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26-29 Novembre 2008 Chieti- Pescara - Salute per tutti

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XVIII Congresso Nazionale Società Italiana di Urologia Oncologica6. Stamey TA. Making the most out of six systematic sextant biopsies. Urology1995; 45:2-127. Langer JE. The current role of the transrectal ultrasonography in the evaluationof prostate carcinoma. Semin. Roentgenol. 1999; 34:284-948. Nava L., Montorsi F., Consonni P., Scattoni V., Guazzoni G., Rigatti P. Resultsof a prospective randomized study comparino 6, 12 18 transrectal ultrasoundguided sextant biopsies in patients with elevated PSA, normal DRE and normalprostatic ultrasound. J. Urol 1997; 157 Suppl. 59A9. Eskew LA, Bare RL, McCollough DL. Systematic 5 region prostate biopsy issu<strong>per</strong>ior to sextant method for diagnosing carcinoma of the prostate. J. Urol.1997; 157:199-20210. Presti JCJ, Chang jj, Bhargava V, Shinoara K. The optimal systematic biopsyscheme should include 8 rather than 6 biopsies: result of a prospective clinicaltrial. J. Urol. 2000; 163:163-611. Babaian RJ, Toi A, Kamoi K, Troncoso P, Sweet J, Evans L, et al. A comparativeanalysis of sextant and an extended 11-core multisite directed biopsy strategy.J. Urol. 2000; 163:152-712. Gore JL, Shariat SF, Miles BJ, Kadmon D, Jiang N, Wheeler TM et al.Optimal combinations of systematic and laterally directedbiopsies for the detectionprostate cancer. J. Urol. 2001; 165:1554-913. Scattoni V, Zlotta A, Montironi C et al. Extended and saturation prostaticbiopsy in the diagnosis and characterisation of prostate cancer: a critical analysisof the literature. Eur. Urol. 52 (5), 2007; 1307-2214. Djavan B, Margreiter M Biopsy standards for detection of prostate cancer.World J. Urol. 2007, 25:11-1715. Introini C, Naselli A, Vigliercio G et al. Can biopsy be a reliable predictor ofspatial distribution of prostate cancer? Comparison of a novel biopsy regimenwith radical prostatectomy findings. Urology 68(6), 2006, 1301-416. Epstein JI, Sanderson H, et al. Utility of saturation biopsy to predict insignificantcancer at radical prostatectomy. Urology 66(2), 2005, 356-6017. Singh H, Canto EI, et al., Six additional systematic lateral cores enhancesextant biopsy prediction of pathological features at radical prostatectomy. JUrol. 171, 2004, 204-9FATTORI PREDITTIVI PATOLOGICI ED ASPETTI DI PATOLO-GIA QUANTITATIVASteno SentinelliServizio di Anatomia Patologica, Istituto Regina ElenaNon esiste ancora una completa uniformità nella refertazionedelle agobiopsie prostatiche. D’altra parte le numerose alterazionimorfologiche acinari identificabili nei frustoli agobioptici dellaprostata pongono una serie di problematiche non sempre di facilerisoluzione. Con il sempre maggiore affinamento delle tecnichedi prelievo ed il più frequente ricorso all’agobiopsia prostatica incondizioni cliniche di precoce insorgenza del tumore, il re<strong>per</strong>topatologico di lesioni minime verosimilmente neoplastiche o francamenteneoplastiche è decisamente aumentato. Con queste premesse,risulta necessaria una standardizzazione del referto istologicocon l’intento di produrre una documentazione la più esaustivapossibile delle varie lesioni prostatiche con particolare riguardoall’adenocarcinoma della prostata, riportando <strong>tutti</strong> i parametrimorfologici utili al management del paziente ed al più correttoinquadramento clinico e prognostico della neoplasia. Le informazionidiagnostiche concernenti l’adenocarcinoma prostatico correlatealle sopracitate esigenze sono: il tipo istologico della neoplasia,il grado istologico definito con il sistema di Gleason, l’estensionedella neoplasia espressa in <strong>per</strong>centuale o in millimetri in ciascunofrustolo interessato, l’invasione angiolinfatica, l’infiltrazione<strong>per</strong>ineurale, l’eventuale estensione extraprostatica della neoplasia(qualora i frustoli comprendano tessuto extraprostatico). Per quelche riguarda la valutazione quantitativa del tumore su agobiopsiale più comuni tecniche di misurazione studiate includono: ilnumero di frustoli agobioptici positivi, la frazione di frustoli positivisul totale dei frustoli esaminati, la lunghezza totale della neoplasia,espressa in millimetri, valutata su <strong>tutti</strong> i frustoli, la <strong>per</strong>centualedella neoplasia su ogni frustolo interessato, la <strong>per</strong>centualetotale della neoplasia calcolata su tutto il materiale esaminato. Nelcomplesso <strong>tutti</strong> i suddetti parametri contribuiscono a formularequelli che vengono definiti fattori predittivi dell’adenocarcinomadella prostata e che forniscono informazioni sullo stadio dellaneoplasia, sullo stato dei margini, della progressione, del volumee della estensione extraprostatica della neoplasia. È opportunotuttavia sottolineare che la costante evoluzione delle conoscenzenell’ambito del tumore della prostata non consente al momentouna valutazione oggettiva e definitiva dei fattori predittivi patologici,basti considerare le recenti modifiche apportate al sistema diGleason con una più rigida definizione del pattern 3, agli studicontroversi riguardo l’effettivo volume del tumore quantificabilein base alla estensione ed al numero dei frustoli agobioptici interessatidalla neoplasia, al preciso significato dell’infiltrazione <strong>per</strong>ineurale,ecc., si tratta, <strong>per</strong>tanto, di un argomento piuttosto complessosottoposto a continue rivalutazioni. Un problema di notevoleimportanza clinico-patologica è rappresentato da tutte quellelesioni costituite da minuti focolai di proliferazione acinare conatipie morfologiche che <strong>per</strong> l’incompletezza dei caratteri di malignitào <strong>per</strong> l’esiguità della loro estensione non consentono unadiagnosi definitiva di adenocarcinoma prostatico. Ancorché taleproblematica non possa essere inquadrata nel contesto dei fattoripredittivi sopra discussi rappresenta, tuttavia, un possibile fattorepredittivo allo sviluppo della stessa neoplasia. Queste lesioni sonostate identificate con l’acronimo ASAP (Atypical Small AcinarProliferation). Attualmente, <strong>per</strong>ò, si preferisce ricorrere ad unaterminologia descrittiva in quanto l’ASAP a differenza della PINnon rappresenta una entità specifica, ma un ampio gruppo dilesioni caratterizzate da diverso significato clinico e la probabilitàdi identificare un tumore nelle re-biopsie prostatiche eseguite <strong>per</strong>presenza di focolai di ASAP è più alta rispetto alle re-biopsie eseguite<strong>per</strong> presenza di focolai di PIN. Anche in questo ambito studiimmunoistochimici e di biologia molecolare contribuiscono econtribuiranno alla sempre più corretta definizione di questelesioni.LE COMPLICANZE DELLA BIOPSIA PROSTATICA ED ILLORO TRATTAMENTORoberta GunelliU.O.di Urologia, Ospedale di ForlìLa biopsia prostatica, eseguita nel sospetto di carcinoma prostatico,rappresenta una metodica diagnostica invasiva caratterizzatada un alto di tasso di complicanze di lieve e media entità, a frontedi un basso tasso di complicanza gravi.Le complicanze si distinguono in maggiori (ricovero ospedaliero0.3-1%: sepsi, infezioni prostatiche, tamponamento vescicale,ematuria e rettorragia severe) e minori (17-90%: dolore, ematuriae rettorragia di lieve entità, emos<strong>per</strong>mia, ritenzione d’urina, sindromevaso-vagale, febbre

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