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Lisa-Desrochers-Il-Bacio-Maledetto

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Capitolo 4<br />

Lo sa il Cielo<br />

Luc<br />

È lunedì mattina e i corridoi sono pieni di corpi caldi e sudaticci. Mmm… sembra quasi di essere a casa. Ma poi ecco quel prurito fastidioso. È il mio<br />

sesto senso che ha captato Gabriel.<br />

Chiudo l’armadietto, mi volto ed eccolo lì, appoggiato al muro di fianco all’aula 616, che chiacchiera con Frannie. E lei gli sorride, flirta con lui e<br />

arrossisce.<br />

Quel bastardo sta barando!<br />

Improvvisamente mi investe un’emozione mai provata, che si mescola alla rabbia, e l’unica cosa che voglio è la testa sanguinante di Gabriel fra le mie<br />

mani. Peccato che gli angeli non sanguinino, nemmeno quando stacchi loro la testa.<br />

Con tre lunghe falcate attraverso il corridoio. Mi accorgo giusto in tempo che il mio viso è distorto in una orribile smorfia e la trasformo in un sorriso<br />

compiaciuto. «Gabriel».<br />

Frannie sembra un po’ stordita quando si volta verso di me. «Oh… Ciao Luc».<br />

Gabriel sorride. «Lucifer».<br />

«Che piacere vederti, cosa ti porta negli umili corridoi dell’Ade?»<br />

«La stessa cosa che ci porta te, amico. Una buona istruzione», sorride con superiorità.<br />

Gli occhi di Frannie ora sembrano meno opachi, e fanno la spola fra noi, sospettosi. «Fate i bravi». Si volta verso Gabriel e gli posa una mano sul<br />

braccio. «Se hai bisogno di aiuto con gli appunti di fisica…».<br />

La mia rabbia inizia a ribollire, pericolosamente vicina alla superficie. Sento montare il mio potere. «Seguite il corso di fisica insieme?», chiedo,<br />

mentre immagino di incenerire Gabriel col mio sguardo laser.<br />

Frannie invece lo guarda in modo completamente diverso. «Gabe è il mio nuovo partner di laboratorio».<br />

«Ma davvero…», grugnisco a denti stretti.<br />

Lui si scosta dal muro per avvicinarsi a lei e aggiunge: «Sono un ragazzo fortunato».<br />

Ma la fortuna non c’entra, questo assomiglia di più a un intervento divino.<br />

Guardo Frannie per valutare il danno. Niente di irreparabile. «Bene, andiamo a storia?»<br />

«Oh sì, lasciami prendere il libro». Attraversa il corridoio scuotendo la testa un paio di volte, e la nebbia all’interno si dirada. Mentre apre l’armadietto<br />

mi rivolgo verso Gabriel.<br />

«Allora, perché mai hanno mandato te? Non ti pare eccessivo? Qualsiasi angelo di seconda categoria avrebbe fatto la stessa figuraccia che sei<br />

destinato a fare tu».<br />

Risponde: «Staremo a vedere», e la sua espressione soddisfatta non mi piace per niente. Sa qualcosa che io non so.<br />

Ostento noncuranza mentre cerco di ottenere informazioni. «Sappiamo entrambi che l’avresti già legata se avessi potuto. Qual è il problema? È un po’<br />

troppo infernale?».<br />

È ancora pieno di sé, ma l’accenno di frustrazione che gli scopro nella voce lo tradisce: ho toccato un tasto dolente. «Sei lo stesso stupido, orgoglioso<br />

e arrogante di sempre. Pensavo che dopo tanti millenni… Non hai nemmeno idea del perché ti hanno mandato qui, vero? Non sai proprio niente di lei?».<br />

Ora è lui a toccare un tasto dolente. Lotto per mantenere la calma. Non c’è bisogno che sappia di avere colto nel segno. «Ciò che importa è che<br />

l’anima di Frannie sarà legata all’Inferno, e succederà molto presto».<br />

«Già, buona fortuna allora», infierisce.<br />

Se potessi ucciderlo lo farei, ma ci ho già provato in passato e non ha funzionato. Saltò fuori che i cherubini sono molto più temibili di quanto non<br />

sembri.<br />

Ecco che torna Frannie. Sfiora il mio gomito e un formicolio mi attraversa. «Sei pronto?»<br />

«Certo. Andiamo». Le poso la mano sulla schiena e la guido verso l’aula. Lui avrà anche bisogno di barare, ma io no. Nessun potere, semplice<br />

charme.<br />

Frannie<br />

Faccio un respiro profondo per tornare in me. Gabe mi fa girare la testa. Allungo il collo e riesco a intravederlo fra la massa degli studenti. È<br />

appoggiato agli armadietti e mi guarda. Dio, com’è possibile che sia così bello… Nonostante le palpitazioni tiro un bel respiro e mi volto verso Luc.<br />

Anche lui è dannatamente bello.<br />

«Allora, com’è andata matematica?», gli chiedo, ignorando la tempesta ormonale delle ragazze che lo fissano mentre ci facciamo largo nel corridoio<br />

affollato. Devo sforzarmi per non voltarmi di nuovo a cercare Gabe con lo sguardo, e mi concentro sulle dita brucianti di Luc, che sembrano in grado di<br />

scaldare zone che non hanno nulla a che vedere con la schiena sulla quale poggiano.<br />

Inarca un sopracciglio. «Penso di essere il cocco della Felch. Le piaccio».<br />

«Davvero? Lo dicevo io che hai qualcosa di diabolico…». Tento di guardarlo male, ma il fatto che mi scappi da ridere non aiuta. Poi vengo quasi<br />

buttata in terra da Taylor, che praticamente mi si lancia addosso.<br />

«Hai visto? C’è Gabe! Santo cielo!», squittisce.<br />

Guardo Luc e colgo un lampo di fastidio nei suoi occhi.<br />

«Sì, facciamo coppia per le esercitazioni di fisica». Sono sorpresa dal tono possessivo che ho usato, e purtroppo l’hanno notato anche loro. La<br />

mascella di Luc si irrigidisce e Taylor mi guarda malissimo.<br />

«Fate coppia?». Lancia un’occhiata a Luc e la sua voce diventa acida. «Non c’è giustizia a questo mondo».<br />

Mi stringo nelle spalle.<br />

«Ne parliamo a pranzo», dice, e si volta per andarsene.<br />

«Va bene… voglio dire… wow».

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