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Lisa-Desrochers-Il-Bacio-Maledetto

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Capitolo 20<br />

Parli del Diavolo…<br />

Luc<br />

Sono rimasto seduto su un ramo davanti alla finestra di Frannie per tre giorni prima che si decidesse a rivolgermi di nuovo la parola. Ha faticato un po’<br />

coi test di fine anno, ma in certi casi avere amici ai piani alti non guasta. Grazie a un piccolo intervento divino è andato tutto bene.<br />

Non avevo in programma di andare alla consegna dei diplomi. Voglio dire, di quanti pezzi di carta si può aver bisogno? Poi mi è venuto in mente che<br />

se sto davvero diventando umano questo finirà per servirmi.<br />

Sono già al campo di football e aspetto Frannie nascosto dietro al tabellone segnapunti, quando sento un colpetto sulla spalla. Girandomi vedo<br />

Gabriel, appoggiato al palo della porta, che mi guarda con un sorriso di scherno, e mi accorgo di quanto io sia cieco senza il mio sesto senso, che è<br />

praticamente svanito.<br />

Tira un lembo svolazzante della ridicola toga bordeaux che indosso. «Che bel vestito».<br />

«Va’ all’Inferno».<br />

«Temo di no», dice scrollando le spalle e spostandosi dal palo.<br />

Guardo verso la tribuna e vedo arrivare Frannie con la sua famiglia.<br />

«Perché ti sei…»<br />

«Tirato indietro?», finisce la frase per me. «Perché lei ha fatto la sua scelta».<br />

«Come fai a saperlo?»<br />

«Stai scherzando, vero? Guardati», dice in tono di scherno.<br />

Mi rendo conto che ha ragione. Sto diventando umano, ed è merito di Frannie. È la prova di quanto mi vuole. Ciò che resta del mio potere sale in<br />

superficie e una calda scarica elettrica mi danza sulla pelle. «E tu, invece, ne saresti uscito illeso? Ce le hai ancora le ali?».<br />

Sorride. «Per un attimo ho rischiato di perderle».<br />

«Se lei… se le cose fossero andate diversamente, ci avresti rinunciato?».<br />

Guarda Frannie un istante e alza le sopracciglia con un sorriso buffo. «Avrei avuto altra scelta?».<br />

Ciò che leggo nei suoi occhi – e che lui nasconde dietro a quell’espressione divertita, forse anche a se stesso – è che per lei rinuncerebbe alle sue ali<br />

senza esitazione.<br />

Viene dietro al tabellone. «Solo perché non sei più un pericolo per la sua anima, non pensare che smetta di tenerti d’occhio. Dammi una buona scusa<br />

e ti fulmino sul posto». A quel punto sparisce, come se non fosse mai apparso.<br />

Dal campo di football, osservo la mamma di Frannie che le sistema i capelli e il tocco. Solo Frannie poteva trasformare toga e tocco in un<br />

abbigliamento provocante. Immagino come potrebbe essere vestita sotto, e poi quello che c’è sotto ancora. Spero di avere presto modo di scoprirlo. So<br />

già che non può essere il reggiseno rosso. Magari è passata al pizzo nero…<br />

Arriva sul campo con Riley e Taylor, mentre la sua famiglia prende posto sugli spalti. Quando mi raggiunge e mi bacia, l’espressione di suo padre è a<br />

dir poco esilarante. Scoppio a ridere, poi però vedo suo nonno che mi fissa severo e mi ricompongo. Sto per distogliere lo sguardo, ma faccio in tempo<br />

a vederlo sorridere con un cenno del capo nella mia direzione.<br />

Frannie guarda suo padre. «Dovremo trovare una soluzione».<br />

«Temo sia una causa persa», dico sperando di sbagliarmi. La tiro a me e la bacio un’altra volta.<br />

«Mi fate venire il diabete. Prendetevi una stanza», ci interrompe Taylor, caustica.<br />

Riley le afferra la mano e la trascina verso la palestra. «Stanno iniziando a formare le file, andiamo».<br />

Metto un braccio sulle spalle di Frannie e lancio un’occhiata a suo padre. Intanto ci facciamo largo nell’oceano bordeaux di tocchi e toghe, verso la fila<br />

che si sta formando dietro alla palestra.<br />

La musica parte e iniziamo a marciare in fila per due. Ci hanno detto di stare a una distanza di mezzo metro, ma Frannie mi passa un braccio intorno<br />

alla vita e mi sta vicina mentre attraversiamo il campo da football per raggiungere i nostri posti a sedere. Non riesco a nascondere il sorriso smagliante<br />

che ho stampato in faccia.<br />

Ci sediamo e guardo i corpi sudati che ci circondano, mentre la voce monotona del preside Grayson blatera di nuovi inizi e altre simili idiozie. Dopo<br />

circa trenta minuti, mi ricordo perché ho sempre evitato queste cerimonie come le piaghe d’Egitto.<br />

Proprio quando mi sto rassegnando, dopo sette millenni di scorribande, a morire di noia su questa sedia, iniziano finalmente a chiamare i nostri nomi.<br />

Attraverso la piattaforma e il preside mi porge il diploma con un sorriso e un rassicurante cenno del capo. Aspetto Frannie ai piedi delle scale, la toga<br />

mossa dal vento che le si appoggia al corpo mentre mi viene incontro, evidenziandone le curve dolci. Non posso che fantasticare su cosa succederà<br />

dopo: stanotte dovrebbe restare a dormire da Taylor, ma chissà se posso farle cambiare idea. Quando arriva in fondo alle scale la sollevo e le do un<br />

bacio.<br />

Appena la metto a terra mi dice: «Mmm, grazie. Ecco il modo per guadagnare punti coi miei».<br />

Guardo sugli spalti e vedo i suoi genitori lì in piedi, basiti. Suo padre brandisce una macchina fotografica, di cui però sembra essersi dimenticato, e il<br />

nonno se la ride. «Che piani hai?».<br />

«Ci sto ancora pensando, ma escluderanno che tu possa molestarmi davanti a loro».<br />

Dopo la cerimonia la famiglia di Frannie scende nel campo e suo padre continua a guardarmi con ostilità.<br />

«Allora», le chiede la madre, «vai alla festa con Taylor e Riley?». Si sforza di essere allegra, ma il suo sorriso è falso come i soldi del Monopoli.<br />

Frannie alza gli occhi al cielo. «Sì, mamma».<br />

<strong>Il</strong> nonno di Frannie si avvicina e mi dà una pacca sulla spalla. «Luc si prenderà cura di lei. Abbiamo un accordo. Vero, figliolo?».<br />

Sorrido sollevato. «Sì, signore».<br />

«Credo che Frannie sia in buone mani», dice facendomi l’occhiolino.<br />

<strong>Il</strong> sorriso fasullo della mamma di Frannie si trasforma in un’occhiataccia in direzione del nonno. «Scusa papà, ma non sono affari tuoi».<br />

«Hai ragione, in effetti sono affari di Frannie», risponde lui, stavolta ammiccando a Frannie.<br />

«Te l’ho detto, mamma. Vado alla festa con Riley e Taylor, sai che andiamo sempre insieme. E ricordati che Riley e io restiamo a dormire da Taylor».

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