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"Le caverne dei diamanti" di Emilio Salgari - Altervista

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fummo però costretti a sostare parecchie volte ancora perrespingere nuovi attacchi. I bosiesmani, nascostisi fra le colline<strong>di</strong> sabbia, aspettavano che noi passassimo presso <strong>di</strong> loro perscagliarci <strong>di</strong>etro le loro frecce mortali. Combattemmo così tuttala notte sparando un gran numero <strong>di</strong> fucilate ed uccidendoparecchi nemici e fu solamente verso il mattino che riuscimmo asbarazzarci completamente <strong>di</strong> quei negri ven<strong>di</strong>cativi.– Che testar<strong>di</strong>! – esclamò Good. – Dovevano ormai averlocapito che le loro frecce non valevano le nostre palle. Speriamo<strong>di</strong> giungere all'oasi senza venire altro <strong>di</strong>sturbati.– Chissà che a forza <strong>di</strong> marciare, un giorno o l'altro non sipossa vederla – <strong>di</strong>sse il genovese. – Se devo <strong>di</strong>re il vero,comincio a dubitare anche della sua esistenza.– Sarebbe un colpo tenibile, se noi non la trovassimo –<strong>di</strong>ss'io. – Pensate che abbiamo una provvista d'acqua appenasufficiente per un giorno ancora: questo calore spaventevole neconsuma più <strong>di</strong> noi.– Credete che ci manchi molto ad attraversare il deserto eda giungere al kraal <strong>di</strong> Sitanda? – mi chiese il genovese.– Almeno sei giorni – risposi.– Allora senza trovar l'oasi o una nuova fonte, non sipotrebbe giungere <strong>di</strong> certo in quel villaggio.– È vero, signor Falcone. Senza l'incontro dell'oasi noicorreremo nuovamente il pericolo <strong>di</strong> morire <strong>di</strong> sete fra questesabbie.– Ebbene, amici miei, allora vi dò la lieta novella che ilpericolo è passato! – gridò Good che era <strong>di</strong>nanzi a noi.– Perché? – chiedemmo noi ansiosamente.– Perché scorgo laggiù delle piante.– L'oasi forse?– Lo credo.– Allora siamo salvi!257

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