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"Le caverne dei diamanti" di Emilio Salgari - Altervista

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piccolissimi. Anche nei lineamenti erano un po' <strong>di</strong>fferenti dagliottentotti che popolano le regioni sud-africane, avendo le labbrameno tumide, la fronte meno prominente ed il naso invece piùschiacciato, anzi quasi quasi si confondeva cogli zigomi.Tutti quegli uomini erano quasi nu<strong>di</strong>, non avendo chequalche pezzo <strong>di</strong> pelle ai fianchi, avevano però delle stranepitture rosse, sul volto e sulle gambe.Vedendoci, uno <strong>di</strong> essi si staccò prontamente dal gruppo eci venne incontro tenendo in mano un arco ed una freccia,gridandoci in una lingua che subito compresi, avendo avuto giàaltre volte rapporti con quelli della sua razza.– Che cosa vogliono gli uomini bianchi? Questa è la terra<strong>dei</strong> buschmen e nessuno ha <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> calpestarla o le frecce tintenel veleno dell'haja-uaje vi uccideranno.– Noi siamo amici degli uomini dalla pelle nera, e nonsiamo qui venuti per farvi la guerra – risposi.– Che cosa volete adunque?– Veniamo a cercare un po' d'acqua perché moriamo <strong>di</strong>sete.– L'acqua è troppo preziosa pei buschmen, perché possanodame agli estranei – rispose il negro.– Voi avete un pozzo nascosto sotto le sabbie, perché nonpermettete agli uomini bianchi <strong>di</strong> bagnarsi la gola?– Perché l'acqua racchiusa in quel pozzo è appenasufficiente alla nostra tribù.– Noi ve la pagheremo.– E noi non te la daremo – rispose duramente il negro.– Allora ricorreremo alla violenza.– Bada che noi abbiamo le frecce velenose.– Noi posse<strong>di</strong>amo delle armi ben più formidabili delle tue.– <strong>Le</strong> frecce tinte nel veleno dell'haja-uaje non perdonano.– E le nostre palle uccidono ad una <strong>di</strong>stanza a cui mai243

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