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"Le caverne dei diamanti" di Emilio Salgari - Altervista

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– Tu puoi offrirmene cento, ma né io né i miei compagnifaremo un passo <strong>di</strong> più.– Dimmi almeno cos'è che vi spaventa.– Questo è il regno della morte, padrone.– Vuoi <strong>di</strong>re, che tu cre<strong>di</strong> che noi morremo tutti.– Lo temo, ed io ti consiglierei <strong>di</strong> tornare a Sitanda.– No, – risposi, – noi andremo più innanzi.– Ebbene, padrone, ad<strong>di</strong>o! Noi torniamo al kraal.Compresi che tutti i coltelli della terra non li avrebberodecisi a seguirci, tanta era la paura che ispirava loro queldeserto. Li regalai <strong>di</strong> quanto avevamo promesso, aggiungendoun po' <strong>di</strong> tabacco, e pochi minuti dopo noi vedemmo quegliin<strong>di</strong>geni tornarsene rapidamente in<strong>di</strong>etro, verso il kraal <strong>di</strong>Sitanda.Dopo un paio d'ore riprendemmo la marcia. Il silenzio e lasolitu<strong>di</strong>ne ci parevano ancora più lugubri; e non scorgemmoaltro che qualche struzzo e due o tre serpenti. Al contrario, unessere che non mancava era la mosca. Insetto straor<strong>di</strong>nario!Dove mai non si trova? In tutti i tempi essa ha dovuto essere ilflagello degli uomini, infatti ne ho vista una come fossilizzata inun pezzo d'ambra, e certo vi si conservava da più <strong>di</strong> cinquemilaanni, non <strong>di</strong>fferendo per niente dalle sue moderne congeneri. Pernostro maggior tormento queste mosche non venivano atormentarci isolatamente; ma a battaglioni fitti e numerosi. Ionon dubito affatto che quando l'ultimo uomo nel mondo esaleràl'ultimo suo sospiro, anche allora una mosca ronzerà intorno alui.Facemmo una sosta nella serata, e, colla luna, eccoci <strong>di</strong>nuovo a marciare; dalla <strong>di</strong>eci <strong>di</strong> sera proseguimmo fino alle duedel mattino, e dopo un'ora <strong>di</strong> riposo, una corsa ancora fino agiorno fatto. Gettatici a terra ci addormentammo senzanemmeno pensare a far la guar<strong>di</strong>a per turno. Che cosa potevamo78

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