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Lisa-Desrochers-Il-Bacio-Maledetto

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fissando la sua finestra, sento una fitta sconosciuta alla pancia, accompagnata da un ignoto brontolio. Col passare del tempo, il dolore peggiora e i<br />

suoni continuano, finché non posso più ignorarli.<br />

Per le fiamme dell’Inferno, che sia il mio stomaco? Cioè, ho fame? Alzo un braccio per massaggiarmi l’addome e dall’ascella mi arriva una zaffata<br />

maleodorante. Grugnisco disgustato. Altro che zolfo, questa è semplice carenza di acqua e sapone. Certo non farei bella figura coi genitori di Frannie in<br />

queste condizioni. Essere diventato umano ha i suoi inconvenienti, e sotto certi aspetti, fa anche un po’ schifo.<br />

Prima del tramonto, dopo essermi assicurato della presenza di Gabriel, smonto la guardia e nell’andare a casa per farmi una doccia mi procuro un<br />

panino. Salta fuori che il cibo umano non è poi così male. Chi l’avrebbe mai detto?<br />

Scopro anche che la quantità di cose di cui avrò bisogno per l’igiene personale è sbalorditiva, chissà il resto. Sto pensando a tutto ciò che devo<br />

procurarmi prima che il mio potere magico scompaia definitivamente – conti in banca, investimenti, identità alternative sia per Frannie che per me, in<br />

caso dovessimo fuggire, e perché no, una borsa di studio alla UCLA – quando, entrando nel mio appartamento, l’odore pungente di zolfo mi colpisce<br />

dritto in faccia con la potenza di una mazza da baseball. Faccio una smorfia, reazione involontaria alla puzza, e mi ricredo sul fetore del corpo umano,<br />

che in fondo non è poi così tremendo. Ma come facevo a pensare che l’odore di zolfo fosse buono?<br />

Guardo Beherit – il mio capo – con gli occhi che mi lacrimano. Anche se non posso più percepire le presenze demoniache e divine, dovevo<br />

aspettarmi qualcosa di simile. Si è palesato in tutta la sua gloria infernale, ergendosi in una nuvola di vapore, la pelle coriacea color cremisi chiazzata di<br />

nero, le contorte corna nere che sfiorano il soffitto, e la coda arrotolata intorno alla pelliccia della sua metà di satiro. Anche se non lo ammetterebbe mai,<br />

il fatto che sia avvolto in una corta tunica rossa e porti sempre la corona in testa non lascia dubbi. È figlio della superbia. Mi dà le spalle e ammira le<br />

stampe di Doré appese di fianco alla cucina. Faccio per indietreggiare, come se non fossi mai rientrato, ma uno scatto del suo orecchio appuntito mi<br />

avverte che è troppo tardi.<br />

Entro e mi chiudo la porta alle spalle. «È una visita di cortesia, Beherit, o volevi dirmi qualcosa?».<br />

Si gira lentamente, con gli artigli che sfrigolano sul linoleum, e avanza lasciando impronte nere e fumanti sulle margherite del pavimento. Non c’è ironia<br />

nelle fiamme rosse dei suoi occhi e le sue zanne luccicano quando il suo volto cadaverico e inespressivo si contorce in una smorfia spaventosa.<br />

La sua voce è un raschio grave e sibilante. «Dovevi fare il tuo lavoro, Lucifer, e senza pugnalarmi alle spalle. Pensavi davvero di essere al mio livello?<br />

Di poter prendere il mio posto? Be’, ora sappiamo bene che non è così. Hai dimostrato la tua inettitudine in ogni modo possibile, ne siamo tutti<br />

testimoni, soprattutto Re Lucifero». Mi arriva un odore di cane e un gran tanfo di carne putrida. So di cosa si tratta ancor prima di sentirli ringhiare:<br />

segugi infernali. Perfetto.<br />

«Questo complesso residenziale non ammette animali domestici, Beherit. Mi spiace, ma dovrai prendere Fido…», vedo uscire dal bagno tre cani<br />

enormi, uno con tre teste, e tutti con gli occhi rossi e fiammeggianti, «…e i suoi amici e andartene», concludo.<br />

«Che peccato. Pensavo che avresti gradito la loro compagnia. Sei stato qui così a lungo che ho temuto avessi nostalgia di casa».<br />

«No, va tutto bene, grazie».<br />

In un lampo mi è di fronte, e quasi mi solleva per il collo con una mano incandescente. Per la prima volta, mi accorgo di essere umano per davvero: i<br />

miei polmoni non possono più fare a meno dell’ossigeno e rischio di soffocare.<br />

«Sei ben lontano dallo stare bene!», urla furioso, scagliandomi dall’altra parte della stanza. Sbatto forte la faccia contro al muro e cado boccheggiante<br />

sul pavimento, ai piedi dei cani. Diventare umano continua a essere sorprendentemente poco pratico, e il sangue che mi cola dalla fronte non mi aiuterà<br />

certo a tenere a bada i segugi.<br />

Mi alzo a sedere, passandomi un braccio sulla fronte come se niente fosse, ignorando la mia testa che pulsa e i grugniti dei cani. «Era proprio<br />

necessario?».<br />

Gli occhi di Beherit si accendono, e sul volto gli appare un ghigno brutale. «Sangue? Questa incursione diventa più divertente ogni minuto che passa»,<br />

dice avvicinandosi fulmineo per piantarmi uno zoccolo sul petto, trapassando la T-shirt e la pelle al di sotto come se fossero fatte di burro. Mentre il<br />

sangue inizia a sgorgare anche dalla ferita sul petto, annusa l’aria, storcendo la faccia. «Mi sembrava che avessi un odore strano. E io che pensavo di<br />

essermi preso un raffreddore». Volge gli occhi iniettati di sangue ai cani. «Questo mi risparmierà la fatica di trascinarti giù nell’Abisso di fuoco. Ho già<br />

perso troppo tempo con Belias e Avaira». Scuote la testa lentamente e per un istante sembra desolato. «Tre dei miei elementi migliori, che spreco…». I<br />

suoi occhi si accendono. «Ma questo è ciò che accade ai traditori. Re Lucifero si accorgerà del suo errore di valutazione quando sarò io a legare<br />

l’anima della bambina. Tu e Belias non siete mai stati all’altezza».<br />

Belias e Avaira sono nell’Abisso di fuoco. Dovrei essere al settimo cielo, invece mi si rivolta lo stomaco. Non ci sono seconde opportunità all’Inferno.<br />

Sospira e la sua desolazione diventa una smorfia beffarda. «Dicono che se si vuole un lavoro fatto bene è meglio farselo da sé, ma non riesco a<br />

capire, Lucifer, era un bersaglio facile, una creaturina piccola e inerme».<br />

<strong>Il</strong> volto di Frannie, così attraente, mi fluttua davanti agli occhi. Piccola sì, ma non così inerme.<br />

Si rivolge ai cani. «Cerbero, Barghest, Gwyllgi, vi lascio al vostro lavoro. Io devo portare a termine il mio, o meglio, il suo», dice guardandomi in tralice.<br />

E poi si trasforma, prendendo la mia forma umana.<br />

No!<br />

Ricaccio indietro la paura e il nodo in gola. «Dubito che il trucchetto dei gemelli funzionerebbe, Beherit. Del resto, stiamo cercando di passare<br />

inosservati, no? E i gemelli attirano l’attenzione», dico alzandomi dal pavimento.<br />

«Non ti preoccupare, a breve rimarrò soltanto io». Vedo il mio sosia ghignare, come se fossi davanti all’immagine di uno specchio che fa quel che gli<br />

pare. Schiocca le dita, e mentre varca la porta i cani mi sono addosso.<br />

Cosa non darei per una sacchetto di crocchette, in questo momento.<br />

Frannie<br />

Mi sveglio a causa del fulmine che mi squarcia la testa, in preda al panico. Mi giro e vomito succhi gastrici nel cestino della carta, mentre l’immagine<br />

di Luc accasciato in terra e coperto di sangue mi si para davanti.<br />

«No!».<br />

In un attimo mia madre è al mio capezzale, atterrita. «Frannie, che cos’hai? Stai male?».<br />

Immobilizzata dall’orrore riesco solo a ripetere «No… no…». È come se ogni mia cellula cerebrale fosse andata in corto circuito. Non sono padrona di<br />

me, né dei miei pensieri.<br />

Mia madre mi aiuta a mettermi a sedere. «Vieni, tesoro. Andiamo dal dottore».<br />

Ritrovo la voce. «No! Voglio vedere Luc». <strong>Il</strong> mio cuore batte a un ritmo impossibile e sto iperventilando quando inizio a vedere il mondo a pallini<br />

bianchi. «Devo trovarlo».<br />

Proprio in quel momento, sento il rumore di un clacson provenire dal vialetto. Balzo giù dal letto e volo alla finestra. Luc mi aspetta seduto nella Shelby.<br />

Mi sorride e con una mano mi fa cenno di scendere.<br />

«Oh, Dio!». <strong>Il</strong> sangue ricomincia a fluirmi nelle vene. Non è morto. «Devo andare, mamma», dico infilandomi i jeans in fretta e furia e raggiungendo la

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