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"Le caverne dei diamanti" di Emilio Salgari - Altervista

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Nel medesimo istante, sul cielo rosseggiante, vedemmodelinearsi la figura massiccia <strong>di</strong> un enorme elefante, mentregiungevano ai nostri orecchi delle urla <strong>di</strong> terrore.– È l'elefante ferito da Good! – gridai, balzando in pie<strong>di</strong>.– E che perseguita i nostri compagni – aggiunse ilgenovese, impallidendo.Era vero: <strong>di</strong>nanzi all'elefante furioso correvano<strong>di</strong>speratamente Good, e Venvogel, l'uno era inerme e l'altroarmato solamente della sua lancia.Noi avevamo i fucili in mano, ma non osavamo far fuocoper tema d'uccidere i nostri compagni.Durante quella corsa <strong>di</strong>sperata Good, vittima del suoattaccamento alla civiltà, non poteva correre troppo in causa <strong>dei</strong>suoi calzoni che si attaccavano alle spine e <strong>dei</strong> suoi stivali chescivolavano sulle erbe secche. Era da temersi che da un istanteall'altro cadesse e che la tromba dell'elefante gli piombasseaddosso.Noi non respiravamo più, aspettavamo con angoscia che ilnostro <strong>di</strong>sgraziato compagno si gettasse fuori <strong>di</strong> linea per farefuoco.– Good! – gridai. – Gettatevi da un lato.Egli probabilmente non intese, anzi in quel momentosdrucciolò, cadendo a cinque passi dall'animale.Lo credevamo ormai perduto ed avevamo già alzati i fuciliquando il negro Venvogel, vedendo il povero tenente inpericolo, si volse verso l'elefante colla lancia alzata.Il pachiderma, furioso, si volse verso l'africano, ma questo,pronto come il lampo, gli squarciò il petto con un poderosocolpo della sua arma, facendo schizzare un torrente <strong>di</strong> sangue.L'animale, colpito a morte, cadde prima sulle ginocchia, poistramazzò al suolo rimanendo immobile.– Grazie, mio bravo cafro – <strong>di</strong>sse Good, balzando in pie<strong>di</strong>.68

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