XVIII Congresso Nazionale Società Italiana di Urologia Oncologicastravaso di liquido di irrigazione. Per il resto nessuna reazioneaddominale degna di nota, né mai <strong>per</strong>forazione accidentale dianse intestinali, anche nelle resezioni condotte verso il fondovescicale o la cupola. In alcuni casi si può parlare di vera emicistectomiaendoscopica. L’emorragia sempre modesta, ha richiestotrasfusioni solo ai pazienti già anemizzati in partenza. Non cisiamo fermati di fronte al coinvolgimento (frequente in questicasi) del tratto pre – intramurale degli ureteri, con reni idronefroticio esclusi. Abbiamo adottato sistematicamente la strategia diresezione dell’uretere anche <strong>per</strong> alcuni centimetri fuori della vescica,con re<strong>per</strong>imento endoscopico, difficile, ma alla fine semprepossibile del moncone lontano così resecato, e suo incannulamentocon stent tutore, tenuto anche tre mesi, sulla guida delquale la via escretrice si è ricanalizzata, con risoluzione dei quadridilatativi. Abbiamo altresì considerato di necessità sempre laTURP contemporanea, ove si aveva una vescica colonnare ed unquadro ostruttivo prostatico, certi che questo rende semplicemente<strong>per</strong>fetto il decorso clinico e minzionale di tali pazienti.Risultati: Se la prognosi mediana dei tumori vescicali infiltranti(G3pT3 e G3pT2) è di tre anni, in <strong>tutti</strong> i casi trattati con la TURBradicale bladder sparing associata a chemioterapia, questo termineè stato ampiamente su<strong>per</strong>ato.Discussione: Avevamo iniziato almeno vent’anni orsono a trattarein modo spinto coloro che <strong>per</strong> varie ragioni (età oltre i 75 anni,altre severe patologie coesistenti, rifiuto della cistectomia) nonvennero sottoposti a cistectomia, considerandola una scelta riduttivae selezionata. Oggi la adottiamo come scelta primaria, dandoil ruolo che compete poi alla chemioterapia, la quale, <strong>per</strong> lo più èinvece trascurata quando si pratica la cistectomia d’amblée.Abstract n. 113 POSTER (sessione del 27/11/<strong>2008</strong>,Presentazione poster Miscellanea)SIGNIFICATO CLINICO DELLA FAMILIARITÀ PER CARCI-NOMA ALLA PROSTATA IN UNO SCREENING OPPORTU-NISTICO CON PSA ED ESPLORAZIONE RETTALE IN UNAPOPOLAZIONE SANAIntroini C., Naselli A., Timossi L., Raggio M., Puppo P.Istituto Nazionale <strong>per</strong> la Ricerca sul CancroIntroduzione: La familiarità è un probabile fattore di rischio <strong>per</strong>tumore alla prostata. Nell’ambito di studi epidemiologici e diprogrammi di screening, con biopsie eseguite “for cause” oppure<strong>per</strong> ragioni di studio è risultato un indicatore prognostico dirilevante importanza. Non è invece chiaro il ruolo della familiaritànello screening opportunistico con PSA ed esplorazionerettale che si effettua regolarmente negli ambulatori pubblici.Dal 2005 è iniziato presso il nostro centro un programma dicontrolli <strong>per</strong>iodici con PSA e visita urologia denominato PRO-STACHECK che ha <strong>per</strong>messo di elucidare, almeno nel brevetermine, il significato della familiarità in questo contesto.Materiali e Metodi: La popolazione genovese è stata informatadell’iniziativa dopo diffusione della notizia attraverso i medialocali e ha aderito volontariamente. La selezione dei soggetti èavvenuta tramite un risponditore automatico telefonico checonsentiva alla fine di un <strong>per</strong>corso di domande prestabilite dilasciare un recapito telefonico solo in caso fossero rispettati icriteri di inclusione. Era stato stabilito come limite di arruolamentoil numero di 1500 soggetti con età compresa tra 45 e 65anni, senza precedente storia di i<strong>per</strong>trofia, neoplasia o flogosidella ghiandola. I soggetti inoltre dovevano avere un indice dicomorbidità di Charlson massimo di 2. Il programma prevedeval’attribuzione di categorie di rischio alla prima visita. Sonostati considerati ad alto rischio soggetti con PSA maggiore di 4ng/mL o di 2.5 ng/mL se di età inferiore o uguale a 55 anni ocon esplorazione rettale sospetta; medio rischio soggetti conPSA nei limiti indicati precedentemente e con familiarità pe rtumore alla prostata (almeno un parente consanguineo di 1grado); basso rischio i restanti soggetti. Ai pazienti ad altorischio è stata consigliata la biopsia prostatica, ai pazienti amedio rischio un controllo annuale e ai pazienti a basso rischioun controllo biennale se il PSA era inferiore a 1 ng/mL o annualese maggiore o uguale a 1 ng/mL. In caso di passaggio allacategoria ad alto rischio ad uno dei controlli successivi è statanuovamente indicata la biopsia.Risultati: In totale, nel PROSTACHECK, sono stati arruolati1634 soggetti che hanno avuto una prima visita. 1583 sonostati controllati 1 volta dopo la prima visita e 752 almeno 2volte. 51 pazienti non hanno avuto follow up. La caratteristichesocioeconomiche della popolazione sono sostanzialmentesovrapponibili a quella della popolazione municipale di provenienza.Sono state effettuate 107 biopsie in soggetti ad altorischio (di cui 8 rebiopsie) con 20 diagnosi di carcinoma prostatico(di cui 2 a una rebiopsia). Nessuna delle neoplasia diagnosticateaveva metastasi a distanza. Complessivamente l’incidenzadi carcinoma alla prostata in questa popolazione è statadel 1.2%. Nell’ambito dei 1634 soggetti, 135 (8%) hanno riferitodi avere un familiare di 1 grado con storia di neoplasia prostatica.128 pazienti hanno eseguito il secondo controllo e 117almeno il terzo. In tale contesto sono state eseguite <strong>per</strong> PSAmaggiore di 2.5 ng/mL da 45 a 55 anni o maggiore di 4 da 55a 65 anni,18 biopsie con 2 diagnosi di carcinoma alla prostata.Complessivamente l’incidenza di carcinoma prostatico nel sottogruppocon familiarità è stata del 1.5%.Conclusioni: Nel programma PROSTACHECK, una sorta discreening opportunistico effettuato nell’ambulatorio pubblicodella nostra struttura nell’ambito municipalità genovese, lafamiliarità non ha determinato una diversa incidenza di carcinomadella prostata.Abstract n. 114 POSTER (sessione del 28/11/<strong>2008</strong>,Presentazione poster Miscellanea 2)PUÒ LA FONTE LUCE NBI AUMENTARE LA DETECTIONRATE DI LESIONI DI ALTO GRADO NEL MAPPING VESCI-CALE?Introini C., Naselli A., Raggio M., Timossi L., Puppo P.Istituto Nazionale <strong>per</strong> la Ricerca sul CancroIntroduzione: Le neoplasie vescicali su<strong>per</strong>ficiali di alto gradosono altamente maligne in quanto caratterizzate da una significativatendenza alla progressione e da una bassa sopravvivenzacancro specifica a lungo termine. Dopo un primo episodio dineoplasia vescicale di alto grado è usuale ristadiare il pazientecon una biopsia profonda nella sede della lesione primitiva edeseguire contestuali biopsie random di mucosa vescicale apparentementesana. A completamento si ricorre ad una TAC conMdC e ricostruzione delle vie urinarie. Per migliorare la diagnosidi lesioni neoplastiche non visibili con la strumentazionestandard è stato utilizzato la cistoscopia a fluorescenza. La tecnicaha dei limiti considerevoli, rappresentato principalmentedalla durata del fenomeno della fluorescenza. Limiti secondarisono l’impossibilità a somministrare il farmaco in pazienti conporfiria o allergia al 5 ALA o composti simili. La tecnologia NBIha le stesse caratteristiche di “magnificazione” della tramavascolare della mucosa senza la necessità di ricorrere a instillazionedi farmaci e senza limitazioni di tempo. Abbiamo applicatola tecnologia NBI alla ristazione endoscopica delle neoplasiadi alto grado <strong>per</strong> determinarne l’impatto clinico.Materiali e Metodi: Lo studio è stato condotto dopo approvazionedalla commissione etica locale e dopo aver ottenuto un consensoinformato scritto da ciascun partecipante. 2 a . Selezionedei pazienti. Abbiamo selezionato pazienti con primo episodiodi neoplasia papillare resecata almeno macroscopicamente inmodo completo e poi risultata su<strong>per</strong>ficiale e di alto grado all’esameistologico definitivo.Archivio Italiano di Urologia e Andrologia <strong>2008</strong>, 80, 3, Supplemento 1 101
XVIII Congresso Nazionale Società Italiana di Urologia OncologicaTecnica chirurgica: Dopo la biopsia profonda nella sede/i dellapregressa lesione vescicale sono eseguite biopsie mirate di zonesospette della vescica e biopsie random di mucosa apparentementesana, da 4 a 6 prelievi in genere (mapping vescicale). Altermine si coagula ogni significativa fonte di sanguinamene e sipassa alla illuminazione con la fonte luce NBI. Ogni zonasospetta, se presente, viene ulteriormente biopsiata con pinza afreddo. 2c.Esame patologico Il materiale inviato è stato esaminatodal patologo che non sa se è stata utilizzata la luce standardo la luce bianca. La stadiazione è stata eseguita in accordoalla classificazione TNM classification (2002 InternationalUnion Against Cancer/UICC) e il grading secondo il WHO2004. 2d.Analisi statistica è stato utilizzato il Test T di Student<strong>per</strong> verificare con che probabilità l’incremento di biopsie positivedovuto all’applicazione della tecnica NBI sia dovuto alcaso.Risultati: Sono stati eseguiti 22 mapping vescicali. In 3 (13.6%)casi la luce NBI non ha evidenziato zone sospette dopo le biopsieeffettuate con luce standard. In 19 (86.4%) casi sono statieseguite biopsie con la luce NBI. In totale sono state effettuate33 biopsie NBI e 122 con luce standard. 4/33 (12%) delle biopsieNBI erano positive <strong>per</strong> cancro e 5/122 (4%) delle biopsie aluce standard. Non si è mai verificato che nello stesso pazientefossero positive le biopsie standard e NBI. Le biopsie NBI sonorisultate positive in 4 pazienti su 19 (21%) e le biopsie standardin 4 su 22 (18%). Le biopsie sono risultate lesioni di alto gradoin 2 pazienti su 4 positivi con la NBI e in 3 su 4 positivi con laluce standard. Il Test T di Student ha calcolato nel 4.2% la probabilitàche l’incremento del numero di biopsie positive con laluce NBI sia casuale.Conclusioni: La tecnologia NBI utilizzata consecutivamente almapping vescicale con fonte luce “standard” ha migliorato la<strong>per</strong>formance della procedura incrementando in modo significativoil numero delle biopsie positive e aggiungendo informazioniclinicamente rilevati (lesioni di alto grado) in 2 dei 22pazienti (10%) che hanno costituito il gruppo di studio.Abstract n. 115 POSTER (sessione del <strong>29</strong>/11/<strong>2008</strong>,Presentazione poster Miscellanea)IMPATTO DELLA ESTENSIONE DELLA LINFADENECTO-MIA SULL’INSORGENZA DI LINFOCELI CLINICAMENTESIGNIFICATIVIIntroini C., Naselli A., Timossi .L, Raggio M., Puppo P.Istituto Nazionale <strong>per</strong> la Ricerca sul CancroIntroduzione: Maggiore è l’estensione anatomica della linfadenectomianella prostatectomia radicale, maggiore è la mediana delnumero di linfonodi rimossi e, quindi, maggiore è la probabilitàdi trovare linfonodi positivi e, sembrerebbe, la sopravvivenzalibera da malattia. La significatività statistica dell’incremento deipz pN+ e dell’aumento di sopravvivenza, si ha quando si su<strong>per</strong>anoi 10 linfonodi esaminati. Con l’estensione della linfadenectomiaaumenta <strong>per</strong>ò la probabilità di complicanze correlate.Abbia valutato l’impatto della procedra sull’incidenza di linfocelisintomatici nella nostra serie.Materiali e Metodi: Dal 2002 al 2007, 458 pz sono stati sottopostia prostatectomia radicale e linfadenectomia iliaco otturatorianel nostro centro. 359 avevano un follow up di almeno 6 mesi ehanno costituito il gruppo di studio. I pz con PSA > 20 ng/mL econ neoplasia scarsamente differenziata sono stati sottoposti ascintigrafia ossea e RM pelvica. I pz inclusi erano <strong>tutti</strong> in stadioclinico T1 – T3 N0 2a.Profilassi tromboembolica Si inizia la terapiacon EPBM, enoxoparina 4000 U/die, il giorno prima dell’interventoe si prosegue sino a 1 mese dall’intervento. I pz in terapiadomiciliare anticoagulante o antiaggregante la sospendono einiziano la terapia con EPBM 1 settimana prima dell’intervento.2b.Tecnica chirurgicaGli interventi sono stati eseguiti con tecnica open retrograda oanterograda. Sono posizionati 2 drenaggi in pelvi, sotto e sopraanastomotico,rimossi rispettivamente in prima/seconda giornatae in quarta/quinta giornata. Se la linforrea è >50 mL/die il tubodi drenaggio sopraanastomotico è mantenuto in sede.Non c’è stato alcun caso di decesso intrao<strong>per</strong>atorio. Si è verificato1 caso di shock intrao<strong>per</strong>atorio e 1 caso di decesso posto<strong>per</strong>atorio<strong>per</strong> insufficienza cardiaca acuta. Complicanze posto<strong>per</strong>atoriemaggiori sono state, sepsi in 1 pz, ematoma pelvico in 4, 2tromboflebiti, 1 embolia polmonare. 2c.Follow up: I pz sono stati controllati alla dimissione con ETGaddominale, a 6 settimane dall’intervento e ogni 3 mesi con PSA,visita urologica ed ETG addominale. 2d. Linfoceli.Ogni linfocele che ha richiesto un trattamento <strong>per</strong> delle complicanzeo disturbi della minzione o <strong>per</strong>ché causa di dolore è statoconsiderato “sintomatico”. 2e. Analisi statistica L’analisi univariata,test di Fisher e multivariata, la regressione logistica, sono stateutilizzate <strong>per</strong> valutare l’influenza di ciascuna variabile sulla incidenzadi linfocele sintomatico. Sono stati presi in considerazione,età, PSA, terapia antiaggregante/anticoagulante domiciliare,estensione extracapsulare e/o invasione delle vescicole seminali,terapia neoadiuvante, presenza di metastasi nodali, numero dilinfonodi rimossi. Con il test del chi quadro è stato determinatoil numero minimo di linfonodi rimossi <strong>per</strong> il quale l’incidenza dilinfocele sintomatico e di metastasi nodali è variata in modosignificativo.Risultati: L’età mediana era di 65 anni, da 49 a 77. 45 pz (12.5%)erano in terapia con antiaggreganti o anticoagulanti orali. 18 pz(5%) erano in neoadiuvante. Il PSA preo<strong>per</strong>atorio mediano era di7 ng/mL, da 2 a 98. Il numero mediano di linfonodi rimossi era12, da 3 a 67. 114 pz (32%) avevano estensione extracapsularee/o invasione delle vescicole seminali. A un follow up medianodi 18 mesi, range 6 -75, 19 pz hanno sviluppato un linfocele sintomatico.5 pz aveva un linfocele settico, 2 pz tromboflebite, 7avevano dolore, 2 difficoltà allo svuotamento vescicale e 2 difficoltàa ripristinare la continenza.L’analisi univariata e multivariata (Tabella 1 e 2 rispettivamente)dimostra che solo l’età e il numero di linfonodi rimossi sono pre-Tabella 1. Caratteristiche dei pazientiMedianaRangeEtà 65 49 – 77PSA 7 2 - 98N linfonodi 12 3 – 67N %N pz in neoadiuvante 18 5N pz pT3 114 32N pz pN+ 36 11Tabella 2. Regressione logisticaOR 95% IC pEtà 1.118 1.014 - 1.232 0.0246Terapia oraleanticoagulante/aggregante 2.114 0.622 - 3.184Neoadiuvante 1.598 0.387 - 6.594PSA 1.004 0.985 - 1.023N linfonodi 1.087 1.038 - 1.140 0.0005pT3 0.956 0.<strong>29</strong>4 - 0.104pN+ 1.395 0.300- 0.480102Archivio Italiano di Urologia e Andrologia <strong>2008</strong>, 80, 3, Supplemento 1