI in uncampione della popolazione dell’Italia meridionale (Campania)esposta a particolari condizioni ambientali (luce, dieta) capacidi interagire coi fattori genetici, in rapporto alle patologie prostatiche(IPB e cancro).Materiali e metodi: Dal Dicembre 2004 al Febbraio <strong>2008</strong> sonostati inclusi nello studio 250 uomini (età tra 50 e 86 anni): 100affetti da cancro della prostata, 100 da IPB e 50 controlli sani.L’analisi genetica è stata eseguita dopo estrazione del DNA dasangue <strong>per</strong>iferico con l’amplificazione della regione tra introne8 ed esone 9 del braccio lungo del cromosoma 2 contenente ilsito TaqI (codone 352), digestione enzimatica e separazioneelettroforetica su gel ed analisi genotipica. L’estrazione del DNAdai campioni di sangue <strong>per</strong>iferico è stata effettuata in ciascunsoggetto arruolato ed è stata completata ad oggi in 164 soggetti.La caratterizzazione genotipica è stata ultimata <strong>per</strong> il frammentodi 490-bp, comprendente ApaI e TaqI, amplificato usandoprimer specifici. Sono stati praticati 30 cicli di PCR. Il frammentodi 490-bp è stato diviso in 280 e 210-bp con digestionecon ApaI e in <strong>29</strong>0 e 200-bp mediante digestione con TaqI. Iprodotti della PCR sono stati digeriti overnight con TaqI (65 C)e sottoposti ad elettroforesi su gel di agarosio al 2%. La distribuzionedel genotipo del VDR nel cancro e nell’IPB è stata cosìcomparata con i soggetti di controllo usando il test chi quadro.Inoltre analisi di regressione logistica multivariata sono stateattuate <strong>per</strong> il suddetto polimorfismo.Abbiamo condotto sul gruppo di pazienti affetti da tumore prostaticodelle sottoanalisi, riguardanti la valutazione dell’etàmedia dei pazienti, il valore medio del PSA alla diagnosi ed ilgrado tumorale medio.Risultati: Abbiamo effettuato lo studio dei polimorfismi <strong>per</strong>TaqI del recettore della vitamina D in 62 pazienti con cancrodella prostata (età media 66.25 anni, PSA medio 7.66 ng/ml,Gleason score medio 6.05), 52 pazienti affetti da i<strong>per</strong>trofia prostaticabenigna (età media 61.46 anni, PSA medio 3.12 ng/ml)e 50 controlli. L’analisi genotipica è stata condotta su tutte lepossibili varianti alleliche: TT, Tt, tt. La frequenza del genotipott non è risultata statisticamente differente tra i pazienti affettida tumore della prostata ed i controlli. Invece, l’allele T delpolimorfismo del recettore è stato trovato nel 58.06% dei casidi cancro della prostata (p = 0.035; OR = 1.87; CI 95%, 1.02-3.37), nell’11.53% dei casi di IPB e nel 2% dei controlli.L’associazione con il rischio tumorale è stata confermata usandol’analisi di regressione logistica multivariata (p = 0.015; OR= 2.11; 95% CI, 1.15-3.88) ed in particolare l’associazione conil rischio di tumore era maggiore negli uomini di età su<strong>per</strong>ioreai 66 anni (p = 0.036; OR = 2.36; 95% CI, 1.05-5.<strong>29</strong>). Il 50%e più dei casi di tumore negli over-66 potrebbero essere attribuitiall’influenza di questo fattore di rischio.Inoltre il polimorfismo di TaqI è risultato correlato anche algrado tumorale (Gleason score), nel senso di una proporzionalitàdiretta, in particolare la sua prevalenza è risultata maggiore neitumori con Gleason score>5 (p = 0.001; OR = 2.35; 95% CI,1.08-4.95); infatti dei 38 pazienti con tumore di Gleason>5, ben22 evidenziavano elevata espressione molecolare di TaqI(57.89%).Conclusioni: I risultati indicano che tale polimorfismo è presentecon maggiore frequenza nei soggetti affetti da cancro della prostata,soprattutto nei soggetti di età avanzata e negli alti gradi, esuggeriscono un possibile suo ruolo nell’aumentare il rischio disuscettibilità al cancro prostatico nella popolazione del Sud Italia(Campania) da noi studiata.Abstract n. 44 POSTER (sessione del 28/11/<strong>2008</strong>,Presentazione poster Miscellanea 2)SITI ATIPICI DI METASTATIZZAZIONE DA CARCINOMARENALE A CELLULE CHIARE: CASE REPORTS E REVISIO-NE DELLA LETTERATURATosco L. 1 , Crivellaro S. 1 , Kocjancic E. 1 , Slutsky J. 2 , De GiorgiG. 1 , Frea B. 11Azienda Ospedaliero-Universitaria di Udine, Dipartimento diUrologia; 2 Riverside Medical Center, Rush University, ChicagoIntroduzione e Obiettivi: lo scopo della comunicazione è stato presentaretre casi atipici di metastatizzazione da carcinoma renale acellule chiare. La presentazione di tali casi ha come obiettivo unaggiornamento della letteratura data l'eccezionalità dei riscontri.Metodi: il primo dei tre casi riguarda un paziente maschio di 53anni con pregressa neoplasia renale sinistra localmente avanzatapT3a N0 Mx <strong>per</strong> infiltrazione della ghiandola surrenalica,del tessuto adiposo <strong>per</strong>irenale ed invasione di strutture venosecapsulari. Tale paziente dopo 18 mesi ha evidenziato una neoformazionetesticolare sinistra clinicamente sospetta <strong>per</strong> neoplasiatesticolare primitiva e <strong>per</strong> questo fu sottoposto ad orchifunicolectomiasinistra.Il secondo caso riguarda una donna di 66 anni anch'essa constoria di nefrectomia radicale destra ed escissione di tromboneoplastico cavale. La paziente dopo 35 mesi ha evidenziatouna idroureteronefrosi da compressione ab estrinseco in sedepelvica. La paziente fu sottoposta ad isteroannessiectomia ereimpianto ureterale sinistro. Entrambi questi pazienti dopo lanefrectomia sono stati sottoposti ad un follow-up con controllisemestrali che prevedevano: esami ematochimici, ecografiaalternata a tomografia computerizzata e visita medica. Il terzocaso riguarda una paziente di 51 anni con evidenza di neoplasiarenale secondaria a sanguinamento veginale <strong>per</strong> interessamentometastatico dell'organo. In seguito fu eseguito un debulkingpelvico ed una nefrectomia radicale.Risultati: Nel caso del paziente maschio di 53 anni la valutazioneanatomopatologica ha messo in luce una metastasi isolata da carcinomaa cellule chiare di origine renale confermato anche dallavalutazione immunoistochimica con evidenza di infiltrazione linfatica.La paziente con idroureteronefrosi ha evidenziato all'esameanatomopatologico un'importante interessamento metastaticodel miometrio, della tuba uterina destra e dei linfonodi iliaci.La paziente con interessamento vaginale ha evidenziato anch'essauna lesione infiltrante la vagina con dimostrazione tomograficadi neoplasia renale successivamente escissa.Conclusioni: In letteratura non vengono riportate, a nostra conoscenza,lesioni metastatiche a carico del miometrio e realtivamentepochi riferimenti alle metastasi singole a carico del testicoloe della vagina.Tale lavoro mette in luce la possibilità da parte dei carcinomi acellule chiare di metastatizzare in sedi atipche ed aggiunge delleinformazioni importanti sulle vie di diffusione metastatica diqueste patologie.Archivio Italiano di Urologia e Andrologia <strong>2008</strong>, 80, 3, Supplemento 1 71
XVIII Congresso Nazionale Società Italiana di Urologia OncologicaBibliografia essenzialeElif Aylin Bozaci, Cem Atabekoglu, et al. Metachronous metastases fromrenal cell carcinoma to uterine cervix and vagina: case report and review ofliterature. Ginecologic Oncology 99 (2005); 232-235Ovesen H, Gerstenberg T. Vaginal metastases as the first sign of renal cellcarcinoma. A case report and review of the literature. Scandinavian Journalof Urology and Nephrology 24 (1990); 237-238Dieckmann KP, et al. Intrascrotal metastases of renal cell carcinoma. Casereports and review of literature. European Urology 15 (1988) <strong>29</strong>7-301.Featherstone JM, et al. Solitary, late metastatic recurrence of renal cell carcinoma:two extraordinary cases. International Journal of Urology 13(2006); 1525-1527Abstract n. 45 POSTER (sessione del 28/11/<strong>2008</strong>,Presentazione poster Miscellanea 1)EFFETTTI DELL' ANALOGO SINTETICO SOM 230 DELLASOMATOSTATINA SULLA LINEA DI EPITELIO PROSTATICONORMALE NON TRASFORMATA EPNPrezioso D., Iapicca G., Iacono F., Annunziata E., Di Martino M.AOU Università "Federico II" NapoliScopo del lavoro: La somatostatina (SST) ha un'azione di controllonella crescita e nella funzione delle cellule prostatiche, sia sul tessutoghiandolare che indirettamente attraverso la modulazione diormoni ipofisari. è stato descritto che l’mRNA e la proteina dellaSST sono espressi nella prostata e che la SST inibisce la proliferazionedi cellule di linee prostatiche in coltura. I nuovi analoghidella somatostatina sono disponibili attualmente <strong>per</strong> studi s<strong>per</strong>imentalisulle cellule prostatiche in vitro. In questo studio abbiamoindagato l'espressione degli analoghi della somatostatinaSST1, SST2, e SST5, e gli effetti del nuovo analogo sinteticoSOM230 nel controllo della crescita di cellule di una linea di epitelioprostatico normale non trasformata, EPN.Materiali e metodi: Le EPN sono state cresciute in Nutrient F12Ham's medium (Life technologies) supplementato con estrattoipofisario bovino 5% foetal calf serum (FCS) e antibiotici (fungizonee penicillina streptomicina). Alla confluenza del 70% èstato sostituito il mezzo di crescita con MEM privo di rossofenolo, senza aggiunta di siero fetale ed addizionato con antibioticied antimicotici.Il mezzo di coltura è stato sostituito quotidianamente <strong>per</strong> 5 giornicon mezzo essenziale fresco. Le cellule sono state quindi sottopostea trattamento con SOM230 o OCT, mediante aggiuntain piastre differenti di 10nM o 100nM <strong>per</strong> 48 h. Per le analisi diproliferazione e apoptosi le cellule, raccolte alla fine del trattamento,sono state incubate con propidio ioduro in presenza diRNAasi, secondo il protocollo convenzionale ed analizzate incitofluorimetria mediante FACS calibur (Becton Dickinson).L'espressione di mRNA degli SSTRs è stata effettuata medianteRT PCR, secondo le condizioni descritte in prece denti lavori(Sinisi et. al., JCEM, 2001). La proliferazione e l'apoptosi cellularesono stati analizzati anche con le tecniche MTT e TUNEL.La Caspasi 3, la poli(ADP Ribosio) polimerasi (PARP), la RBfosforilazione e l'espressione del Bcl 2 sono stati analizzati conl'analisi del Western Blot.Risultati: SST1,2 e 5 risultano espressi nelle linee cellulari prostatichenormali (EPN). SOM230 induce una riduzione della proliferazionecellulare maggiore rispetto a OCT (p10-30%); 4 (>30%) <strong>per</strong> ognicampione in 10 campi.Risultati: Nelle cellule prostatiche normali PK1 è risultatoassente, mentre era presente nel citoplasma delle cellule epitelialighiandolari i<strong>per</strong>trofiche e tumorali, con un picco significativoin queste ultime. L’espressione di PK1 è risultata significativamentepiù alta negli alti gradi rispetto ai gradi tumoraliintermedi e/o bassi (p