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"Le caverne dei diamanti" di Emilio Salgari - Altervista

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– È inutile, la cosa è chiarissima! – <strong>di</strong>ssi. – L'acqua è nellenubi, e tra qualche settimana essa cadrà a torrenti per lavare lenostre ossa imbianchite!Il genovese si carezzava malinconicamente la sua foltabarba.– Noi non siamo ancora andati a visitare la cima <strong>di</strong> questacollina – ci <strong>di</strong>sse.– Tentiamo, – risposi, – ma se non abbiamo trovato acquaalle falde, non è probabile che ne troveremo lassù.Per iscarico <strong>di</strong> coscienza partimmo per esplorare questacollina <strong>di</strong> sabbia. Umbopa ci precedeva; tutto ad un tratto sivolse a noi.– Eccola, eccola! – ci gridò.Lascio immaginare ai lettori se fu necessario ripetercil'avviso. Effettivamente, in una depressione del monticello, sitrovava una pozza <strong>di</strong> acqua salmastra e <strong>di</strong> dubbiosa apparenza.Non mi incarico <strong>di</strong> spiegare come e perché quell'acqua sitrovasse lì. Credo che quella pozza doveva essere alimentata dauna sorgente sotterranea; ma è una semplice mia supposizione.Noi certo non perdemmo tempo ad analizzarla; in un salto citrovammo tutti, ventre a terra, intorno a quella pozza benedetta,e bevemmo come se fosse il nettare più puro dell'Olimpo. Cielo!Quali delizie! E cosa che non si può immaginare! Calmata lasete, ci strappammo in un batter d'occhio, i nostri abiti e cituffammo nell'acqua tiepida. Che bagno! Voi felici mortali chenon avete da far altro se non aprire i rubinetti d'acqua calda ofredda a volontà, non sapete né potete comprendere qualerefrigerio fu pei nostri corpi <strong>di</strong>sseccati, quel bagno d'acqua,certo non limpida.Quando fummo sufficientemente rinfrescati e riposati, cisedemmo intorno a quella fossa, sotto l'ombra protettrice d'unaroccia e allora solo ci accorgemmo d'essere affamati. Il biltong84

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