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"Le caverne dei diamanti" di Emilio Salgari - Altervista

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Il vinto re, vedendo Ignosi fermo a pochi passi, alzò il capoe fissando sul fortunato rivale uno sguardo tetro e feroce, comese avesse voluto col lampo degli occhi annichilirlo, gli <strong>di</strong>sse conprofonda amarezza:– Salute al nuovo re!... Tu che hai mangiato il mio pane eche hai avuto da me ospitalità, hai contraccambiato coltra<strong>di</strong>mento la mia generosità, aiutato dalle perfide arti magichedegli uomini bianchi. Quale sorte mi serbi tu?– Quello che tu hai fatto subire a mio padre – risposeIgnosi, con accento severo.– Sta bene, io sono pronto, perché Touala non ha pauradella morte, ma sai che a me spetta per <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> scegliere il mioantagonista e <strong>di</strong> perire combattendo.– Io non voglio privarti del tuo <strong>di</strong>ritto.– Ti avverto che mi <strong>di</strong>fenderò come un leone e che ho unasete feroce <strong>di</strong> sangue.– Sia pure: è con me forse che vuoi misurarti?– No – <strong>di</strong>sse Touala, alzandosi <strong>di</strong> scatto.Il suo sguardo feroce percorse le nostre file e per alcuniistanti si fissò su <strong>di</strong> me.All'idea <strong>di</strong> tanto onore che ero ben lontano dall'ambire, misentii prendere da un brivido.Io non ero un poltrone, ma non mi garbava affattomisurarmi con quell'uomo dotato d'una forza erculea e resoferoce dalla sventura che lo aveva colpito; pure se mi avessescelto non avrei potuto rifiutare senza perdere il prestigio chegodeva fra i guerrieri koukouana. Già mi pareva <strong>di</strong> sentire ilfreddo ferro dell'ascia sul collo e <strong>di</strong> sentirmi ruzzolare la testaper terra, quando lo sguardo fosco del re si fissò con ostinazionesul signor Falcone.– Tu hai ucciso mio figlio – gli <strong>di</strong>sse – il mio unico figlio.Esci dai ranghi e vedremo se tu vincerai così facilmente me,155

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