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Lisa-Desrochers-Il-Bacio-Maledetto

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Frannie è stordita, sembra un cerbiatto davanti ai fari di una macchina.<br />

«Ragazzi, dovete aver sbagliato sorella. Mi avete scambiata per Grace».<br />

Gabriel le affonda il volto nei capelli. «Stai già cambiando il corso degli eventi, Frannie. Tu, non Mary, o Kate, o Grace, o Maggie. Tu. Se hai il potere di<br />

trasformare la feccia», dice rivolto a me, «pensa alla differenza che puoi fare nel regno umano, o che probabilmente hai già fatto senza neanche<br />

saperlo».<br />

Finisco contro il muro, come se qualcuno mi avesse spinto, e le gambe non mi reggono. Scivolo a sedere sul pavimento.<br />

Suggestione.<br />

Frannie possiede la capacità di condizionare ciò che le sta intorno. E se quello che è implicito nell’affermazione di Gabriel è vero, il suo potere non ha<br />

mai avuto pari in un mortale. Ha cambiato me, una creatura infernale. E non solo la mia mente, ma anche il mio corpo. Com’è possibile? Nemmeno<br />

Mosé poteva influenzare gli esseri celestiali o infernali. Se questo è vero, non si tratta solo di condizionare le masse. <strong>Il</strong> suo potere va al di là di quello di<br />

Re Lucifero. Potrebbe cambiare le sembianze di Inferno e Paradiso.<br />

Le parole del mio re mi echeggiano nella mente. Ora tocca a me. Questa è la mia occasione. Sarò finalmente libero dal Suo giogo. Re Lucifero<br />

pensa di poter manipolare il Paradiso, forse persino l’Onnipotente, tramite Frannie.<br />

«Stai attenta a ciò che desideri», sussurra lei, persa nei suoi pensieri così come io lo sono nei miei.<br />

Gabriel scruta negli occhi di Frannie con sguardo preoccupato. «<strong>Il</strong> tuo potere si fa più grande di giorno in giorno. Devi essere conscia dell’effetto che<br />

hai sui pensieri e le emozioni della gente, quindi sulle loro azioni». <strong>Il</strong> suo sguardo si posa su di me, poi sulla mano di lei, a cui allaccia la sua. «E non hai<br />

questo effetto solo sugli esseri umani. Otterrai sempre ciò che vuoi se rientra nelle tue capacità».<br />

Frannie si allontana, di colpo è furiosa e l’odore di pepe inonda la stanza. «Rivoglio mio fratello. Questo non l’ho ottenuto», gli vomita addosso.<br />

Lui la guarda con occhi tristi. «L’unico ad avere controllo su questo è Dio».<br />

Non posso fare altro che guardarla, mentre passa dall’ira alla frustrazione al panico. «Tutto questo è sbagliato. Io non sono in grado. Non sono<br />

nemmeno una persona buona. Andrò all’Inferno, lo so già».<br />

Come fa a esserne così convinta? Non ne ha nessun motivo. Guardo Gabriel. La sua espressione di dolore empatico è stomachevole. Attira Frannie a<br />

sé e lei sembra fondersi nelle sue braccia. Quando il caldo aroma di cioccolata che emana si fa largo attraverso il puzzo celestiale di lui, sento qualcosa<br />

di gelido e scuro che mi avvolge il cuore e lo strizza. Lo ucciderei, se non sapessi che Frannie ha bisogno di lui.<br />

«Quello che è successo, il motivo per cui pensi di dover andare all’Inferno, non è colpa tua», dice col volto nei suoi capelli.<br />

«Dici un sacco di stronzate», controbatte velenosa, divincolandosi. «Ho ucciso mio fratello».<br />

Resto interdetto. <strong>Il</strong> ragazzo nella foto, questo spiega il tormento nei suoi occhi quando le ho chiesto di lui. Spiega quel dolore immenso, lo stesso che<br />

era seppellito così in profondità il primo giorno che l’ho vista, quando le ho domandato cosa avrebbe voluto cambiare delle sue azioni.<br />

Gabriel continua a guardarla, scuotendo la testa. «Non l’hai ucciso tu, Frannie. Era la sua ora, tutto qua».<br />

È come guardare un vulcano in eruzione. Le parole le escono di bocca come lava incandescente. «Certo, continua pure a metterla così, se ti fa sentire<br />

meglio quando rubate i bambini alle loro famiglie».<br />

Gabriel le scivola vicino, ma lei si allontana. «Lui è con la sua famiglia. Dio lo ha chiamato a sé, a casa».<br />

«Be’, allora Dio fa proprio schifo».<br />

Vado a sedermi al suo fianco e le prendo la mano, non resistendo al bisogno di fare qualcosa per alleviare il suo dolore.<br />

«Penso che Gabriel dica la verità. Se tu lo avessi ucciso la tua anima sarebbe già nostra, e posso assicurarti che non è così».<br />

«Be’, dovrebbe esserlo», dice sfilando la mano dalla mia.<br />

Le alzo il mento con un dito, fissando le profondità dei suoi occhi di zaffiro. «No. Non dovrebbe». Mi chino a baciarla. Per la terza volta uso il mio<br />

potere su Frannie, adesso per liberarla dal dolore e dalla rabbia che ha incanalato nella direzione sbagliata. Sono certo che non basterà, ma è tutto ciò<br />

che so fare.<br />

Frannie<br />

Esito un momento, poi mi perdo in quegli occhi neri che riescono a vedere la mia anima. E quando le sue labbra toccano le mie sento che tutto<br />

cambia e la mia rabbia si scioglie. Quando i suoi occhi mi permettono di staccarmi, ciò che mi corrodeva dentro e trafiggeva il mio cuore è scomparso.<br />

Gabe sospira, guardandomi con occhi feriti, e il senso di colpa si riabbatte su di me. Ho bisogno di entrambi, in modi diversi e che non so<br />

comprendere. Gabe va a sedersi sulla sedia sotto alla finestra. Io chino la testa e mi fisso le ginocchia.<br />

Luc mi stringe. «Allora, tornando alla domanda iniziale, che diavolo mi sta succedendo? In cosa mi sto trasformando? Non in uno di voi, spero», dice<br />

rivolgendo uno sguardo sprezzante a Gabe, «dimmi che non sto diventando un angelo, sarebbe troppo per me».<br />

Gabe ricambia il disprezzo e risponde: «Non lo so, tutto è possibile. Fammi sapere se ti crescono le ali».<br />

«Potrebbe diventare umano? Come me?», gli chiedo.<br />

Luc mi guarda con la stessa espressione speranzosa di prima. Gabe risponde, rassegnato: «È possibile. Per quanto ne so non ci sono precedenti in<br />

questo campo. Non ho idea di cosa stia succedendo, ma il fatto che succeda è significativo di per sé. La chiave sei tu, Frannie. Tu cambierai il mondo.<br />

È qualcosa di epocale».<br />

«Epocale…», ripeto cercando di capire cosa significhi. «Parliamo di epocale come “ricondurre quest’anima persa a Dio”», dico indicando Luc, «o<br />

tipo “immacolata concezione”?».<br />

Luc si fa scuro in volto, mentre un sorriso appare sul viso di Gabe. «Basandoci su quello che sai fare, sarei più per l’immacolata concezione. Certo<br />

che se tu riconducessi la sua anima a Dio sarebbe un bel colpo».<br />

Luc schizza dal divano e in un nanosecondo è dall’altra parte della stanza, a un palmo dal naso di Gabe, e lo fissa cupo. «Vorrai scherzare».<br />

«Non fare l’ingenuo. Se non fosse qualcosa di molto grosso pensi che Lui avrebbe mandato me? Lei si chiama Mary, dopotutto. Come si potrebbero<br />

convincere le masse di una immacolata concezione se non con i suoi poteri?». Vedo sul suo volto una smorfia ambigua, molto poco angelica. «Cosa c’è<br />

che non va, Lucifer? Non vuoi fare la parte di Giuseppe?».<br />

Luc si gira e appoggia le mani al muro, lanciando un grugnito che mi fa drizzare i capelli in testa. «Per le fiamme dell’Inferno! Non può essere vero».<br />

Poi si volta verso di me, fissandomi attonito.<br />

Mi alzo dal divano e resto lì in piedi, senza sapere dove andare. Penso al bacio di Gabe. Se quello è il Paradiso, ne voglio ancora. Ricordo di aver<br />

pensato che potrei vivere lì per sempre, in quell’oasi di pace e amore. Ma non è questo che mi sta offrendo. Pare che io abbia un qualche potere che mi<br />

permetterebbe di fare cose che dovrebbero salvare la gente. <strong>Il</strong> solo pensarci mi getta nel panico e non mi permette di respirare.<br />

Gabe si avvicina per prendermi fra le braccia, e questa volta glielo lascio fare, perché ho bisogno di lui. Mi sciolgo nella sua stretta mentre il profumo<br />

di neve d’estate mi riempie di calma e il mio respiro torna regolare.<br />

Quando ho immesso abbastanza ossigeno gli chiedo: «Cosa ne sarà di me?».

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