Lisa-Desrochers-Il-Bacio-Maledetto

le sue braccia.
«Frannie?». Gabe mi sussurra dolcemente nell’orecchio. Apro gli occhi. Mi ci vuole un po’ per abituarmi alla violenza delle luci artificiali e rendermi
conto di dove mi trovo. Siamo ancora nella sala d’aspetto dell’ospedale e Gabriel mi sta cullando fra le sue braccia. «Ehi, Frannie, svegliati», dice
passando una mano sul groviglio dei miei capelli.
Il dolore alla spalla e l’inconfondibile tanfo di capelli bruciati mi confermano che non si è trattato solo di un brutto sogno.
«Frannie?», ripete.
«Sì, sono sveglia. Possiamo andare a casa, per favore?», dico col volto ancora nascosto contro al suo petto, mentre le lacrime ricominciano a
pizzicarmi gli occhi gonfi.
«Ehi». Gabe mi mette un dito sotto al mento facendomi alzare lo sguardo a incontrare il suo. Sta sorridendo, e ogni sofferenza è scomparsa dai suoi
splendenti occhi blu.
«Cosa c’è?», chiedo. «Cos’è successo?». Mi guardo intorno e vedo un dottore in camice verde che mi sorride.
«Il tuo amico è uscito ora dalla sala operatoria», dice. «Davvero non saprei come spiegarlo, è stato un miracolo. Sull’ambulanza sono riusciti a
rianimarlo, ma quando è arrivato qui era in condizioni critiche. Durante l’operazione l’abbiamo perso, non c’erano più speranze, ma all’ultimo siamo
riusciti a recuperarlo. È incredibile…».
«Quindi… cosa mi sta dicendo?». La disperazione nella mia voce è evidente.
«Sembra che se la caverà. Lo sapremo per certo nelle prossime ore, voi continuate a pregare».
Il mio cuore esplode in minuscoli pezzi e inizio a respirare con affanno. Le lacrime scorrono come fiumi sulle mie guance mentre affondo il volto fra le
mani. «Oh mio Dio. Luc».