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mamma».<br />
«Ho bisogno di parlarti, Frannie», dice senza quasi muovere la mascella. «In corridoio», aggiunge quando vede che non accenno a muovermi.<br />
Mi giro verso Luc e sgrano gli occhi per mimare scherzosamente una faccia terrorizzata.<br />
Lui rischia di strozzarsi per trattenere le risa, e inizia a tossire.<br />
Esco in corridoio chiudendo la porta. «Cosa c’è?»<br />
«Pensavo che fossimo d’accordo».<br />
«Su cosa?»<br />
«Non lo voglio nella tua stanza», dice a bassa voce, ma con decisione.<br />
«E se tenessimo la porta aperta?». Ti prego fallo restare.<br />
Mi guarda per un minuto buono.<br />
«Con la porta aperta», dice alla fine, «e solo per un po’».<br />
Mi sforzo di non sorridere platealmente. Per oggi ho sfidato la sorte abbastanza. «Grazie», dico aprendo la porta.<br />
Mi guarda un’ultima volta, poi guarda Luc e infine si avvia verso le scale.<br />
Entro nella stanza e Luc ha il mio iPod in mano. «Qua dentro c’è di tutto. Jimi Hendrix, Mozart, Nickelback».<br />
Mi guardo le unghie e grugnisco annuendo, imbarazzata.<br />
Lui rimette a posto l’iPod. «Allora, visto che non mi hanno ancora preso per le orecchie e buttato fuori, immagino tu abbia negoziato una tregua».<br />
Si avvicina lentamente e il mio stomaco ricomincia ad avere reazioni inconsulte.<br />
«Pare di sì. Gli ho concesso la porta aperta», dico con voce malferma, indicando il corridoio.<br />
«Mmm…». Si ferma di fronte a me – troppo vicino – e accennando al corridoio, dove le mie sorelle scorrazzano sghignazzando, dice: «Che immagino<br />
sia un modo elegante per limitare il nostro contatto fisico». Con un dito mi accarezza il volto, disegnando la linea della mascella.<br />
Di colpo il mio cuore impazzisce. Mi tremano le gambe e non mi sento più le mani. «Eh già…». Afferro il libro di educazione civica. «Hai già fatto i<br />
compiti che ci ha dato il professor Runyon?».<br />
Abbozza un sorriso. «No».<br />
Prendo un quaderno dallo zaino e mi sdraio sul tappeto. Lui si siede accanto a me e appoggia la schiena al letto. Mentre facciamo i compiti cerco di<br />
ignorare le mie sorelle, che a turno vengono a spiarci.<br />
Quando abbiamo finito, lo accompagno alla macchina.<br />
«Allora, ci vediamo lunedì».<br />
«A lunedì», dice montando in macchina.<br />
Mi appoggio al finestrino e la musica che ascolta mi sorprende. «Cosa ascolti?»<br />
«Vivaldi».<br />
«Davvero?».<br />
Sorride e si avvicina. «Sono un tipo pieno di sorprese».<br />
<strong>Il</strong> cuore mi schizza in gola e rispondo con un sorriso tremolante: «Non ne dubito».<br />
Alza un sopracciglio. «Divertiti domani in chiesa».<br />
«Sì…».<br />
Mette in moto, ma io sono ancora appoggiata al finestrino. Mi fissa. Io mi avvicino di più, abbastanza per sentire il suo calore. Anche lui si avvicina, e il<br />
mio cuore diventa un animale selvaggio tenuto in ostaggio dal mio sterno.<br />
A quel punto la porta di casa si apre e i miei genitori sono lì, sotto al portico, che ci fissano. Faccio un respiro profondo, recupero la facoltà di<br />
intendere e di volere poi, buttando fuori l’aria con un moto di frustrazione, mi raddrizzo.<br />
Luc fa una faccia divertita, mandando il mio cuore a cento all’ora un’altra volta. «Ci vediamo», dice salutandomi con la mano. Lo guardo uscire dal<br />
vialetto e allontanarsi lentamente fino al fondo della mia strada, finché vedo sparire le sue luci posteriori dietro l’angolo. Quando mi volto per rientrare i<br />
miei genitori sono ancora sulla porta.<br />
«Dio santo! Ma cosa vi è preso?». Dico esasperata, marciando verso di loro come una furia.<br />
«Modera il linguaggio, Frannie».<br />
Sbuffo e controbatto: «Sì, vabbe’. Allora, che problema avete?».<br />
Mio padre mi guarda con occhi preoccupati: «Non hai…», vorrebbe andare avanti ma arrossisce e s’impappina.<br />
«Cosa?».<br />
Mia madre mi prende la mano e mi conduce nel salotto vuoto. Le mie sorelle sono in cima alle scale, le sento battibeccare per accaparrarsi il miglior<br />
angolo d’ascolto.<br />
«Non sei coinvolta sentimentalmente con quel ragazzo, vero?»<br />
«Cioè vuoi sapere se usciamo insieme?»<br />
«Sì».<br />
«No. È il mio partner per la tesina d’inglese». E l’oggetto delle mie fantasie.<br />
«Crediamo che non dovresti passare con lui più tempo di quanto non sia strettamente necessario».<br />
«Perché?»<br />
«Siamo preoccupati, Frannie. C’è qualcosa che non va in lui».<br />
«Addirittura! Cos’è, sono i piercing?»<br />
«No, è qualcosa nella sua… vibrazione».<br />
«Non vi piace la sua vibrazione?».<br />
Sento Kate e Maggie sghignazzare.<br />
«Devi fidarti di noi, Frannie, per favore. Non credo sia il tipo di persona che dovresti frequentare».<br />
«Chi siete e cosa avete fatto ai miei genitori?».<br />
Mamma sorride, rendendosi conto di quanto le sue affermazioni possano sembrare assurde, e mi abbraccia. «Ci prendiamo cura delle nostre<br />
ragazze, tutto qua».<br />
Ed ecco finalmente svelato come ottenere una reazione da mia madre. Ma in realtà non dovrei essere sorpresa, perché Luc ha decisamente una<br />
strana vibrazione. Diciamo che non è il miglior candidato a diventare l’idolo dei genitori di una ragazza.