XVIII Congresso Nazionale Società Italiana di Urologia OncologicaAbstract n. 16 COMUNICAZIONE SELEZIONATA (sessionedel 27/11/<strong>2008</strong>, Comunicazioni selezionate - Terapiamedica, Ricerca di base)SANGUINAMENTO RETTALE TARDIVO NONOSTANTE ILRISPETTO DEI CONSTRAINT DOSE-VOLUME: I PROFILIDI ESPRESSIONE GENICA POSSONO AIUTARE AD INDI-VIDUARE I PAZIENTI RADIO-SENSIBILI?Rancati T. 1 , Valdagni R. 1 , Ghiotti M. 2 , Cozzarini C. 3 ,Vavassori V. 4 , Fellin G. 5 , Fiorino C. 3 , Girelli G. 6 , Barra S. 7 ,Zaffaroni N. 8 , Pierotti M.A. 9 , Gariboldi M. 21Programma Prostata, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale deiTumori, Milano; 2 Fondazione Istituto FIRC di Oncologia Molecolare,Milano; 3 Radioterapia e Fisica Sanitaria, Ospedale San Raffaele;4Radioterapia, Ospedale di Circolo, Varese; 5 Radioterapia, OspedaleSanta Chiara, Trento; 6 Radioterapia, Azienda Ospedaliera ASL 9,Ivrea; 7 Radioterapia, Istituto Nazionale dei Tumori, Genova;8Oncologia S<strong>per</strong>imentale, Fondazione IRCCS – Istituto Nazionaledei Tumori, Milano; 9 Direzione Scientifica, Fondazione IRCCS –Istituto Nazionale dei Tumori, MilanoIntroduzione e obiettivi: questo studio nasce dalla osservazione(comune nella pratica clinica) che alcuni pazienti, sottoposti aradioterapia (CRT) <strong>per</strong> carcinoma alla prostata (CaP), esibisconosanguinamento rettale tardivo (lrb) nonostante istogrammi dosevolume(DVH) del retto di ottima qualità, mentre in altri pazienti,con DVH meno conservativi, non si ha insorgenza di alcunatossicità tardiva. Lo scopo del lavoro è stata la individuazione dimarker genetici che siano correlati alla insorgenza di lrb dopoCRT <strong>per</strong> CaP. A tal fine sono stati analizzati i profili di espressionegenica di alcuni pazienti dello studio AIROPROS 0101, deiquali si avevano a disposizione informazioni cliniche e dosimetricheaccurate. La conoscenza dei DVH individuali è infatti moltoimportante <strong>per</strong> poter discriminare tra gli effetti della dose e quellidovuti alla potenziale influenza genetica. I risultati riportati inquesto lavoro seguono una precedente analisi (effettuata sullastessa popolazione) che aveva suggerito l’esistenza di geni di protezione<strong>per</strong> lrb (Valdagni et al. Int J Rad Oncol Biol Phys 69 (S3)2007).Metodi: sono stati selezionati 30 pazienti (sottoposti a CRT condosi > 70Gy e con un follow-up di 4 anni) che individuano tregruppi: (a) 10 pazienti con DVH rettale a basso rischio (V70Gy60%) e con lrbG2-G3 e (c) 10 pazienti con DVH ad alto rischio e senza tossicità.Per questi pazienti sono stati analizzati i profili di espressionedi 35 geni associati al riparo del DNA o in altri meccanismi rilevanti<strong>per</strong> il riparo del danno radio-indotto. Per <strong>tutti</strong> i campioni èstata eseguita una PCR quantitativa real-time sull’RNA delle lineecellulari linfoblastoidi ottenute attraverso immortalizzazione convirus di Epstein-Barr delle cellule mononucleate del sangue <strong>per</strong>iferico.I livelli di espressione dei geni in analisi nei diversi gruppidi pazienti sono stati confrontati utilizzando il test di Kruskall-Wallis.Risultati: l’analisi inter-gruppo ha evidenziato molte differenzecostitutive: 9 geni sono significativamente sotto-espressi nelgruppo dei pazienti sanguinanti con DVH a basso rischio rispettoa <strong>tutti</strong> gli altri pazienti: AKR1B1 (p=0.019), UBB (p=0.018),LSM7 (p=0.0016), NUDT1 (p=0.0031), MRPL23 (p=0.015),PSMD1 (p=0.062), BAZ1B (p=0.042), SEC22L1 (p=0.040) ePSMB4 (p=0.079). Per 7 di questi geni è possibile stabilire unvalore di cutoff sui cicli soglia, che <strong>per</strong>mette di identificare unapredizione di classe. Il classificatore ottenuto con questi geniidentifica in modo corretto il 75% dei casi, e indica LSM7 ePSMB4 come i geni che meglio predicono sensibilità alla radiazione.Conclusioni: nonostante il piccolo numero di pazienti inclusi inquesto studio pilota, sono stati trovati profili di espressionegenica differenti tra i pazienti sanguinanti con DVH a bassorischio e gli altri pazienti. Questi risultati suggeriscono alcunigeni come potenzialmente predittivi del rischio di tossicità rettaleradio-indotta. In un futuro non molto lontano, la misura deiprofili di espressione genica del singolo paziente potrebbe caratterizzarela sua sensibilità alla radiazione e il corredo geneticoindividuale potrebbe essere combinato con le variabili dosimetrichein modo da poter valutare in modo più accurato il rischioche il paziente manifesti tossicità radio-indotta.Abstract n. 17 POSTER (sessione del 28/11/<strong>2008</strong>,Presentazione poster Miscellanea 1)METASTASI ILIACHE DOPO RADIOTERAPIA LIMITATA AISOLI CAMPI PARA-AORTICI PER SEMINOMA DEL TESTI-COLO AL I STADIO CLINICOPizzocaro G. 1 , Guarnieri A. 1 , Cazzaniga A. 1 , Ceresoli A. 1 ,Colombo F. 1 , Grosso Macola G. 1 , Salomoni G. 21Urologia, Ospedale S.Giuseppe, Milano; 2 Anatomia Patologica,Ospedale S.Giuseppe, MilanoLe linee guida EAU (1) ed Europee (2) raccomandano l’irradiazionedei soli campi paraaortici nel seminoma al primo stadio clinicoin base ad uno studio randomizzato (3) con livello di evidenzaIB , escludente il campo iliaco omolaterale allo scopo diridurre la tossicità del trattamento. In alternativa: una dose di carboplatino(AUC 7) o la vigile attesa (1, 2).Pazienti e metodi: Nel primo semestre 2007 abbiamo trattato complessivamente30 pazienti consecutivi <strong>per</strong> neoplasie del testicolo.Soltanto 5 erano affetti da seminoma puro : 3 erano pazienti al Istadio clinico a basso rischio e dopo l’orchiectomia sono stati sottopostia wait & see; gli altri 2, anch’essi al I stadio clinico alla diagnosi,si sono presentati con una recidiva iliaca 1 e 5 anni dopo laradioterapia, eseguita altrove sui soli campi paraaortici con lasomministrazione rispettivamente di 25 e 27 Gy. Nel primopaziente la diagnosi di recidiva (centimetrica) era stata fatta incorso di follow-up radiologico. Nel secondo caso, la diagnosi èstata posta grazie all’aumento della HCG (25mUI/ml) e alla evidenzaalla TC di una adenopatia di 5 cm di diametro!Risultati: Entrambi i pazienti sono stati sottoposti a linfadenectomiailiaca, con conferma del re<strong>per</strong>to radiologico nel primo caso edevidenza di altre adenopatie minori nel secondo, con normalizzazionepost o<strong>per</strong>atoria della HCG. Entrambi i pazienti sono statitrattati con 2 cicli di chemioterapia PEB adiuvante e sono vivi liberida malattia da 12 e 18 mesi.Discussione: Un accurato studio sulla sorveglianza del seminomapuro al I stadio clinico ha consentito di identificare 2 fattori dirischio <strong>per</strong> le recidive: un tumore su<strong>per</strong>iore a 4 cm di diametro el’invasione della rete testis (4) : in particolare il rischio di recidivaè stato del 12% nei pazienti privi di fattori di rischio e del 16%nei pazienti con un solo fattore di rischio. Solo nei rari pazienticon entrambi i fattori di rischio le ricadute sono state del 32%(alto rischio).Basandoci sul fatto che dopo RT sui soli campi paraaortici conuna dose di 20 o 30 Gy <strong>per</strong>siste non solo un rischio di ricadutadel 3-4%, ma anche il rischio di tossicità tardiva (5), e considerandoche anche la chemioterapia adiuvante con carboplatinomantiene lo stesso rischio di recidiva del 3-4% (6), riteniamo preferibileattuare la vigile attesa nei seminomi al I stadio clinico connon più di un fattore prognostico sfavorevole (rischio di ricadute12-16%) evitando un over treatment nel 84-88% dei casi.Bibliografia1. Albers et al Eur.Urol. 2005 ; 48 : 885-894.2. Krege et al. Eur.Urol. <strong>2008</strong> ; 53 : 478-5133. Fossa et al. J.Clin.Oncol. 1999; 17: 1146-544. Warde et al J.Clin.Oncol. 2002; 20: 4448-525. Jones et al J.Clin.Oncol. 2005 ; 23 : 1200-86. Oliver et al Lancet 2005 ; 366 : <strong>29</strong>3-300Archivio Italiano di Urologia e Andrologia <strong>2008</strong>, 80, 3, Supplemento 1 61
XVIII Congresso Nazionale Società Italiana di Urologia OncologicaAbstract n. 18 POSTER (sessione del <strong>29</strong>/11/<strong>2008</strong>,Presentazione poster Miscellanea)VALUTAZIONE METABOLICA E ULTRASTRUTTURALEDELL’ATTIVITÀ DEI GRANULOCITI NEUTROFILI IN CORSODI TERAPIA CON BCGSiracusano S. 1 , Ciciliato S. 1 , Lampropoulou N. 1 , Bernabei M. 1 ,Vita F. 2 , Abbate R. 2 , Zabucchi G. 21U.C.O di Urologia Università di Trieste; 2 Dipartimento di Fisiologiae PatologiaIntroduzione e obbiettivi:Il meccanismo d'azione del BCG nel trattamentodelle neoplasie su<strong>per</strong>ficiali della vescica è a tuttoggi nondefinito. Riportiamo i risultati preliminari relativamente all'attivitàmetabolica ed alla morfologia ultrastrutturale dei granulocitineutrofili (GN) in pazienti sottoposti ad instillazione con BCG.Materiali e Metodi: Sono stati analizzati i campioni di urine in 5pazienti sottoposti a immunoprofilassi con BCG ed in 5 soggettisani quale gruppo di controllo. Nei campioni di urine, dopoopportuno trattamento, è stata misurata l'attività elestasica ed ilcontenuto proteico quali indici rispettivamente di attività secretoriadei neutrofili e di aumentata <strong>per</strong>meabilità endoteliale. Laproduzione di radicali liberi (anione su<strong>per</strong>ossido), quale indicedi attivazione dei polimorfonycleati (PMN), è stata valutata suicampioni di urine con il metodo della riduzione del citocromo Csu<strong>per</strong>ossido dismutasi sensibile. La valutazione alla microscopiaelettronica a trasmissione ha <strong>per</strong>messo lo studio ultrastrutturaledei neutrofili isolati nelle urine.Risultati:Dai dati ottenuti si evince che i PMN presenti nelle urinevengono attivati e producono radicali liberi in quantità maggiorerispetto ai GN isolati nelle urine del gruppo di controllo. La concentrazionedi PMN ed il loro stato di attivazione è direttamentecorrelato con il numero di cellule uroteliali esfoliate (p