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Lisa-Desrochers-Il-Bacio-Maledetto

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«Mi stavo chiedendo… potresti… provare a farlo con me?».<br />

Sentendomi colpevole, guardo il pavimento e mi fisso sulla punta del mio stivale mentre cerco di staccare una delle sudice margherite attaccate al<br />

linoleum. «L’ho già fatto».<br />

Con mia grande sorpresa, quando alzo lo sguardo la vedo sorridere. «Quando?»<br />

«Appena prima di baciarti».<br />

«Vorrai dire prima che io ti baciassi».<br />

Le faccio un gran sorriso. «In realtà ti ho baciato prima io, tu stavi ancora dormendo».<br />

Ride. «Potresti rifarlo? Intendo, entrare dentro di me. Prometto di restare sveglia».<br />

<strong>Il</strong> mio cuore prende il volo, ma mentre con la fantasia sto già sgusciando fra le labbra di Frannie e pregusto la sensazione di essere nuovamente lì con<br />

lei, mi rendo conto che forse non è più possibile. Le cose stanno cambiando in fretta. «Non lo so».<br />

Si alza sulla punta dei piedi e mi bacia, poi mi scruta fin nel profondo e sussurra: «Prova».<br />

La bacio ancora, tenendola più stretta possibile, e quando le sue labbra si schiudono lascio che la mia essenza scorra dentro di lei. Come la prima<br />

volta, sono stupito da quanto sia facile – di certo perché sono il benvenuto – e sento lo stesso travolgente flusso di emozioni, molte delle quali ora hanno<br />

un nome. Amore, sicuramente, ma anche gioia, speranza e ammirazione per la sua bellezza incorrotta. Dentro è ancora più bella che fuori, il che è tutto<br />

dire. Danziamo, e io mi sento in Paradiso.<br />

Lascio indietro giusto quel tanto di me che mi permette di controllare il mio corpo. La stringo fuori e accarezzo dentro, nutrendomi dei suoi sospiri, che<br />

mi incitano a continuare a esplorarla su entrambi i fronti. Sento la reazione fisica del suo corpo, per non parlare di quella del mio. Prima che me ne renda<br />

conto siamo sul letto, avvinghiati, le nostre magliette sul pavimento. Devo fare appello a tutta la mia forza di volontà per fermarmi. Con estrema riluttanza<br />

richiamo la mia essenza, provando la stessa sensazione di vuoto e solitudine della volta precedente.<br />

Frannie si tira su a sedere e sbuffa. «Perché ti sei fermato?»<br />

«Un atto consapevole di lussuria con un demone ti assicurerebbe un biglietto di sola andata per gli inferi. Non ci sono dubbi. Non possiamo farlo<br />

finché non sono certo che non ci sia pericolo per te».<br />

«Loro… tu… mi avete portato via tutto. La mia vita… tutto. Chiedo solo questo, un’unica cosa. Ti prego, sei quasi umano».<br />

«Non posso saperlo. Sembra che io stia andando in quella direzione… e anch’io vorrei farlo, ovviamente». Dio, quanto lo vorrei. «Ma il semplice fatto<br />

che io possa ancora fare… quello che ho appena fatto», rabbrividisco, «significa che non è ancora sicuro».<br />

Lei si lascia cadere indietro, fra i cuscini, soffiandosi via le ciocche ribelli dal volto. «Che palle».<br />

Mi appoggio sui gomiti e la bacio. «Sei l’unico essere che abbia mai saputo davvero cosa sono, cosa non sono e cosa vorrei essere. E nonostante<br />

questo mi ami lo stesso. Non correrò alcun rischio con te, Frannie».<br />

Lei rotola su un fianco e mi guarda negli occhi. Un sorriso allusivo prende il posto del broncio. «È stato incredibile», dice passandomi un dito sulla<br />

guancia, procurandomi un fremito. <strong>Il</strong> suo sorriso si allarga. «Forse anche meglio del sesso».<br />

Le sorrido di rimando, morendo dalla voglia di dimostrarle che si sbaglia. Però è vero che è stato incredibile. Strabiliante, direi. Ma dubito che il sesso<br />

con Frannie potrebbe essere da meno. «Cosa ricordi?».<br />

Sorride insinuante, scorrendo con il dito dal mio petto al bottone dei jeans. «Tutto».<br />

Non riesco a smettere di sorridere. «Interessante».<br />

Striscia il dito fra la mia pelle e la cintura dei jeans, facendomi impazzire, e sto per affondare di nuovo nel suo abbraccio quando mi chiede: «Dove si<br />

trova l’Inferno?».<br />

Mi trattengo dal ridere. «Al centro».<br />

Mi guarda sorpresa. «Al centro della Terra?»<br />

«Già».<br />

«Allora tutti quei bambini che scavano per arrivare in Cina ci resteranno male».<br />

«Poverini», dico sghignazzando.<br />

«Come sei finito laggiù? Ti è venuto a prendere qualcuno? Uno come te?»<br />

«No. Sono una creatura infernale». La guardo con la coda dell’occhio, incerto su come la prenderà, invece sembra solo persa nei suoi pensieri.<br />

«Cosa vuol dire?»<br />

«I demoni vengono creati all’Inferno. Non siamo mai stati umani».<br />

«Non capisco come funziona».<br />

«Nasciamo dal peccato. <strong>Il</strong> mio è la superbia, come fu in origine per il nostro mentore, Re Lucifero. <strong>Il</strong> mio nome è una certezza: solo le creature della<br />

superbia hanno l’arroganza di prendere il Suo nome».<br />

Si guarda una mano, appoggiata al mio petto. «Sarebbe così assurdo se ti dicessi che una parte di me lo ha sempre saputo?».<br />

Sorrido. «Sì».<br />

Mi guarda e poi distoglie lo sguardo per un paio di volte, fa per dire qualcosa, ma si ferma.<br />

<strong>Il</strong> mio sorriso si allarga. Le alzo il mento con un dito e le pianto gli occhi addosso. «Cosa c’è?».<br />

Arrossisce e fa una smorfia imbarazzata. «Niente», dice abbassando le ciglia.<br />

«È evidente che vuoi chiedermi qualcosa».<br />

«Voglio toccarti le corna», dice tutto d’un fiato, senza guardarmi.<br />

Faccio una smorfia. «Perché?».<br />

Mi gira la schiena. «Fa lo stesso. È una cosa stupida».<br />

La volto a pancia in su e mi appoggio sui gomiti, sopra di lei. «Non è che scappi urlando?».<br />

Mi guarda negli occhi e si allunga per baciarmi. «Dopo quello che abbiamo appena fatto? Secondo te?».<br />

Chiudo gli occhi, esco dalla mia forma umana – che ormai equivale a spingere fuori le corna – e vengo scosso da un fremito quando sento le dita di<br />

Frannie che mi passano fra i capelli. Anche lei freme mentre con un dito tocca la base del mio corno sinistro, scivola sulla punta e torna indietro. Poi<br />

avvolge entrambe le corna con le mani e mi tira verso di sé, per baciarmi. Mentre affondo contro di lei le corna spariscono.<br />

Quando mi tiro su, scruto i suoi occhi di zaffiro alla ricerca di qualche segno di disgusto, ma ci trovo solo il suo amore. Non riesco ancora a<br />

capacitarmi che quello sguardo sia diretto a me.<br />

«Ci riproveranno? Con Taylor e Riley, intendo».<br />

Sospiro e faccio scivolare un dito sul suo naso, poi sulle labbra, il mento, il collo, e mi fermo a breve distanza dal suo reggiseno rosso, sempre<br />

scandalosamente eccitante. «Forse no. Sanno che ce l’aspettiamo».<br />

«Cosa possiamo fare?».<br />

Rotolo via da lei e scuoto la testa. «Non lo so, sto perdendo il mio sesto senso. È una situazione pericolosa, Frannie, non riesco a sentire la loro<br />

presenza come in passato. Non so se sono ancora in grado di difenderti».<br />

Sorride. «Io ho bisogno di un’altra croce, e tu di un talismano. Qualcosa che tenga lontani gli spiriti maligni».

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