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Lisa-Desrochers-Il-Bacio-Maledetto

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Capitolo 14<br />

Dare al Diavolo quel che è del Diavolo<br />

Luc<br />

Per colpa di quello che è successo ieri con Avaira, oggi è stato il giorno più frustrante della mia patetica esistenza. Stare seduto vicino a Frannie<br />

nell’ora d’inglese, morendo dalla voglia di dirle qualcosa e di toccarla, è una tortura paragonabile alle fiamme dell’Abisso di fuoco. Mi ha evitato per il<br />

resto della giornata, e come darle torto. Per concludere in bellezza, quando è suonata la campanella dell’ultima ora mi ha lanciato un’occhiata che mi ha<br />

tramortito.<br />

Ieri notte è stato un Inferno. <strong>Il</strong> pensiero di lei e il bisogno di vederla non mi hanno dato pace. Ho seguito Gabriel quando l’ha portata a casa e poi ho di<br />

nuovo passato la notte in macchina lì davanti. È stato difficilissimo trattenermi dall’arrampicarmi sull’albero e infilarmi nella sua finestra. È tutto il giorno<br />

che cerco di capire dove andare a parare, ma non ne ho ancora idea. L’unica cosa di cui sono certo è che la devo proteggere da Belias, e per diverse<br />

ragioni.<br />

Chi l’avrebbe mai detto? Io, il grande paladino. Sembra uno scherzo.<br />

Ma non posso permettere che Belias la faccia sua. Frannie è un mio incarico e, se non bastasse il fatto che non voglio certo bruciare nell’Abisso di<br />

fuoco, c’è la mia superbia che non mi permette di fallire. Se la sua anima è così ambita, voglio ricevere io gli allori per averla legata. Ma il motivo<br />

principale resta che ho ben presente il modo di lavorare di Belias: non posso sopportare l’idea di lui che la tocca, né della sua anima legata a un simile<br />

viscido. Un brivido mi tormenta a causa dell’immagine che mi riempie la testa: lei, con lui, in quel modo.<br />

No!<br />

Non succederà. Preferirei lasciar vincere Gabriel.<br />

Perché io la amo.<br />

Ecco cos’è questa emozione che sento, lo stordimento che provo quando la vedo, il grido che sorge dalle parti più profonde di me quando penso a<br />

Belias che si avventa su di lei, il bisogno insaziabile che ho di starle vicino. Ma com’è possibile? All’Inferno non si gioca a baseball e non ci si innamora.<br />

Sono le regole. Diciamo che va contro la nostra religione, è come sputare in faccia a tutto ciò che siamo.<br />

Ma la cosa è innegabile e non posso farci niente. <strong>Il</strong> che significa che devo proteggerla anche da me stesso. Se la faccio mia nel modo che conosco,<br />

lei apparterrà all’Inferno, non a me. Ha il potere della preveggenza. Re Lucifero la userà finché la sua anima non si sarà consumata, poi se ne disferà<br />

abbandonandola a marcire con le altre Ombre. L’ho già visto succedere così tante volte. E lei morirà in ogni modo possibile: corpo e anima.<br />

Non ho mai messo in discussione un incarico prima d’ora, non è affar mio. La maggior parte dei mortali si meritano quello che gli succede. Ma<br />

Frannie è diversa, non mentivo quando le ho detto che non ho mai conosciuto nessuno come lei, e certamente non si merita di fare quella fine.<br />

La guardo schizzare fuori dall’aula di educazione civica e la quasi totalità di me vorrebbe rincorrerla, abbracciarla e sistemare tutto. Ma la verità è che<br />

non posso farlo, perché sono io che non posso essere sistemato – io e la mia intera stirpe. Quindi resto incollato alla sedia e la guardo uscire dalla<br />

porta.<br />

Dieci minuti dopo sto ancora fissando la porta, seduto al mio posto. Prima che mi rivolga la parola, riconosco la figura tarchiata del professor Runyon<br />

che si avvicina nell’ombra delle cinque. «Luc, hai bisogno di qualcosa? Perché devo chiudere l’aula e andare agli allenamenti di baseball. Come saprai,<br />

insegno anche educazione fisica».<br />

«No», dico alzandomi in piedi. «Mi scusi, ero perso nei miei pensieri».<br />

«Sì, me n’ero accorto». I suoi occhi castani scintillano e la sua faccia tonda si illumina di un sorriso comprensivo, mettendo in mostra qualche dente<br />

storto. Annuisce con un’espressione da grande saggio, come a dire che capisce perfettamente lo smarrimento causato delle ragazze. Magari il<br />

problema fosse quello. Per ora la mia preoccupazione maggiore è quello che scatenerà l’Inferno.<br />

«Hai mai giocato a baseball?», mi chiede mentre ci avviamo alla porta. «Ci farebbe comodo qualcuno con un po’ di muscoli alla battuta, e tu avresti il<br />

fisico adatto».<br />

«Mai giocato», dico. Ma mentre usciamo dall’aula il mio cuore acciaccato fa un balzo, perché il mio sesto senso ha ripreso a funzionare. Belias! Ma a<br />

cosa diavolo stavo pensando? Sta aspettando un’opportunità e io gliel’ho appena offerta. Avrei dovuto seguire Frannie per assicurarmi che arrivasse a<br />

casa sana e salva. Per le fiamme dell’Inferno! Come ho fatto a non pensarci?<br />

«Facci un pensiero», mi urla dietro il professor Runyon mentre sto già correndo lungo il corridoio. Quando arrivo all’armadietto di Frannie, lei non c’è<br />

più. Lottando per contenere il panico, affondo il volto fra le mani, appoggio la schiena al mio armadietto e scivolo a sedere in terra. Lei sta bene. Deve<br />

essere così. Ho bisogno di trovare Taylor e Riley.<br />

Mi alzo di scatto e giro per i corridoi finché non le incrocio mentre si dirigono verso il parcheggio. «Ehi, avete visto Frannie?», chiedo senza riuscire a<br />

nascondere il panico.<br />

«Sei fortunato che non ti prendiamo a calci nel culo», grugnisce Taylor guardandomi con ostilità.<br />

«Sì, avete ragione, dopo potete prendermi a calci quanto vi pare, ma adesso ho davvero bisogno di sapere dov’è».<br />

Riley ha captato la mia ansia. «Cosa c’è che non va?»<br />

«Niente, davvero. Ho solo bisogno di parlarle».<br />

«Perché?». <strong>Il</strong> suo sguardo è diffidente.<br />

«Voglio solo essere certo che stia bene».<br />

La sua espressione si addolcisce e fa per dire qualcosa, ma prima che possa emettere verbo Taylor sbotta: «Ci dovevi pensare prima di fare il furbo<br />

con tua “cugina”».<br />

«Davvero non sapete dov’è?»<br />

«Non ne abbiamo idea. Magari è in posizione orizzontale con Gabe», mi provoca Taylor. Guardo Riley, che scuote il capo e sembra sinceramente<br />

dispiaciuta.<br />

Chino la testa e mi copro il volto con la mano, respingendo la tempesta che infuria dentro di me. «Va bene. Grazie».<br />

Allertando il mio sesto senso corro alla macchina. E se Belias l’avesse presa? Se così fosse, con il vantaggio di dieci minuti che gli ho lasciato<br />

sarebbe già troppo tardi. Emetto un gemito involontario nel visualizzare quel che potrebbe farle in questo momento, e di nuovo sento un nodo caldo che<br />

mi pulsa nel petto. Dannazione! Se questo è il destino a cui l’ho abbandonata, l’Abisso di fuoco è il minimo che mi merito.<br />

Belias non l’ha presa. Non posso accettare altre opzioni. Montando in macchina mando questo messaggio all’universo, poi resto lì seduto a valutare

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