Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Una smorfia nervosa si dipinge sul volto di Luc.<br />
«Sì, mamma».<br />
La sua voce si alza di un’ottava, e sento i suoi piedini affrettarsi su per le scale. «È su con te?»<br />
«Sì», dico afferrando la sua mano e portandolo verso la porta. Lei è già in cima alle scale e ci guarda con occhi spiritati mentre usciamo in corridoio.<br />
«Ciao. Stiamo facendo i compiti di matematica», dico lasciandogli la mano e ordinandomi di non arrossire.<br />
«Oh», risponde ignorando Luc. «Non stareste più comodi in cucina?».<br />
La porta sul retro si apre e la voce ruvida del nonno si diffonde per la casa. «Ehi! Ma di chi è la Shelby parcheggiata qui davanti?».<br />
<strong>Il</strong> mattone che ho sul cuore si dissolve. «Nonno!», grido felice quando lo vedo apparire in fondo alle scale. I suoi occhi blu sembrano sorriderci.<br />
«È la mia», dice Luc.<br />
«Restaurata o originale?»<br />
«È tutto originale».<br />
Mia madre si fa da parte e lascia passare Luc. Lui saluta col capo e sorride, un sorriso gentile e rassicurante.<br />
«Chi si occupa della manutenzione?», chiede il nonno mentre Luc scende le scale.<br />
«Io».<br />
«È una bellezza», commenta con una pacca sulle spalle. «Ti dispiace se do un occhio al motore?»<br />
«Nessun problema». Luc lancia uno sguardo preoccupato su per le scale poi esce dalla porta d’ingresso col nonno.<br />
«Cosa ci faceva lui qui?», sibila mia madre. «Ero stata chiara. Non devi vederlo, soprattutto non da sola».<br />
«Mamma, per favore. Non hai mai detto che non posso vederlo. Non so cosa ti abbia fatto, ma vorrei che fossi più gentile con lui».<br />
«Frannie, ne abbiamo già parlato. Chiariamolo una volta per tutte: ti proibisco di uscire con quel ragazzo».<br />
È assurdo. «Ti rendi conto di essere ridicola?».<br />
Ed è troppo tardi.<br />
Vado alla finestra della mia camera. Luc sta alzando il cofano della Shelby e il nonno ci infila la testa sotto. Ma che storia è? Belias, Avaira e io<br />
veniamo tutti da…? Da dove? Cosa potrebbe essere di così spaventoso? Sono evasi di prigione? Da un manicomio?<br />
Da dove vengono?<br />
Dallo spazio? Dal futuro?<br />
Appoggio i gomiti sul davanzale e lo guardo chiacchierare col nonno. Potrebbe davvero dirmi qualcosa che cambierebbe il modo in cui mi sento<br />
quando sono con lui? E a parte questo, non è certo l’unico ad avere dei segreti. Dio solo sa se non ne ho anch’io.<br />
Come Gabe. Che ho baciato. E che bacerei ancora.<br />
Mi copro gli occhi con una mano. Che diavolo sto facendo? Appoggio il mento alle mani e resto lì a rimuginare. Luc mi guarda dalla strada e subito<br />
vengo presa dall’emozione.<br />
Belias, Avaira e io veniamo tutti da…<br />
Non so niente, né di lui né di Gabe. Sono entrambi spuntati dal nulla e mi hanno rivoluzionato l’esistenza. Perché non riesco a smettere di pensare a<br />
loro?<br />
Belias, Avaira e io veniamo tutti da…<br />
Finirò per dormire male anche stanotte, lo so già.<br />
Luc<br />
«Mi spezzi il cuore, questa è un classico. Quanti chilometri ha fatto?»<br />
«Appena cinquantamila», rispondo.<br />
Si china per guardare meglio. «Santo cielo, questa bambina deve valere un mucchio di soldi. Da quant’è che ce l’hai?»<br />
«Comprata nuova».<br />
Alza la faccia dal motore e scoppia a ridere. «Non eri ancora nato, ragazzo».<br />
Oh, certo. «Volevo dire mio nonno. L’ha comprata lui nel ’68».<br />
Accenna col capo alla decappottabile del ’65 parcheggiata nel vialetto. «Frannie ti può dare una mano con la manutenzione. È il miglior meccanico di<br />
Mustang d’epoca che io conosca».<br />
La vedo affacciata alla finestra e sorrido. Ci guarda coi gomiti appoggiati al davanzale e una guancia sul palmo della mano. <strong>Il</strong> bisogno di trasformarmi<br />
in quella mano, di toccarle il volto, minaccia di farmi perdere il lume della ragione. Ma che diavolo, non sopporto nemmeno questa minima distanza da<br />
lei. Mi sforzo di guardare da un’altra parte, e mi concentro su suo nonno.<br />
«Davvero? È una perla che non ha condiviso con me».<br />
Mi guarda, improvvisamente serio. «Spero non sia l’unica perla che non condivide con te».<br />
Tiro un bel respiro e lo guardo negli occhi. «Frannie è speciale. Non ho intenzione di fare mosse false con lei». A parte Belias che cerca di succhiarle<br />
l’anima e di trascinarla all’Inferno non è successo nulla di grave.<br />
«Certo che è speciale. Nessuno di voi se la merita», dice facendo un gesto vago verso di me. Non ha idea di quanto ha ragione. «Trattala bene».<br />
Volge lo sguardo in su, verso la finestra.<br />
«Ha ragione. Non me la merito. Ho già provato a dirglielo».<br />
Sorride. «Ma lei non ti ascolta. È cocciuta come sua nonna».<br />
«Non permetterò che le succeda niente di male», dico.<br />
Mi guarda dritto negli occhi. «Ti prendo in parola. E se le cose andassero diversamente, so chi venire a cercare».<br />
«Sì, signore».<br />
Quando riapre bocca, mi prende completamente alla sprovvista. «La ami?».<br />
Lo fisso per un lunghissimo istante, poi lancio un’occhiata a Frannie. Qualcosa di appuntito si agita nelle mie budella. Per quanto abbia provato a<br />
negarlo, o a convincermi che non conti, ne sono certo, come sono certo che per questo verrò buttato nell’Abisso di fuoco. «Sì, signore».<br />
«Glielo hai già detto?»<br />
«No, signore».<br />
«E quando hai intenzione di farlo?»<br />
«Presto», dico sorridendo.<br />
«Bene». Sorride anche lui.