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"Le caverne dei diamanti" di Emilio Salgari - Altervista

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porta. Pareva che fossero state colà portate per costruire unmuro onde impe<strong>di</strong>re a chicchessia <strong>di</strong> potere, un giorno,penetrare nella caverna ed involare i tesori. Infatti più innanzitrovammo della calce <strong>di</strong>sseccata ed una specie <strong>di</strong> cazzuola <strong>di</strong>selce.Varcammo la porta che era semiaperta ed arricchita <strong>di</strong>sculture, e subito urtammo contro un sacco <strong>di</strong> pelle che era statoabbandonato sulla soglia.– È quello abbandonato dall'uomo bianco che era venutoqui trecent'anni or sono – ci <strong>di</strong>sse la Gagoul.– Cosa contiene? – chiedemmo.– Dei <strong>di</strong>amanti.– Mille tuoni! – esclamò Good. – Tutti <strong>di</strong>amanti!Afferrò il sacco che era molto pesante e lo lasciò ricadere aterra <strong>di</strong> colpo.U<strong>di</strong>mmo un suono come se quell'involucro fosse pieno <strong>di</strong>selci.– Se questi sono davvero <strong>di</strong>amanti, questo sacco contieneuna fortuna.– Lasciatelo lì – <strong>di</strong>sse il genovese. – Lo riprenderemo nelritorno.Si volse verso la Gagoul, <strong>di</strong>cendole:– Vecchia, dammi la lampada.Avutala, attraversò ar<strong>di</strong>tamente la soglia, e noi ciprecipitammo <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> lui senza nemmeno più occuparci <strong>di</strong> quelsacco che forse conteneva <strong>dei</strong> milioni.La pallida luce della lampada ci mostrò una cavernascavata nella roccia. In un angolo scorgemmo una vera catasta<strong>di</strong> enormi denti d'elefante, la più superba collezione d'avorio cheuomo abbia potuto sognare. Vi erano almeno cinquecento denti,una vera fortuna se avessimo potuto portarli con noi, ma pelmomento non ci occupavamo che <strong>dei</strong> <strong>di</strong>amanti, assai più189

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