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Lisa-Desrochers-Il-Bacio-Maledetto

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Luc<br />

È tutto perfetto. Lo zenzero di Taylor raggiunge livelli record. Farei fatica a isolare una singola parte del mio corpo che lei non abbia toccato o sfiorato<br />

casualmente. Va tutto proprio come deve andare.<br />

Lei e Riley mangiano la loro pizza e io estorco informazioni. Per ora, ho scoperto che Frannie è uscita con diverse persone ma senza mai concedersi;<br />

che alle feste beve ma non fuma; che, nonostante siano ultracattolici, i suoi genitori sono abbastanza aperti di vedute; e che, secondo Taylor, io non sono<br />

il suo tipo.<br />

A essere sincero non sto ascoltando granché, perché sono un po’ preoccupato. A meno che Gabriel non abbia fatto ai suoi genitori la stessa<br />

impressione che ho suscitato io – cosa improbabile, visto che è un angelo e anche un fighetto – ora è nella sua stanza. E, anche se il pericolo maggiore<br />

è che leghi l’anima di Frannie, io mi tormento con l’immagine di lui che le fa quello che vorrei farle io. L’ironia di questa situazione è che se lui prendesse<br />

la sua carne farebbe il mio gioco. La lussuria è lussuria, non importa chi ne è l’oggetto.<br />

Ma mi ucciderebbe.<br />

Una miriade di emozioni mi turbinano dentro, alcune note, altre sconosciute. Ma quella che prevale su tutte le altre è lagelosia.<br />

Mi impongo di sorridere e chiedo: «Da quant’è che vi conoscete?».<br />

Taylor sorride e racconta: «Frannie si è trasferita in fondo alla mia strada l’estate prima della quarta elementare. Quando è andata a sbattere con la<br />

bici contro alla macchina di mio padre, dalla prima parola che le è uscita di bocca…», con un dito unto d’olio traccia le lettere M-E-R-D-A sul tavolino di<br />

finto marmo, «ho capito che saremmo diventate grandi amiche. Anche se fino alla terza superiore ha frequentato la scuola cattolica, abbiamo sempre<br />

girato insieme. Mentre Riley», dice assestando una pedata a Riley sotto al tavolo, «si è unita a noi durante le medie».<br />

«Già. Prima frequentavo gente più tranquilla», dice Riley sarcastica.<br />

A Taylor scappa da ridere. «Ehi, nessuno ti ha mai costretta a uscire con noi, sei responsabile delle tue azioni».<br />

«Eh già». Poi rivolta a me: «Perché mi accorgo solo ora che ho bisogno di amiche meno casiniste?».<br />

Alzo le spalle: «Ti direi di venire in giro con me, ma non posso garantire che ti andrebbe meglio».<br />

Taylor mi guarda, poi fulmina Riley e a mo’ di avvertimento dice: «È una questione di scelte, Ry. Tutti abbiamo la possibilità di scegliere».<br />

Faccio scivolare il piede accanto a quello di Taylor e inizio una comunicazione parallela. «Già. È proprio così», dico caricando la mia voce di<br />

sottintesi.<br />

Intravedo un sorrisetto lascivo che le curva le labbra e in un batter d’occhio vengo inondato dallo zenzero.<br />

Riley restituisce l’occhiataccia a Taylor. «Ormai è ora di tornare a casa…». Ha difeso Frannie a spada tratta per tutta la sera, infilandola nel discorso<br />

ovunque fosse possibile, come se volesse ricordare a me le mie scelte. So perfettamente quali sono le mie opzioni, e in questo momento scelgo di<br />

usare Taylor per mandare Frannie fuori dai gangheri. Ma prima è necessario seminare il nostro chaperon.<br />

«Nessun problema, vi porto a casa io», e mentre lo dico il mio piede preme su quello di Taylor.<br />

Lei mi regge il gioco, e alzandosi fa finta di sbadigliare: «Andiamo, sono a pezzi». Ma quel sorrisetto insinuante resta al suo posto.<br />

Dopo aver salutato Riley, Taylor fa scivolare la mano sulla mia coscia, ma la ritira subito esclamando: «Gesù! Sapevo che mi avresti fatto venire i<br />

bollori, ma questo va al di là di ogni aspettativa…». Mi chiedo cosa centri Gesù in tutto questo, ma subito lei torna a rilassarsi e mi rimette la mano sulla<br />

gamba. «C’è un posto tranquillo vicino alla vecchia cava. Potremmo andare là, se vuoi».<br />

Io appoggio il braccio sul retro del suo sedile e mi dico che questo è quello che voglio, quello di cui ho bisogno. <strong>Il</strong> modo più sicuro per far infuriare<br />

Frannie è provarci con Taylor. Mi piego su di lei, nutrendomi della ventata di zenzero che mi arriva addosso e lasciando che si impadronisca di me. Lei si<br />

avvicina e io la tiro verso di me, sul mio sedile. Mentre mi mordicchia l’orecchio sento il suo respiro caldo sul collo e la mano che esplora il mio petto<br />

inizia a scendere.<br />

Di colpo mi sento male.<br />

Non posso farlo. <strong>Il</strong> mio cuore di zolfo è diventato di piombo, e pesa così tanto che sembra trascinarmi verso il centro della terra. È una scusa ridicola<br />

per un demone. Taylor mi si sta offrendo su un piatto d’argento e io non riesco a prendermela. Non ci sono scuse.<br />

Non posso rischiare che diventi mia nemica, quindi mi sposto con delicatezza, rimettendo le mani sul volante, e facendo leva sul mio potere le<br />

sussurro: «Per quanto suoni molto invitante, ho un paio di questioni da risolvere, stanotte». Tipo un angelo fighetto che sconfina nel mio territorio.<br />

«Magari un’altra volta?».<br />

I suoi occhi si annebbiano leggermente. «Ok, sì… certo».<br />

Mentre accompagno Taylor passiamo davanti a casa di Frannie, e il Dodge Charger bianco di quel bastardo è ancora lì davanti. Sono le undici.<br />

Quanto ci potrà mai volere a scrivere una relazione di fisica?<br />

Parcheggio nel vialetto di Taylor. «Grazie, Taylor. Mi sono divertito».<br />

Lei sta meglio, anche se è ancora un po’ traballante. «Ci saremmo potuti divertire molto di più. Non sai cosa ti perdi», dice con un allusivo movimento<br />

delle labbra.<br />

«Mmm… ci vediamo domani». Mi appoggio allo sportello, il più lontano possibile da ogni tentazione, e mentre esce dalla macchina le sorrido.<br />

La guardo entrare, poi risalgo la strada e mi fermo davanti a casa di Frannie.<br />

So che è una pessima idea, ma non posso farne a meno. Scivolo fuori dalla macchina e mi acquatto dietro alla quercia vicino al vialetto, proprio<br />

davanti alla sua finestra. Senza far rumore mi arrampico su un ramo che dà sulla casa e ascolto. Fatta eccezione per la musica, nella sua stanza c’è<br />

silenzio. Non va bene.<br />

L’urgenza di introdurmi lì dentro – cioè di apparire dal niente e interrompere qualunque cosa stia succedendo – è irrefrenabile. E dopo quella che mi<br />

sembra un’eternità, non resisto alla tentazione. Chiudo gli occhi e mi concentro. Gabriel saprà che sono lì, ma se sono fortunato Frannie non se ne<br />

accorgerà.<br />

Eccomi pronto, sto per materializzarmi nella sua stanza.<br />

Ma mentre mi sposto da una dimensione all’altra, mi sento come un uccellino che sbatte contro a un vetro e mi ritrovo al punto di partenza, sul ramo.<br />

Un po’ stordito, ci riprovo, ma succede la stessa cosa, come se mi avessero sbarrato la strada.<br />

Ma che diavolo…?<br />

Poi mi ricordo del padre di Frannie – di come era immune alle mie arti magiche. A quanto pare signor Cavanaugh ha più santi in Paradiso del Papa.<br />

Posso entrare nelle stanze papali quando mi pare, nessun problema, ma casa di Frannie è fuori dalla mia portata.<br />

Frannie<br />

Gabe è così vicino. Profuma di neve e di estate e mi fa pizzicare il naso. La sua mano sulla mia è fresca e morbida, come il tocco di una nuvola.

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