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"Le caverne dei diamanti" di Emilio Salgari - Altervista

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preferendo farsi stritolare sotto l'enorme peso della pietra,piuttosto che correre il pericolo <strong>di</strong> farsi prendere da noi o chegiungessimo in tempo per sfuggire alla morte orribile, a cui laven<strong>di</strong>cativa donna ci aveva condannati.Cercammo <strong>di</strong> scoprire il segreto, ma perdemmo inutilmenteil nostro tempo. La parete rocciosa non aveva traccia alcuna edappariva perfettamente liscia ed uniforme dovunque. Lavecchia, morendo, aveva portato con sé anche il segreto <strong>di</strong> farscattare la molla e <strong>di</strong> riaprire la via che conduceva a queifavolosi tesori.È bensì vero che rimaneva il passaggio della miniera;avevamo però già provate tante angosce in quelle spaventosegallerie, che nessuno <strong>di</strong> noi si sentiva in caso <strong>di</strong> avventurarsiancora là dentro, colla tema <strong>di</strong> smarrirsi in quel labirinto e <strong>di</strong>non poter poi più mai uscire.Verso il tramonto abbandonammo la montagna per avviarciverso Loo e due giorni dopo noi rivedevamo finalmente il bravoIgnosi a cui raccontammo le nostre avventure. Apprendendo lafine della Gagoul, ci <strong>di</strong>sse:– Io sono contento <strong>di</strong> sapere che quella vecchia strega haavuto la punizione che si meritava. Era da troppo lungo tempo lapiaga <strong>di</strong> questo paese; era stata la causa principale <strong>di</strong> tutte leribellioni e <strong>di</strong> tutti gli assassinii, come se quell'infame avesseavuto bisogno <strong>di</strong> spegnere continuamente delle vite perprolungare la sua. Colla sua morte la pace regnerà, d'ora innanzinel mio regno.Poi guardandoci con tristezza, continuò:– È vero che voi vi preparate ad abbandonarci?– Sì – rispose il signor Falcone. – Qui più nulla abbiamo dafare; tu eri venuto con noi come semplice servitore e ti lasciamore possente d'un popolo ormai interamente devoto a te.– Che cosa potrò fare per voi, per <strong>di</strong>mostrarvi la mia217

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