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26-29 Novembre 2008 Chieti- Pescara - Salute per tutti

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XVIII Congresso Nazionale Società Italiana di Urologia OncologicaAbstract n. 79 COMUNICAZIONE (sessionedel <strong>26</strong>/11/<strong>2008</strong>, Comunicazioni Vescica)PTAG3: ESISTE REALMENTE? NUOVA ANALISI ANATO-MOPATOLOGICA E NUOVE CONSIDERAZIONICai T. 1 , Nesi G. 2 , Gavazzi A. 1 , Bongini A. 1 , Costanzi A. 1 , FarinaU. 1 , Melone F. 1 , Mondaini N. 1 , Sarti E. 1 , Meliani E. 1 , Bartoletti R. 11U.O. Urologia, Ospedale Santa Maria Annunziata, Università diFirenze, Firenze; 2 Dipartimento di Patologia ed Oncologia,Università degli Studi di Firenze, FirenzeIntroduzione: Il sistema stadiante dei tumori vescicali (TNM) identificail pTa come un tumore su<strong>per</strong>ficiale che non invade la sottomucosa.Un tumore vescicale di grado G3 (WHO-ISUP) è untumore scarsamente differenziato che presenta una rapida evoluzionee progressione. I carcinomi a cellule uroteliali della vescicaidentificati come pTaG3 sono tumori su<strong>per</strong>ficiali <strong>per</strong> lo stadio emolto aggressivi <strong>per</strong> il grado. Hanno un frequenza del 15%-19%,con un tasso di recidiva del 65%-85% e di progressione del 20%-50%. La valutazione di su<strong>per</strong>ficialità non coincide con il dato delgrading e soprattutto con il decorso clinico. Abbiamo precedentementevalutato il comportamento clinico di 143 pazienti affetti dacarcinoma uroteliale pTaG3, con un follow-up di 10 anni, dimostrandocome i pTaG3 non mostrano un comportamento biologicounivoco. Alcune lesioni, infatti, dimostrano un basso potenzialedi aggressività, in linea con il comportamento di un tumorevescicale su<strong>per</strong>ficiale a basso grado; altre, invec e, dimostrano uncomportamento altamente aggressivo, dotato di capacità di progressionee di recidiva precoce. Scopo del presente lavoro è la rivalutazionedei dati ottenuti dal follow-up della stessa popolazione dipTaG3 dopo una nuova analisi anatomopatologica.Materiali e Metodi: I vetrini di 143 pazienti affetti da carcinomiuroteliali stadiati come pTaG3 sono stati rivalutati in cieco dallostesso anatomopatologo, utilizzando la classificazione TNM 2002e WHO 1973. I dati ottenuti da questa nuova analisi sono staticonfrontati con i dati ottenuti dalla precedente analisi e dal precedentefollow-up.Risultati: Dei 143 carcinomi uroteliali stadiati come pTaG3 allaprecedente analisi, 117 sono stati confermati pTaG3, 5 sono statiidentificati come pTaG2 mentre 21 pT1G3. In 8 casi è stata confermatala presenza di CIS. I dati della nuova analisi sono staticonfrontati con i dati ottenuti dal precedente follow-up: 14pazienti (9.7%) liberi da malattia dopo 86.3 mesi, 1<strong>29</strong> (90.3%)una recidiva (tempo medio alla prima recidiva 13 mesi), 9 deceduti<strong>per</strong> altra causa, 42 pazienti (32.5%) progressione di malattiae 12 deceduti <strong>per</strong> malattia. I 12 pazienti deceduti <strong>per</strong> malattia e 9andati incontro a progressione di malattia sono stati identificaticome pT1G3 alla precednte stadiazione ed erano, infatti, stati sottostadiati.Nessun altro dato emerge dall’analisi.Conclusioni: Il presente studio dimostra che le lesioni stadiatepTaG3 dovrebbero essere considerate come sottostadiate e che unapproccio più aggressivo, con un second look dovrebbero essere,comunque, effettuato, in attesa che nuovi marker o nuovi fattoriprognostici siano in grado di apportare informazioni aggiuntive aifattori prognostii classici.Abstract n. 80 POSTER (sessione del 27/11/<strong>2008</strong>,Presentazione poster Miscellanea)MODELLI STATISTICI PER L’IDENTIFICAZIONE DEI PAZIEN-TI AFFETTI DA ADENOCARCINOMA DELLA PROSTATA DASOTTOPORRE A CHIRURGIA RADICALE: CONFRONTO TRANOMOGRAMMI PRE-OPERATORI ED ALGORITMI COMPCai T. 1 , Nesi G. 2 , Gavazzi A. 1 , Bongini A. 1 , Costanzi A. 1 ,Farina U. 1 , Melone F. 1 , Mondaini N. 1 , Sarti E. 1 , Meliani E. 1 ,Bartoletti R. 11U.O. Urologia, Ospedale Santa Maria Annunziata, Università diFirenze, Firenze; 2 Dipartimento di Patologia ed Oncologia, Universitàdi Firenze, FirenzeIntroduzione: Sotto la definizione anatomopatologica di adenocarcinomaprostatico sono raggruppati tumori che pur presentandolo stesso pattern istopatologico, presentano un comportamentobiologico estremamente eterogeneo. L’utilizzo del sistema classificativodi Gleason non riesce a fornire dati certi sull’aggressivitàbiologica e sul decorso della malattia. Negli ultimi anni sono statisviluppati e validati diversi nomogrammi <strong>per</strong> la predizione dellostadio patologico, della sopravvivenza e dell’out-come dei pazienticon adenocarcinoma prostatico. Questi nomogrammi si sonorivelati, inoltre, utili nella programmazione del trattamento a cuisottoporre il paziente. Un grosso limite che presentano questinomogrammi è dovuto al fatto che, essendo stati validati in unparticolare sottogruppo di popolazione, non hanno un’accurettezzatale se applicati alla popolazione generale e soprattutto nonforniscono risultati predittivi in termini di out-come e prognosiclinica. Scopo del presente lavoro è valutare l’accuratezza diagnosticadi 3 diversi nomogrammi (Partin, Kattan, Scardino) nellapopolazione italiana e confrontarli all’accuratezza diagnostica diuna rete neurale su un campione di 187 pazienti affetti da adenocarcinomaprostatico.Materiali e Metodi: Presso la Clinica Urologica dell’Università degliStudi di Firenze, sono stati selezionati 187 pazienti affetti da adenocarcinomaprostatico e sottoposti a prostatectomia radicaleretropubica e linfectomia locoregionale. Di ogni paziente avevamoa disposizione: PSA pre-o<strong>per</strong>atorio, stadio clinico (

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