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Lisa-Desrochers-Il-Bacio-Maledetto

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Le mie gambe cedono e l’ultima cosa che percepisco prima di perdere i sensi sono le braccia di Gabe che mi cullano.<br />

Quando riapro gli occhi, la prima cosa che vedo è il volto preoccupato di Luc, seduto sul bordo del divano che mi tiene la mano. Gabe cammina<br />

nervosamente dietro di lui. Faccio un respiro incerto e cerco di alzarmi a sedere, ma Luc non me lo permette e invece mi aggiusta il cuscino dietro la<br />

testa.<br />

«Non ci capisco niente». La mia voce è poco più di un sussurro rauco.<br />

Luc mi guarda come se fosse finalmente pronto a raccontare tutto. «Chiedimi quello che vuoi».<br />

I miei pensieri sono un garbuglio e non riesco a mettere insieme una frase compiuta. Alla fine, farfuglio con voce impastata: «Siete qui… entrambi…<br />

cosa… perché?»<br />

«Perché è dove sei tu». La sua voce è dolce, come se stesse parlando a un bambino spaventato, che in effetti è quello che sono.<br />

«Io… siete qui per me…?». Sento il sangue che mi abbandona di nuovo e vedo il mondo a puntini.<br />

«Sì».<br />

«Perché?», sussurro.<br />

Gabe si siede sul bracciolo del divano, ai miei piedi, e con un sorriso caustico risponde: «Io sono qui per proteggerti da lui». Indica Luc.<br />

Tremo forte e mi sento come se dovessi vomitare. «Proteggermi… da Luc?».<br />

Gabe si rivolge a lui con disprezzo. «Non glielo hai detto? Sei proprio un bel soggetto».<br />

Luc si alza di scatto, tormentandosi le mani. Si avvicina alla finestra e afferra la cornice con una tale forza che mi sorprende che il legno non vada in<br />

mille pezzi.<br />

Gabe mi si siede accanto, e io affondo tra le sue braccia. «È qua per legare la tua anima all’Inferno».<br />

«Legare la mia anima…». La mia testa si fa pesante e il mondo rarefatto. Penso che so perché dovrei andare all’Inferno, e la mia gola si stringe. «<br />

…Per via di quello che è successo?».<br />

Gabe mi stringe forte. «No. Non ha niente a che fare con quello».<br />

Luc si volta a guardarci con aria interrogativa.<br />

Abbasso lo sguardo e stringo Gabe. «Allora perché me?».<br />

Gabe lancia un’occhiata tagliente a Luc, che sembra incerto. «Non l’ho mai saputo ufficialmente», dice alla fine. «Mi hanno solo detto che dovevo<br />

legarla».<br />

«Mmm, vedo che Beherit si fida molto», dice Gabe senza risparmiare sul sarcasmo.<br />

Luc lo incenerisce con lo sguardo. «Fatti gli affari tuoi. Non è compito mio sapere». Poi però ci osserva abbracciati e abbassa gli occhi.<br />

«Come siamo suscettibili». L’espressione di Gabe si fa meno dura. «Hai una tua teoria, vero?».<br />

Luc annuisce ma non dice niente.<br />

Gabe mi tiene stretta. «Tu sei speciale, Frannie. Hai delle… capacità. Sono doni per cui entrambe le parti sarebbero pronte a uccidere, letteralmente»<br />

.<br />

«Entrambe le parti… cioè il Paradiso e l’Inferno?».<br />

Annuisce.<br />

«Non ho nessun dono».<br />

«Invece sì». Si rivolge a Luc. «Non è così?».<br />

Lui alza lo sguardo dal pavimento per posarlo timidamente su di me. «Tu hai la capacità di vedere cose che gli altri non vedono, Frannie».<br />

«Non so di cosa parli».<br />

«Hai il dono della Preveggenza. Pensa alle tue visioni: Ghalib, il padre di Taylor. Tu sapevi».<br />

Al ricordo dei miei incubi mi si serra la gola. Rivedo i volti apparsi dopo il lampo che mi squarcia la mente: Matt, la nonna, Ghalib, il signor Stevens e<br />

tanti altri. Tutte visioni di ciò che stava per accadere.<br />

Gabe mi guarda negli occhi, tenendomi per le spalle. «Ma c’è dell’altro. Qualcosa di più importante».<br />

Guardo Luc, visibilmente pallido. Scuote la testa piano. Gabe lo guarda e annuisce.<br />

«Suggestione…», sussurra allora, lasciando cadere la testa fra le mani come se gli fosse venuto mal di testa. «Per tutti i diavoli dell’Inferno…».<br />

«Cosa?». Ricomincio a tremare e Gabe mi prende nuovamente fra le sue braccia.<br />

«Hitler e Mosè… che cos’hanno in comune?».<br />

Non sono dell’umore giusto per gli indovinelli. «Dimmi cosa succede senza tanti giochi di parole». Non sopporto che la mia voce suoni così debole.<br />

«Conosci la storia di Mosè. Aveva la capacità di farsi ascoltare, di condizionare i pensieri e le parole delle persone. Lui è stato il primo. Quando<br />

Lucifero vide quello che era in grado di fare, e come Dio aveva agito per suo tramite, si rese conto di essersi fatto scappare una grande occasione.<br />

Quando si presentò un altro individuo con lo stesso potenziale, Lucifero non si fece battere sul tempo. Ha giocato sporco», dice rivolto a Luc, «e ha vinto.<br />

Sappiamo tutti cos’è successo in Germania durante il nazismo. Non c’è più stato nessuno così potente, fino a oggi». Scambia con Luc un’occhiata<br />

pregna di significato. «Tu».<br />

Luc resta a bocca aperta e se ne sta lì con gli occhi sgranati, terrorizzato.<br />

«Ascolta. Le cose stanno così: se ti prendono loro», dice Gabe accennando a Luc col mento, «sotto la loro influenza diventeresti come Hitler, ma<br />

peggio. Se resti con noi, diventi come Mosè. <strong>Il</strong> tuo potere non può che crescere». La sua mascella si irrigidisce e scuote la testa. «E pensare che la<br />

bontà degli esseri umani sia innata non è un’idea naïf, Frannie».<br />

Mi sento così piccola, il mio corpo sembra scomparire mentre guardo il mio mondo sgretolarsi, cancellando tutto ciò che ho sempre considerato vero.<br />

Centinaia di domande mi si affollano alla mente, ma ne riesco a formulare soltanto una.<br />

«Perché ora?», chiedo con un bisbiglio.<br />

«Perché stai diventando adulta. Finché eri piccola eravamo in grado di schermarti e loro non potevano trovarti. Ma ora non più», conclude con<br />

un’occhiata obliqua a Luc.<br />

La mia voce è ancora un ruvido sussurro, il massimo che riesco a fare. «Cosa volete da me?».<br />

Con un dito traccia un percorso che dal collo della mia maglietta scende al centro del mio petto. «Che tu segua il tuo cuore e faccia ciò che è giusto».<br />

Mi esce dalla gola una risata cupa, che sembra quella di qualcun altro. «Non sono certo una santa».<br />

«Nessuno dice che tu lo sia. Ma, che ti piaccia o no, questo è quello che sei. Chi sei. E il mio lavoro è essere qui per te, e darti di me ciò che ti serve».<br />

Luc<br />

Gabriel ha ragione. È quello che ho sentito nella sua anima. È il motivo per cui Beherit mi ha mandato a cercarla e per cui Re Lucifero la vuole così<br />

tanto da violare le regole.

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