XVIII Congresso Nazionale Società Italiana di Urologia Oncologicalume del moncone della vena renale destra.Risultati: Il riscontro istologico ha evidenziato la presenza, all’internodella massa resecata, di infiltrazione di carcinoma a cellulerenali in assenza di strutture riferibili a formazioni linfonodali.L’esame TC addome senza e con m.d.c. di controllo effettuato aquattro mesi non evidenzia segni di ripresa neoplastica.Discussione: è consolidato il criterio della rimozione chirurgicanei casi di recidiva neoplastica renale dove sia possibile la suatotale resecabilità. Questo caso rappresenta una rara forma direcidiva di carcinoma renale unifocale (sino ad oggi 3 casi pubblicati)inusuale sia dal punto di vista temporale, dato il suoriscontro a tre anni dall’intervento di nefrectomia radicale, sia<strong>per</strong> quanto riguarda la sua localizzazione. Probabilmente ilverificarsi di simili eventi è da ricondursi ad un iniziale coinvolgimentodella vena renale, da parte del tumore primitivo,non riconosciuto al tempo della chirurgia radicale o, presumibilmentea disseminazione di cellule neoplastiche in corso d’interventodemolitivo. La scelta dell’approccio lombotomico, inconsiderazione dell’approccio laparotomico mediano utilizzato<strong>per</strong> la pregressa nefrectomia, ha <strong>per</strong>messo di evitare le notecomplicanze intrao<strong>per</strong>atorie (lesioni intestinali e vascolari) epost-o<strong>per</strong>atorie (ascessi retro <strong>per</strong>itoneali, infarti inte stinali,occlusioni duodenali) nonché di ridurre le <strong>per</strong>dite ematichedeterminando il successo della manovra.Abstract n. 90 COMUNICAZIONE (sessionedel <strong>29</strong>/11/<strong>2008</strong>, Comunicazioni Miscellanea 2)RISULTATI A LUNGO TERMINE DI UNO STUDIO PILOTACON TAXOLO CISPLATINO GEMCITABINA E CHIRURGIACOME TERAPIA DI TERZA LINEA DEI TUMORI GERMI-NALI DEL TESTICOLOPizzocaro G. 1 , Gianni L. 2 , Nicolai N. 2 , Necchi A. 2 , Salvioni R. 21Ospedale Clinicizzato S. Giuseppe, Milano; 2 Fondazione IRCCS,Istituto Nazionale dei Tumori, Milano.Introduzione: Alla fine degli anni ‘90 il trattamento dei tumorigerminali del testicolo in fase avanzata non responsivi o recidivatidopo le prime due linee di terapia standard (PEB e PVI oPVB e PEI) o dopo chemioterapia ad alte dosi era povero dirisultati. Dei nuovi farmaci, paclitaxel e gemcitabine avevanodato prova di qualche attività sui TGT refrattari, sia singolarmenteche in combinazione. Inoltre entrambi questi farmacidimostravano sinergismo con il cisplatino (1-3).Conseguentemente, i primi due AA hanno messo a punto unoschema di chemioterapia di salvataggio che utilizzava il sinergismosequenziale di Taxolo, Platino e Gemcitabina (TPG).Pazienti e Metodi: Dall’Aprile 1999 alla fine del 2000, sono statitrattati con TPG 22 pazienti consecutivi che avevano malattia<strong>per</strong>sistente o recidivata dopo due linee di terapia o terapia adalte dosi: 12 pazienti erano ad alto rischio alla presentazione dimalattia (4), 8 avevano avuto ricadute tardive e gli altri 2, affettida seminoma, erano recidivati dopo radioterapia. Per quantoriguarda la terapia medica, 18 pazienti avevano ricevuto le duelinee di terapia standard (più altre terapie in 6 casi) e 4 eranostati trattati con chemioterapia ad alte dosi: 2 in prima battuta,e altri 2 in seconda linea. Lo schema di terapia prevedeva lasomministrazione di paclitaxel 80mg/m 2 seguito da cisplatino50 mg/m 2 e gemcitabina 800 mg/m 2 nei giorni 1 e 8 ogni 3 settimane<strong>per</strong> 4 cicli. La terapia di supporto era molto robusta everrà specificata nel testo integrale.Risultati: Otto pazienti hanno avuto una risposta parziale, deiquali 7 con normalizzazione dei marcatori tumorali, 3 una stabilizzazionedi malattia e gli altri 11 nessuna risposta.Quattordici pazienti sono stati sottoposti a chirurgia dopo chemioterapia,ma solo 6 hanno avuto una asportazione completadei residui di malattia ( fibrosi e necrosi in 4 casi e teratomanegli altri 2).La malattia è progredita in <strong>tutti</strong> i pazienti nei quali la chirurgianon è stata radicale e in 2 dei 6 pazienti o<strong>per</strong>ati radicalmente. Dei4 pazienti tutt’ora viventi 3 avevano fibrosi e necrosi e uno teratomaresiduo. La sopravvivenza degli 11 pazienti non responsiviè stata di 1 ÷ 17 mesi ( mediana 8 ), nei 7 pazienti con malattiastazionaria o recidivati dopo chirurgia radicale è stata 7 ÷ <strong>29</strong> mesi( mediana 18 ). I 4 pazienti che hanno mantenuto la remissionecompleta risultano viventi da 80+ a 99+ mesi.Tutti i 22 pazienti hanno avuto tossicità ematologica di grado 3o 4, ma grazie alla terapia di supporto (GM.CSF, antibiotici ,eritrociti e piastrine concentrati secondo necessità) non si èverificata alcuna morte iatrogena.La tossicità renale di grado 1 in 4 pazienti è stata corretta conl’idratazione ed un solo malato ha dovuto interrom<strong>per</strong>e il trattamento<strong>per</strong> tossicità di grado 3.Conclusioni: La chemioterapia di terza linea TPG si è dimostratain grado di dare risposte obiettive nella metà dei casi trattati, masolo 4 pazienti (18%) hanno ottenuto una remissione completaduratura. Il ruolo della chirurgia dopo chemioterapia è stato fondamentale<strong>per</strong> la stadiazione e la definitiva guarigione in unpaziente con teratoma maturo residuo radicalmente asportato.Bibliografia1. Cancer 82:1381,19982. Cancer Res. 2: 251, 1998;3. ASCO Proc. 1999, Abst.# 796).4- J.Clin:Oncol. 1997, 15:594Abstract n. 91 POSTER (sessione del 28/11/<strong>2008</strong>,Presentazione poster Miscellanea 1)IMPATTO DEL TRATTAMENTO RADIOTERAPICO INPAZIENTI CON CARCINOMA DELLA PROSTATA SUQUALITÀ DI VITA, SESSUALITÀ E DISTRESSPugliese P. 1 , Petrongari M.G. 1 , Fotia L. 1 , Saracino B. 1 ,Gomellini S. 1 , Bonucci A. 1 , Arcangeli G. 11Istituto Regina Elena, RomaObiettivo: Studio longitudinale prospettico dell’impatto del trattamentoradioterapico sulla Qualità di Vita (HRQoL), sulla sessualitàe sul distress in pazienti affetti da carcinoma della prostata(rischio intermedio).Metodologia: 32 pazienti (età mediana = 70), arruolati presso lastruttura di Radioterapia dell’Istituto Regina Elena di Roma,sono stati valutati prima del trattamento radioterapico e nei followup a sei, dodici, diciotto e ventiquattro mesi. La valutazionedella HRQoL è stata effettuata con il questionario EORTCQLQ-C30 ed il modulo specifico <strong>per</strong> patologia prostaticaEORTC QLQ-PR25. La sessualità è stata valuta mediante il questionarioI.I.E.F. ed il distress tramite la scala HAD.Risultati: nel questionario EORTC QLQ-C30 si evidenziano, sianelle scale funzionali che nelle scale sintomatiche, punteggimedi stabili nel tempo, ad eccezione della scala “stato emotivo”che mostra un decremento dei punteggi medi a sei mesi di follow-up(baseline = 86 vs follow up 6 mesi = 80). Tale dato èconfermato dallo stesso andamento ottenuto con la scala HAD(ansia baseline = 5 vs ansia follow up 6 mesi = 7; depressionebase = 4 vs depressione follow up 6 mesi = 8). Il questionarioEORTC QLQ PR 25 evidenzia un peggioramento a sei e dodicimesi nella scala “sintomi urinari” (baseline = 5 vs follow up 6mesi = 10 vs follow up 12 mesi = 17). Tutte le aree del funzionamentosessuale rivalutate a sei e dodici mesi di follow up conil questionario IIEF mostrano un lieve peggioramento, ad eccezionedell’area del desiderio che, al follow up a dodici mesi,mostra miglioramento (funzione erettile: <strong>26</strong> vs 19 vs 19; funzioneorgasmica: 10 vs 6,1 vs 6; desiderio: 8,3 vs 5,7 vs 7,2;soddisfazione durante il rapporto: 10 vs 6,2 vs 5; soddisfazionegenerale: 8,8 vs 7,6 vs 7). La valutazione del distress effet-Archivio Italiano di Urologia e Andrologia <strong>2008</strong>, 80, 3, Supplemento 1 91
XVIII Congresso Nazionale Società Italiana di Urologia Oncologicatuata con la scala HAD evidenzia, nel follow up a sei mesi, unaumento dei livelli di depressione (baseline = 4 vs follow up 6mesi = 8) e nel follow up a dodici mesi livelli di depressioneche rientrano nel cut-off di normalità (follow up 6 mesi = 8 vsfollow up 12 mesi = 6). L’andamento dell’ansia durante il trattamentorimane entro il cut-off di normalità.Conclusioni: l’impatto della radioterapia sulla HRQoL e sullasessualità è lieve fino a dodici mesi di follow up. Risultati piùsignificativi potranno essere acquisiti con il follow up a 24 mesiprevisto dallo studio.BibliografiaIncrocci L., Koos Slob A., Levendag P.C. Sexual dysfunction after raditerapyfo prostate cancer. Int. J. Radiation Oncology Biol. Phys 2002 Mar 1;52(3):681-93. Review.Incrocci L. Sexual function after external-beam radiotherapy for prostatecancer: what do we know? Crit Rev Oncol Hematol. 2006 Feb;57(2):165-73. Epub 2005 Dec 1. Review. QuekM.L. Penson D.F. Quality of life in patients with localized prostate cancer.Urologic Oncology 2005 May-Jun;23(3):208-15.Balderson N, Towell T.: The prevalence and predictors of psychological distressin men with prostate cancer who are seeking support. Br J HealthPsychol. 2003 May; 8(Pt 2):125-34.Abstract n. 92 POSTER (sessione del <strong>26</strong>/11/<strong>2008</strong>,Presentazione poster Miscellanea)PROGRESSION AFTER DOCETAXEL-BASED CHEMOTHE-RAPY IN HORMONE-REFRACTORY PROSTATE CANCER:IS PSA DOUBLING TIME A CLINICALLY USEFUL INDICA-TOR?Colloca G., Guarneri D., Addamo G., Venturino A.,Coccorullo Z., Ratti R., Campora E.Division of Medical Oncology, “G.Borea” Hospital, Sanremo (IM),ItalyTable 1.Median PSAV Median PSA-DT(ng/ml/day) (days)At emergence ofandrogen resistance 0.06 96.5Before CT 0.42 87.6At PSA-progression 1.33 68.5Introduction and Objectives: Hormone-refractory metastatic prostatecancer (HRPC) is a heterogenous disease. In the presentstudy PSA-velocity (PSAV) and prostate-specific antigen doublingtime (PSA-DT) in metastatic prostate cancer progressingafter first-line chemotherapy was evaluated at: 1) emergence ofandrogen resistance; 2) before first-line chemotherapy (CT)and 3) when further PSA-progression was documented.Methods: Data from 21 metastatic HRPC patients treated withchemotherapy between June 2003 and Jan <strong>2008</strong> were retrospectivelyanalyzed. PSAV and PSA-DT were measured by consideringat least three determinations of PSA. Survival ratesaccording to PSAV and PSA-DT were reported and the behaviourof PSA-DT in PSA-responders was evaluated.Results: The majority of patients received a docetaxel-basedregimen (17/21 cases). PSA response rate was 28% (6/21).Median PSAV and PDA-DT are shown below Table 1.Median overall survival was 10.8 months and median survivalfrom emergence of androgen resistant disease was 25.8months. In PSA responsive patients, median OS was 20.1 mosvs 7.8 mos in non-responders. Median survival was comparable(10.9 mos vs 10.8 mos) in patients with PSAV 1 ng/mL/day, respectively.Median survival was 4.9 mos vs 1.1 mos in patients with PSA-DT prior to CT >70 days and with PSA- DT < 70 days, respectively.PSAV after CT was comparable in responders and nonresponders. However, PSA- DT after CT was 50 days in responderscompared to 70 days in non responders (p=0.19).Conclusion: It appears that PSA- DT decreases after PSA responseto first-line CT. This parameter may be clinically useful inidentifying a subset of patients that could benefit from subsequenttreatment.Abstract n. 93 COMUNICAZIONE SELEZIONATA(sessione del 28/11/<strong>2008</strong>, Comunicazioni selezionate -Terapia chirurgica, Radioterapia)NEFRECTOMIA RADICALE CON TROMBECTOMIA CAVOATRIALE IN CIRCOLAZIONE EXTRACORPOREA, IPOTER-MIA PROFONDA ED ARRESTO DI CIRCOLO: ESPERIEN-ZA CHIRURGICA DI 16 ANNIBertini R., Suardi N., Strada E., Petralia G., Roscigno M.,Pasta A., La Penna E., Salonia A., Colombo R., Montorsi F.,Rigatti P.Cattedra di Urologia, Università Vita-<strong>Salute</strong> San Raffaele, MilanoIntroduzione e Obiettivi: Riportiamo l'es<strong>per</strong>ienza di un singolocentro nella chirurgia del carcinoma a cellule renali (CCR) conestensione neoplastica cavo atriale in circolazione extracorporea(CEC), ipotermia profonda (IP) ed arresto di circolo (AC).Abbiamo inoltre analizzato i parametri pre o<strong>per</strong>atori utili allaselezione del paziente candidabile a tale approccio chirurgico.Materiali e Metodi: Tra il 1990 ed il 2006, 33 pazienti su 39affetti da CCR con trombosi neoplastica cavo atriale sono statisottoposti a nefrectomia radicale e trombectomia cavo atriale inCEC, IP ed AC. In 6 pazienti il limite craniale del trombo neoplasticonella vena cava inferiore (VCI) era intraepatico, in 15sovraepatico e in 12 sovradiaframmatico. I parametri pre o<strong>per</strong>atori(età dei pazienti, dimensioni del tumore, presenza dimetastasi alla diagnosi, estensione craniale del trombo neoplastico,ASA score e valore pre o<strong>per</strong>atorio di emoglobinemia)sono stati analizzati con regressione di Cox <strong>per</strong> identificare ifattori prognostici di sopravvivenza causa specifica.Risultati: Età media dei pazienti: 59.4 anni. Diametro mediodella neoplasia: 11.7cm. Metastasi a distanza alla diagnosi: 13pazienti (39.4%). Nove pazienti sono stati sottoposti ad embolizzazionepre o<strong>per</strong>atoria. Tutti i pazienti sono stati sottoposti anefrectomia radicale, linfoadenectomia retro<strong>per</strong>itoneale e trombectomiacavo atriale in CEC (tempo medio 175 minuti), IP(tem<strong>per</strong>atura media: 18.3 ) ed AC (tempo medio 31 minuti). In12 pazienti è stata eseguita atriotomia. Tempo o<strong>per</strong>atoriomedio: 540 minuti. Le <strong>per</strong>dite ematiche medie sono state 4690ml (3900 nei pazienti sottoposti ad embolizzazione). Cinquepazienti (15.1%), dei quali 4 con ASA score >2 (grave cardiopatiain 2) sono deceduti nel <strong>per</strong>i o<strong>per</strong>atorio a causa di multiorgan failure. Esame istologico: pT3b/23; pT3c/10. G2/18;G3/15; pN+/10 pazienti. Follow up medio nei pazienti vivi:36.2 mesi. La sopravvivenza causa specifica ad 1, 2 e 5 annidall'intervento è risultata 80.2, 70.1 e 30.6%, rispettivamente.All'analisi multivari ata solo la presenza di metastasi alla diagnosi(p=0.023) e l'ASA score pre o<strong>per</strong>atorio (p=0.0<strong>26</strong>) sonorisultati significativamente associati a mortalità causa specifica.Conclusioni: La nefrectomia radicale con trombectomia cavoatriale in CEC, IP ed AC rappresenta una terapia invasiva maefficace nei pazienti affetti da neoplasia renale con trombosineoplastica cavo atriale. La presenza di cardiopatia grave ed unASA score > 2 rappresentano controindicazioni assolute all'intervento.La presenza di metastasi a distanza alla diagnosi rappresentaun fattore prognostico sfavorevole.92Archivio Italiano di Urologia e Andrologia <strong>2008</strong>, 80, 3, Supplemento 1