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"Le caverne dei diamanti" di Emilio Salgari - Altervista

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giungeranno le tue frecce. Ne vuoi una prova?– Dammela, e solo allora ti crederò.– Ebbene, guarda.In quel momento un grosso uccello dalle ali nere si eraalzato da una rupe, tenendo stretto fra il becco un lunghissimoserpente, il quale si <strong>di</strong>batteva tentando, ma invano, <strong>di</strong> sfuggirgli.Era un serpentario, uno <strong>di</strong> quei singolari volatili che pare nonabbia altra missione che quella <strong>di</strong> purgare la terra dai rettilivelenosi, che sono così abbondanti nelle regioni sud-africane.Sono uccelli assai coraggiosi e robusti, armati d'un becco acutoe molto lungo e <strong>di</strong> unghie poderose, e che alle estremità delle aliportano una specie d'uncini.Non temono nessun serpente per quanto sia velenoso, edappena ne scorgono uno vi piombano addosso stordendoli acolpi d'ala o spaccandone la testa a colpi <strong>di</strong> becco. Pare che ilveleno non abbia nessuna influenza letale su <strong>di</strong> loro, poichémangiano perfino la testa ai rettili che riescono a prendere,senza risentirne poi danno alcuno.Vedendo quell'uccello volteggiare sopra <strong>di</strong> noi, adun'altezza <strong>di</strong> cento metri, puntai rapidamente il fucile e dopod'aver mirato alcuni istanti feci fuoco.Il volatile, colpito mortalmente, ripiegò le ali, lasciò cadereil serpente, poi roteando su se stesso venne a cadere quasi aimiei pie<strong>di</strong>.I buschmani, spaventati dalla detonazione e stupiti da quelcolpo maestro si erano ritirati precipitosamente <strong>di</strong> alcuni passi,guardandoci con terrore. L'uomo che ci aveva minacciati eraperò rimasto intrepidamente al suo posto, tenendo sempre fra lemani l'arco e la freccia avvelenata.– Saresti stato capace <strong>di</strong> fare altrettanto? – gli chiesi.– Con quell'uccello no, ma con te, che mi sei così vicino sì– mi rispose egli ar<strong>di</strong>tamente.244

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