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"Le caverne dei diamanti" di Emilio Salgari - Altervista

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Il re guardò per alcuni istanti i suoi soldati schieratinell'immenso recinto e alzò l'arma che teneva in pugno. Tostouna foresta <strong>di</strong> lance si alzò e mille voci ripeterono tre volte, conun clamore assordante, spaventevole, il saluto reale: – Koum!Il silenzio si era già ristabilito, quando tutto d'un tratto fuinterrotto; un soldato aveva inavvertitamente lasciato cadere ilsuo scudo e questo battendo sul duro terreno aveva mandato unsordo suono.Touala, il re gigante, fissò col suo occhio feroce il soldatomaldestro, <strong>di</strong>cendogli con voce minacciosa:– Avanzati!Noi vedemmo il <strong>di</strong>sgraziato guerriero tremare <strong>di</strong> spaventosotto la sua pelle nera, e, dopo una breve esitazione, farsiumilmente innanzi, <strong>di</strong>cendo con voce semispenta:– Perdonate, mio re; è stato un accidente.– Chi sei tu, cane d'uno schiavo, che <strong>di</strong>sonori il mioesercito <strong>di</strong>nanzi a questi stranieri? – urlò il re. – Tu pagherai latua <strong>di</strong>strazione colla tua vita.Poi volgendosi verso il figlio, gli chiese:– Seragga, la tua lancia è ben affilata?Il giovane principe s'avanzò con un sorriso crudele, mentreil povero soldato si copriva il viso con ambe le mani, senza peròfare un passo per isfuggire alla terribile sorte che lo attendeva.Noi eravamo pietrificati dal terrore e non osavamointervenire, per tema <strong>di</strong> scatenare la collera del terribile monarcaanche contro <strong>di</strong> noi.– Seragga!... – gridò ad un tratto il re. – Sei pronto?– Sì – rispose il principe, bilanciando l'arma.– Uno!... Due!...Tre!...L'arma si immerse nel corpo del povero negro, il qualecadde al suolo senza mandare un solo grido, mentre il sangue glicopriva rapidamente il petto.114

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