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«Bene». Si avvia alla porta.<br />
«Aspetta!», urlo sbirciando la finestra dietro di me. Sono ancora spaventata e non voglio che se ne vada subito.<br />
«Cosa c’è?», dice girandosi.<br />
E d’un tratto mi sento in imbarazzo. «Allora… come va?».<br />
Mi fissa un attimo poi mi chiede: «Sei sicura di stare bene? Perché sembri un po’ fuori di testa».<br />
«Sto bene. Solo pensavo che forse potremmo… parlare?».<br />
Alza gli occhi al cielo e fa di nuovo per andarsene, ma in quel momento mi viene in mente qualcosa che le voglio chiedere davvero.<br />
«Kate…».<br />
Ha già la mano sulla maniglia e gira appena la testa. «Cosa?»<br />
«Quando tu e Chase… lo sai. Quando per la prima volta avete…».<br />
Si gira verso di me, scocciata. «Abbiamo cosa, Frannie?»<br />
«Fatto sesso… quando l’avete fatto la prima volta. Come sapevate di essere pronti?».<br />
La sua espressione si addolcisce e sorride al ricordo. «Lo sai e basta». Poi il suo volto si tinge di preoccupazione. «Non lasciare che nessuno ti<br />
faccia pressioni, Frannie. Se una qualsiasi parte di te non se la sente, allora è no».<br />
Ma cosa succede se ogni singola parte di me dice di sì? Penso a Luc, e anche se sono arrabbiata con lui il solito formicolio torna a visitare la zona<br />
bassa della mia pancia. «Grazie, Kate».<br />
Se ne va con un’espressione preoccupata. Quando la porta si chiude resto a lungo lì in piedi, a fissare la finestra. Alla fine tiro fuori il diario di Matt,<br />
salgo sul letto e, cercando di mettere in fila i mie pensieri, mi metto a scrivere.<br />
Allora, Matt… dentro di me stanno succedendo cose che non so come descrivere. Scusami. Fa un po’ paura sentirsi così, fuori controllo.<br />
Fisso il muro per un po’, mentre tutto si agita dentro di me.<br />
Luc… è come una specie di droga. Non mi basta mai. Se questo è l’effetto delle droghe sulla gente, capisco perché creano dipendenza.<br />
Una fitta di panico mi avvolge il cuore. Alzo la testa dal diario e mi sfrego gli occhi, cercando di scacciare l’immagine di Luc dalla mia mente.<br />
Non voglio aver bisogno di nessuno in quel modo. Non permetterò a me stessa di diventare Luc-dipendente.<br />
Chiudo il diario di Matt e torno a fissare il muro mentre nella mia testa la soluzione diventa chiara come il sole. Posso desiderarlo fisicamente, senza<br />
aver bisogno di lui. Si chiama lussuria. Non è necessario nessun coinvolgimento emotivo. Ed è così, è solo attrazione fisica quella che provo. Ne sono<br />
certa.<br />
Invece con Gabe…<br />
Mentre i miei pensieri vanno a lui, il solletico alla pancia si trasforma in una fitta di dolore al petto. Perché inizio a pensare che quello che provo è più<br />
profondo del desiderio fisico, ed è qualcosa di molto più pericoloso.<br />
Mi ero sbagliata. Luc è decisamente la scelta più sicura. So cosa posso aspettarmi, e non si trasformerà mai in qualcosa che non sono in grado di<br />
gestire.<br />
Luc<br />
Belias. Questo è grave. Perché mai Beherit dovrebbe mandare Belias? O meglio, perché sente il bisogno di mandare qualcuno a controllare? In<br />
migliaia di anni non era mai successo. Ma non c’è dubbio che si trattasse di lui, fuori dalla finestra di Frannie.<br />
Guido piano per vedere se mi segue. Quando mi accorgo che non si è mosso, ho la certezza che la situazione sia più che grave. Non sta controllando<br />
me, è venuto per Frannie. Cercando di dominare il panico faccio inversione, accosto a distanza di due, tre case e resto lì un attimo, ad analizzare la<br />
situazione.<br />
Belias è del settore Riscossioni. Perché Beherit ha mandato uno di loro? L’anima di Frannie deve solo essere legata. A meno che non ci sia stato un<br />
cambiamento di programma. E se è Belias a legarla, la sua anima sarà per sempre incatenata a lui. Lei sarà sua. Un sentimento ancestrale, come un<br />
bisogno primario, avvampa dentro di me. Lui non deve averla. Lei è mia. Di punto in bianco sono felice che il signor Cavanaugh sia culo e camicia con<br />
l’Altissimo. Se io che sono un demone di prima categoria non posso introdurmi in casa loro, allora di certo non può farlo neanche Belias.<br />
Esco dalla macchina e attraverso la strada furtivamente. E adesso che faccio? Non credo che verrà via con me semplicemente perché glielo chiedo.<br />
Mi nascondo dietro al tronco dell’albero e lo chiamo con la mente. Belias! So che mi può sentire, così come io posso sentire lui. <strong>Il</strong> legame psichico<br />
infernale ci mette in connessione, che ci piaccia o no, come una linea diretta col Maligno di cui non si possono tagliare i fili.<br />
Sento un fruscio leggerissimo, il rumore che farebbe uno scoiattolo fra i rami, e Belias è in piedi al mio fianco. I suoi capelli neri e ispidi coprono<br />
parzialmente gli occhi rossi, che comunque illuminano un raggio di mezzo metro e gli proiettano sul volto l’ombra degli zigomi aguzzi. Mi guarda con un<br />
sorriso malevolo. «Lucifer. Quanto tempo che non ci vediamo».<br />
«Di cosa stai parlando? Ci siamo visti qualche settimana fa».<br />
«Appunto. <strong>Il</strong> capo dice che ci stai mettendo davvero troppo. Sono le sue precise parole».<br />
«Sono passate solo due settimane. Non sapevo ci fosse tanta fretta», dico mentendo.<br />
«Be’, invece è così. In caso non te ne fossi accorto, Gabriel è qui. Se aspetti un altro po’ sarà troppo tardi».<br />
«Puoi tornartene a casa e dire a Beherit che ho tutto sotto controllo. Grazie».<br />
«Mmm… è quello che ho pensato quando ti ho visto alla cava. Che scena stucchevole, Lucifer. Però non mi è chiaro com’è possibile che pur<br />
trovandoti così vicino a lei tu non l’abbia presa… prendere la sua carne, intendo».<br />
Come ho fatto a non accorgermi della sua presenza? Mi sto lasciando troppo andare. Le sue parole mi pesano addosso e sento una fitta di pura<br />
rabbia, come una furia dai denti aguzzi che mi si agita dentro lacerandomi le carni.<br />
È stato Belias.<br />
Stringo i pugni e lo incenerisco con lo sguardo. «Allora tu non c’entri niente con il piccolo incidente che ha avuto Frannie, vero? Perché annegarla<br />
prima che la sua anima sia stata legata non è una strategia vincente. Finirebbe nel Limbo e noi ci troveremmo in svantaggio».<br />
Fa una smorfia velenosa e i suoi occhi si accendono. «Vedi, è questo il punto, Lucifer. La sua anima dovrebbe già essere legata. Hai avuto<br />
l’occasione perfetta per prendere la sua carne, il primo passo per arrivare alla sua anima. Ti si è offerta su un piatto d’argento, si sentiva l’odore di<br />
zenzero fin da lontano. Ma hai preferito fare il cavalier servente, invece di attenerti al tuo lavoro. Stai perdendo colpi, e questo dettaglio non è sfuggito a<br />
Beherit».<br />
Un misto di paura e panico si impadronisce di me. L’ultima cosa di cui ho bisogno è che il mio capo prenda nota dei miei errori. «Non posso<br />
prenderla e basta, Belias. Ci sono delle regole, in caso te ne fossi dimenticato». Ma mentre lo dico mi accorgo di quanto suoni falso. Sto inventando<br />
delle scuse.<br />
I suoi occhi si infiammano ulteriormente, come attraversati da un fulmine rosso. «Le regole sono cambiate».<br />
«Ah, davvero? Si vede che non ho ricevuto la circolare coi dettagli».